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Il vino che nasce dall'anima

Laura: “Produrre e vendere un buon vino non è facile come sembra da fuori, se non provi amore e passione questo lavoro non riesci a svolgerlo in maniera adeguata. La mia azienda,  è la mia famiglia e la mia vita. Ho imparato a viverla come un musicista vive la musica, ad essere felice e sincera come lo può essere un bambino, spontanea come lo sbocciare di un fiore a primavera.

Il vino può essere sincero, spontaneo, affascinante ed è sicuramente motivo di aggregazione tra le persone. Da un calice può nascere un’amicizia. La giusta dose di vino mette di buon umore. Il vino è sangue di Cristo e frutto della terra fin dalla notte dei tempi. Piantare la vite, coltivarla e spremere il suo nettare certamente mi ha avvicinata a Dio.”

Queste le prime parole di un’intervista fatta con il cuore. Conosco Laura Angelini dell’azienda La Pietra del Focolare all’evento organizzato a Roma da Carlo Vischi #per tutti i gusti, dal nome singolare “Vi pestiamo Tutti” centrato su piatti tradizionali, ingredienti e vino di quella terra magica di nome Liguria. La conosco, me ne innamoro per la vitalità, la simpatia, l’energia che ci mette, che ritrovi elegantemente nel bicchiere. Si perché la decisione di intervistarla è nata dal connubio perfetto tra due sinergie: la qualità del suo vino e la proiezione della sua personalità nel suo Vermentino. Si perché degustando il suo Solarancio, trovi non solo la sua terra, ma anche un’energia prorompente che ti avvolge. L’azienda La Pietra del Focolare nasce nel 1995 da un cambiamento di vita repentino di Laura e Stefano, entrambi impiegati in altri settori.

Decidono, soprattutto Stefano, che l’aria di città gli era stretta, soprattutto come dice lui gli mancava l’aria della campagna, il riflesso del sole sull’erba bagnata di rugiada e tutti i rumori della natura. Prendono in gestione un piccolo appezzamento a Bacchiano; ne segue un altro a Sarticola, fino ad arrivare a 15 vigneti per un totale di 7 ettari sparsi sul territorio di Ortonovo, Castelnuovo Magra e Sarzana. Tutti nel territorio della D.O.C. Colli di Luni, in provincia di la Spezia (Liguria). Stefano si occupa della vigna e della cantina, Laura delle pubbliche relazioni, delle vendite, delle consegne fisiche del vino e della contabilità. Anche se fra i due esiste un’intesa e una simbiosi unica che gli permette di risolvere i vari problemi con estrema semplicità. La maggior parte dei vigneti si trovano in collina, i sesti d’impianto sono i più svariati: dalle 5000 alle 10000 piante per ettaro. Molti sono terrazzati e si possono lavorare soltanto manualmente, altri sono percorribili con i mezzi meccanici. La loro età varia dai tre ai sessanta anni. Vengono prodotte 35000 bottiglie, delle quali circa 3000 di vino rosso: Colli di Luni.

E: I vigneti: un eredità o una scelta di vita?

L: La pietra del focolare è il nostro lavoro e la nostra famiglia e credo che le due parti siano inscindibili, così come lo siamo noi. E’ stata quindi una scelta di vita, per ritrovare quel legame tra uomo e natura che si stava indebolendo.

E: Mi descrivi il tuo lavoro, in vigna e in cantina.

L: Inizialmente io partecipavo attivamente a tutte le operazioni in vigna. Ho imparato le tecniche della potatura e della legatura con i salici e gli antichi sistemi, la potatura verde e i trattamenti fungicidi. Ora mi occupo delle vendite, soltanto durante la vendemmia ritorno in campo e dirigo le persone in fase di raccolta. Stefano si occupa della vigna e della cantina.

E: La tua giornata tipo ?

L: Sveglia alle sette in inverno, alle 6,30 in estate, parto per effettuare gli ordini e le consegne del vino dai clienti nella mia zona di vendita che va dalle Cinque Terre a Massarosa, molto spesso rientro per pranzo. Poi lavori di casa e più tardi riparto per il mio giro. La sera rientro, preparo la cena (e si fa tardi), poi contabilità, Facebook e a nanna

E: Come e' stato il bilancio 2012? Previsioni per il2013? La crisi? Come avete pensato di affrontarla?

L: Il bilancio 2012 è stato positivo, come quello degli anni precedenti. Non possiamo non essere contenti, ma teniamo i piedi per terra e continuiamo a fare un passetto per volta e molti sorrisi. Le previsioni per il 2013 sono buone, stiamo raccogliendo ciò che abbiamo seminato e la crisi per fortuna non ci ha toccato, comunque pensiamo di affrontarla giorno per giorno mantenendo il nostro ottimismo unito alla passione per la nostra attività e all’amore.

E: In che modo le istituzioni possono aiutare le piccole aziende?

L: Le istituzioni possono aiutare le piccole realtà e in certi casi lo hanno fatto anche con noi, purtroppo non esiste un progetto serio e la maggior parte di risorse vengono sprecate in consulenze prima di giungere alle aziende.

E: Se potessi tornare indietro rifaresti ogni cosa? Cambieresti qualcosa?

L: Se potessi tornare indietro penso che ripercorrerei la medesima strada, visto che abbiamo deciso tutto senza vincoli o compromessi esterni, probabilmente lotterei di più per avere nei Colli di Luni un Vermentino più vero e meno corrotto.

E:Ti ha cambiato il vino? O tu sei riuscita a cambiare lui?

L: Quando abbiamo preso i primi vigneti in gestione lo abbiamo fatto con l’idea di raccogliere dalla vigna il meglio che essa ci potesse offrire, senza stravolgere il territorio, cercando di farla produrre una quantità di uva molto al di sotto del disciplinare di produzione in modo da avere poca quantità con tanti zuccheri, tanto sapore e buoni profumi. Siamo andati un po’ in controtendenza e soprattutto non abbiamo mai pensato di produrre vino pensando al portafogli, cosa che continuiamo a fare! Accontentarsi delle piccole cose e viverle, porta grande felicità. Il vino ci ha cambiato,ci ha reso più sensibili.

 

E: Quali le sensazioni che vorresti far provare quando qualcuno degusta un tuo calice? Secondo, te cosa vorresti che ricordassero nel berlo ?

L: Quando le persone degustano il nostro vino, sorridono: il vino trasmette l’animo di chi l’ha creato a chi lo sa gustare e le genti tutte fa cantare. E dopo che lo hanno degustato trovano il nostro carattere e il nostro pensiero nel calice. Quelli che non ci conoscono dicono che il vino è buono, come era buono il melone maturo e profumato del maestro Zen nel suo koan…

E: Le differenze tra un vino di oggi e un vino di ieri?

L: Le differenze tra un vino di oggi e uno di ieri possono essere molte; la cosa che non trovo quasi più nei vini moderni è il sapore dell’uva, cosa che si sentiva nei vini buoni dei nostri nonni. I vini moderni, spesso sono talmente artificiali da non avere alcun legame tra uva e vino. A volte amo molto la birra.

E:Cosa dovrebbe raccontarci un tuo vino ?

L: Il mio vino dovrebbe raccontarvi la sua voglia di crescere e diventare grande, la sua felicità espressa dalla mente di un bambino, il calore che trasmette un bacio, il colore del tramonto in un sole che non ti fa strizzare gli occhi e la gioia della vita.

E: Quanti i sacrifici e quante le gioie?

L: Per far crescere La Pietra del Focolare insieme alla passione che ti accende e ti mantiene vivo oltre misura sono stati necessari tanti sacrifici. Tutti i sacrifici che occorrono a far crescere un figlio e che come per un figlio non ti pesano. E poi le gioie sono state di gran lunga superiori e vissute giorno per giorno, non le elenchiamo, lasciamole immaginare.

E: Un suo progetto futuro?

L: Un mio progetto futuro potrebbe essere quello di un vino analcolico, ci sto lavorando, ma ho bisogno di tempo per mettere a punto la ricetta.

E: Cosa sogni per la tua azienda ?

L: Per molti anni ho sognato di produrre un vino buono, che piaccia alla gente,che faccia parlare di se. Spesso ho sognato di veder sorridere la gente dopo aver bevuto il mio vino. Adesso sono contenta e continuo a sognare. Sogno più amore e sincera amicizia tra la gente. Oggi vedo le persone sedute ad un tavolo che sorridono mentre sorseggiano il mio nettare e penso che molti dei miei sogni si sono avverati

E: Esiste la “cultura“del vino naturale o rimane una moda?

L: Il vino naturale, pur essendo un termine generico e vago, è l’ideale del produttore e del consumatore, anche noi puntiamo al nostro vino naturale. Molti dei nostri vigneti per locazione e gestione potrebbero avere tutti i requisiti. Noi diffidiamo delle etichette biologiche o biodinamiche perché abbiamo avuto delle esperienze negative per quanto riguarda le modalità di certificazione che vengono adottate e che sono poco chiare e credibili. Abbiamo adottato il nostro sistema a basso impatto inquinante e usiamo la nostra coscienza come deterrente.

E: Secondo te un vino può essere definito buono quando ?

L: Secondo me un vino può essere definito buono quando oltre a essere a posto con tutte le caratteristiche organolettiche positive, invoglia la persona a berlo di nuovo, lascia un palato pulito, non unto o amaro, insomma per dirla tutta “quando la nostra bocca è subito pronta per un bacio appassionato, il vino era buono.”

E: Se potessi coltivare un vitigno diverso da quelli già presenti nella tua azienda, quale sarebbe? Perché?

L: Ho provato a coltivare diversi vitigni nella mia piccola azienda e penso che nei Colli di Luni il Vermentino oltre ad essere una tradizione, produce un vino moderno, che piace alla gente. Io penso che dovrei continuare la tradizione di questo vitigno e soprattutto cercherò di mantenere la tipicità del vino che ne deriva senza inquinarlo con vitigni alloctoni, anche se questo a volte comporta scontri e malumori o incomprensioni con i miei colleghi, i degustatori ed esperti.

Gli occhi di Laura, sono la sua anima; anima sensibile, che cogli quando incontra un’amica e si commuove, o sorridente anche se stanca ci saluta. Niente trucchi, solo lei , Stefano, la sua vigna e il suo meraviglioso Colli dei Luni Doc Vermentino Solarancio 2011.

Il Vermentino Solarancio, nasce da vitigni in località tra Sarticola e Bacchiano, a circa 200 mt sul livello del mare, dove la brezza marina soffia delicata sugli acini, da un terreno scistoso e con un ottima esposizione. Del colore del sole, brilla di luce propria nel bicchiere, si adagia lento e copioso nel calice. I profumi invitanti salgono, inspiri e senti la Liguria, macchia mediterranea, fiori secchi, erbe aromatiche, frutta citrina. Scalpita nel palato, intenso e gentile, avvolge con carisma e sensualità, pacato e dirompente lasciando con la sua mineralità… il ricordo del mare. Chiudo gli occhi e penso… La Liguria non è poi così lontana.

La Pietra del Focolare
Indirizzo: Via Isola, 76 - Ortonovo 19034 (SP)
Tel: 0187.662129
Fax: 0187.662129
www.lapietradelfocolare.it
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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