Insoliti metodo classico rifermentati in bottiglia

CLASSICI INSOLITI Spumanti Metodo Classico rifermentati in bottiglia.  L’enoteca Bischoff di Trieste in collaborazione con Gianpaolo Girardi titolare di “Proposta vini”, una delle distribuzioni di vino più accreditate d’Italia, ci conducono alla scoperta del progetto “Bollicine da uve italiane” ideato nel 2004 con lo scopo di valorizzare i vitigni autoctoni del nostro Paese. “I vitigni hanno un forte potere identitario – spiega Girardi – perché riflettono un determinato territorio.” Negli ultimi anni nella nostra penisola si è diffusa molto la pratica della spumantizzazione persino in aree viticole e con vitigni ritenuti fino a poco tempo fa inadatti alla produzione di Metodo Classico di qualità. Più che di diffusione, si dovrebbe parlare di ritorno alle origini poiché già nell’antica Roma si producevano vini mossi ottenuti grazie a una lenta e naturale rifermentazione in anfore sigillate e tenute a basse temperature. Le bollicine di qualità cominciano a farsi spazio nel panorama enologico italiano alla fine dell’Ottocento, dapprima con l’utilizzo di vitigni internazionali provenienti dalla Francia come Chardonnay e Pinot Nero, soprattutto in regioni con clima freddo-temperato quali il Piemonte, la Lombardia e il Trentino, che ancora oggi sono i più grandi produttori di spumante nel nostro paese; regioni affiancate dal Veneto che rimane l’indiscusso territorio delle bollicine da rifermentazione in autoclave. Negli ultimi tempi altre regioni della penisola hanno scoperto un’ottima vocazione per la rifermentazione in bottiglia, utilizzando cultivar autoctone ricche di acidità, un tempo estranee alla tradizione della presa di spuma e spesso scartate perché povere di zuccheri.

Qui sotto un breve report delle degustazioni, #ociseioseguiqb. 

 

Spumanti metodo classico rifermentati in bottiglia. Degustiamo:  
X.T. VALLEE D’AOSTE BLANC DE MORGEX ET DE LA SALLE EXTRA BRUT dell’azienda CAVE MONT BLANC. Partiamo dalla Valle d’Aosta. Vigneti coltivati a un’altitudine di 1000 metri sul livello del mare, con viti a piede franco (cioè non innestate su radici americane, viti resistenti alla Fillossera, insetto parassita che rifugge le rigide temperature del clima montano). L’uva utilizzata è il Prié Blanc, unica varietà storica valdostana a bacca bianca, dal ciclo vegetativo molto ridotto a causa del germogliamento tardivo e della precoce maturazione; caratteristica che apporta al vino una spiccata freschezza. Di colore giallo paglierino con perlage sottile, al naso si rivela subito minerale, con fragranze di pasticceria e miele. Emergono toni aromatici di salvia. In bocca è piacevolmente cremoso e fresco, si percepiscono note di lieviti accompagnate dall’elevata mineralità che esalta una chiusura sapida.

CIMBRUS BRUT di NICOLODI ALFIO Ci spostiamo in una zona ampiamente conosciuta per gli Spumanti Metodo Classico: il Trentino, nello specifico ci troviamo in Val di Cembra e il vitigno protagonista è il Lagarino Bianco, tipico di queste zone e caratterizzato da una spiccata acidità.  Veste giallo paglierino carico, il naso è caratterizzato da tostature di pane, nocciole e leggera frutta candita che riportano alla mente le golose note di una fetta di panettone. All’assaggio risaltano freschezza e sapidità che amplificano le note percepite al naso. Chiusura amarognola che richiama leggermente aromi di tabacco biondo. Lungo affinamento sui lieviti di oltre 70 mesi.

NERELLO MASCALESE BRUT azienda MURGO Voliamo in Sicilia. “Più precisamente sull’Etna – racconta Girardi – che è chiamata 'il nord del sud Italia' vista l’elevata altitudine del vulcano. In questa regione si producono spumanti dal 1880, una volta venivano chiamati 'Zappalà' traduzione storpiata del termine Champagne in dialetto catanese”. Terreno vulcanico e ricco di minerali, viti basse ad alberello, l’uva utilizzata è il Nerello Mascalese, varietà a bacca rossa molto diffusa in Sicilia,  in questo caso vinificata in bianco. Si presenta di un colore giallo paglierino luminoso, intenso incipit di note ammandorlate di confetto e zucchero a velo. Si schiudono poi sentori fruttati di mela matura e agrumi. Infine fanno capolino intriganti note affumicate. In bocca entra deciso con spiccata freschezza equilibrata dalla cremosità del perlage, sorso piacevolmente corrispondente, chiusura agrumata.

BOMBINO BIANCO BRUT RISERVA NOBILE azienda D’ARAPRI’ Questo spumante nasce nel bel mezzo della macchia mediterranea, su un pendio di composizione silicio calcarea, a San Severo, in provincia di Foggia, dalla passione di tre amici Girolamo, Louis e Ulrico, inizialmente uniti dall’amore per la musica jazz, poi divenuti grandi appassionati del frutto di Bacco. L’uva utilizzata per questo spumante è il Bombino Bianco ricco naturalmente di acidità. Giallo brillante, con perlage sottile. Accattivante mescolanza di aromi tostati e fruttati: nocciola e crosta di pane si alternano a mela gialla e pera abate. Nel finale emergono cenni di miele e tabacco. All’assaggio è morbido e rotondo, appaga il palato con una sapidità e un’acidità ben strutturate, in un insieme che riprende la complessità del naso con pari piacevolezza ed eleganza. L’utilizzo del legno durante la fermentazione del vino base ha donato una particolare rotondità.

ESTASI IN SINFONIA BRUT di FRANCO DI FILIPPO Restiamo in Puglia e concludiamo con una vera e propria curiosità: Moscato Reale di Trani. Solitamente da questa varietà si ottengono vini passiti, ma poi c’è sempre l’eccezione che conferma la regola. In questo caso le uve del Moscato Reale vengono lasciate appassire in pianta, seguono pigiatura soffice, fermentazione in botti di acciaio e maturazione sempre in botti di acciaio per 12 mesi; ’imbottigliamento, rifermentazione in bottiglia e affinamento di 12 mesi sui lieviti. Il risultato è davvero particolare a partire dal colore: giallo dorato con riflessi ambrati, bollicine fini e persistenti. Si rivela subito intrigante al naso con note di resina che si mescolano alla freschezza degli agrumi. Un fondo minerale di salsedine si alterna a eleganti sfumature dolci, di miele e albicocca secca. La piacevolezza dei sentori olfattivi è riconfermata all’assaggio, equilibrato e con una spalla acido-sapida integrata e sostenuta da una buona struttura.  Perfetto in abbinamento con formaggi cremosi erborinati.

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