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La FIVI sta vincendo la sua battaglia

"Dal 1 gennaio 2015 i soci FIVI si autodenunceranno se non verrà modificata la norma che impedisce di indicare nella comunicazione aziendale (etichette, cartoni, siti internet, ecc.) il territorio di appartenenza". Così troverete scritto fra l'altro nell'articolo che al recente mercato Fivi di Piacenza ha dediicato Liliana Savioli. Oggi 1 gennaio 2015 la notizia è che ieri 31 dicembre 2014 il ministero delle Politiche agricole ha pubblicato qualcosa di importante riguardo a ciò.Elenco dei consorzi di tutela vini indicati ai sensi dell'art.17 del D.Lgs 61/2010. Etichettatura Vini DOP-IGP Indicazione Nome Geografico più ampiotroverete tutto al link https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/8231. Un Con l'occasione vi anticipiamo una parte dell'articolo che potrete leggere integralmente sul qbquantobasta di gennaio, insieme al report di una verticale dei vini di Emidio Pepe. "Un vero e proprio mercato con più di 260 vignaioli artigiani e oltre 1000 vini da tutta Italia. A Piacenza c’era il Mercato F.I.V.I. (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti). Un luogo d’incontro di persone che da tutta Italia si
ritrovano una volta l’anno per confrontarsi, mostrarsi, raccontarsi  vendere le proprie bottiglie. “Il Mercato ci appassiona perché ci rappresenta; perché non è solo la mostra-mercato più partecipata e l’evento che offre la gamma più vasta di vini artigianali: è unb posto dove sentirsi a casa, è il Nostro Mercato” dicono alla FIVI e aggiungono: “Ciò che rende forte la Fivi è la consapevolezza che ogni singolo vignaiolo possiede rispetto al proprio ruolo. La consapevolezza di essere testimoni e interpreti di un territorio, ma soprattutto di esserne custodi”. Sono partita presto, in minivan, assieme a 3 vignaioli friulani, indipendenti va da sé. Mi spiegano bene che cosa è la FIVI. Nata nel 2008 su esempio dei Vignerons Indépendants francesi, riuniti da molti anni nella CEVI (Confédération
Européenne des Vignerons Indépendants), attualmente conta 800 produttori associati, per un totale di circa 8.000 ettari di vigneto. Circa 55 milioni le bottiglie commercializzate e il fatturato totale supera 0,5 miliardi di euro, per un valore in termini di export di più 200 milioni di euro. Gli 8.000 ettari di vigneto sono condotti per il 49% in regime biologico/biodinamico, per il 10% secondo i principi della lotta integrata e per il 41% secondo la viticoltura convenzionale. Mi raccontano della lotta che stanno intraprendendo: dal 1 gennaio 2015 i soci FIVI si autodenunceranno se non verrà modificata la norma che impedisce di indicare nella comunicazione aziendale (etichette, cartoni, siti internet, ecc.) il territorio di appartenenza. Mettere il territorio italiano in bottiglia ma non poterlo comunicare equivale a essere ambasciatori che non possono nominare la propria patria. Arriviamo: in un capannone grande, comodo, ben illuminato e riscaldato ci sono in bell’ordine 265 grandi tavoli, suddivisi in larghe corsie. (continua sul cartaceo del gennaio 2015)

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