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L'oro della Mosella è sbarcato a Trieste

Qualche giorno fa, nonostante il tempo "da lupi", noi di q.b. abbiamo sfidato ogni intemperia per poter incontrare Gernot Kollmann, produttore di Riesling dell’azienda Immich Batterieberg, alla Cantina degli Ostinati, un locale piccolo e molto accogliente che si affaccia su piazza Hortis, in Città Vecchia a Trieste L’atmosfera molto rilassata e informale ci permette di fare quattro chiacchiere con Gernot, il produttore, che non parla molto l’italiano, ma per capirci basta un po’ d’inglese e un calice di vino.  La Immich Batterieberg è considerata una delle più antiche cantine della Mosella. La parte centrale dei terreni della tenuta, ancora oggi utilizzati, fu menzionata per la prima volta, nel 908 d.C. da Ludwig IV, l'ultimo re carolingio franco-orientale, in un atto che confermava il trasferimento della proprietà alla chiesa. In degustazione vengono presentati sei Riesling che si differenziano non solo per l’annata, ma anche per il terreno: l’azienda lavora quattro vigneti situati su pendii estremamente ripidi, tutti appartenenti alla classe più alta nella Classificazione delle vigne prussiane del 1868 (basata sulla classificazione delle viti di Napoleone del 1804). Ellergrub , Zweppwigert e Batterieberg sono terreni composti principalmente da ardesia (ricca di quarziti), mentre Steffensberg si contraddistingue dai precedenti per l’alta percentuale di ferro. Il vitigno più coltivato è il Riesling (98%) affiancato in minima parte dal Pinot Nero, la maggior parte delle viti coltivate ha più di 60 anni e sono quasi tutte a piede franco (vigna che non è mai stata innestata su radici americane, a seguito della piaga della fillossera alla fine del XIX secolo).

 

Il primo vino è il C.A.I Riesling del 2016, fresco e profumato, una vera esplosione di fiori di campo, il sorso è molto fine, pulito e asciutto.  “Questo è l’entry level” spiega Gernot in inglese “a differenza degli altri non fa alcun passaggio in legno, di conseguenza è un vino molto leggero, infatti ha solo 10,5 gradi di alcol, ottimo per chi deve guidare, ma non vuole rinunciare a un buon bicchiere di vino!”  Mentre assaggiamo il secondo vino, l’Escheburg Riesling 2016, Gernot racconta un aneddoto interessante: “La storia e la tradizione sono due elementi molto importanti per la Immich Batterieberg, basti pensare che il nome del vino che stiamo bevendo è Escheburg: il nome del luogo dove è stato costruito il primo winery bulding (edificio della cantina)." L’Escheburg Riesling 2016 (Village), al naso si presenta agrumato, con leggeri sentori di fieno e verbena, il sorso è vibrante con finale citrino. La gradazione alcolica è di 11 gradi, ma di certo non mancano struttura e freschezza. Ottimo da abbinare con degli scampi crudi.
Dal 2009 Gernot è proprietario ed enologo della Immich-Batterieberg e decide di produrre vino naturale: utilizzando lieviti indigeni, fermentazioni spontanee e barrique molto vecchie. I suoi vini si distinguono dai classici Riesling: si presentano molto asciutti, secchi e destinati a lunghi invecchiamenti. Come in Borgogna, anche la Immich Batterieberg utilizza la classificazione dei vigneti in base alla qualità dei vini prodotti, distinguendo in ordine crescente: Village, Premier Cru e Gran Cru. In questo modo si sottolinea l’importanza della zona di produzione e quindi del terreno.
Proseguiamo con il Steffensberg Riesling 2016 (Premier Cru), dal fine profumo esotico: mango, ananas e frutta secca. Il sorso è lungo e strutturato, l’acidità è ben bilanciata dall’alcolicità (11,5% di alcol) creando un equilibrio che rende questo vino più morbido e rotondo dei precedenti.  Assaggiando i primi tre Riesling si rimane colpiti dalle loro differenze: è sempre lo stesso vitigno, ma i terreni e i metodi di vinificazione sono diversi. C’è un fattore che distingue maggiormente i vini naturali da quelli prodotti in serie, ed è sicuramente l’annata.


“Nel 2015 abbiamo avuto una grande perdita d’uva, le rese erano molto basse, ma il risultato è stato un vino ben strutturato, molto persistente ed elegante",  spiega Gernot mentre assaggiamo il Zollturm Riesling 2015 (Gran Cru), che si presenta molto agrumato con un leggero sentore di pietra focaia e idrocarburi; il sorso morbido e avvolgente crea un ottimo equilibrio con la spiccata acidità. Un vino ricco di fascino e che potremmo definire avvincente.
Non è da meno l’Ellergrub Riesling 2014 (Gran Cru) caratterizzato da un profumo che va dal fruttato al floreale passando per le spezie chiare: profondo sentore di mela matura, da cui spicca un leggero fiore d’acacia accompagnato da una lieve nota di pepe bianco e idrocarburi. Ottimo con un pesce alla griglia o piatti speziati come il pollo al curry. Concludiamo con il Batterieberg Riesling 2013 (Gran Cru): asciutto, elegante e potente, naso molto profumato e avvolgente. Sorso lungo, fresco e sapido. “Un vino che darà il meglio di sé tra una decina d’anni” ci consiglia Gernot.


Tutti i Riesling in degustazione sono caratterizzati da una spiccata acidità accompagnata da una struttura solida e potente: fattori che delineano un lungo potenziale di invecchiamento.  L’unico consiglio che possiamo dare noi di q.b. a coloro che non hanno molta pazienza e non riescono a tenere una bottiglia in cantina per dieci anni, è comprare dieci bottiglie e aprirne una ogni anno, magari il tempo trascorre più velocemente! 

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