Il vino cambia se cambia il tappo

Serata speciale all’enoteca di Cormons, il 12 aprile 2019, alla vigilia della 4a edizione del Mercato #FIVI del FVG. Ospite Walter Massa, un enologo definito un “contadino straordinario” per il suo accurato lavoro in vigna, con un’esperienza quarantennale alle spalle. qbquantobasta era presente! E sicuramente i lettori del nostro mensile ricorderanno un report di qualche tempo fa su Timorasso Derthona di Cosima Grisancich. Massa con visione e caparbietà  ha valorizzato un territorio, quello dei Colli Tortonesi, investendo nella coltivazione di un antico vitigno autoctono a bacca bianca, salvandolo dall’estinzione: il #Timorasso. Vinificato separatamente in purezza per singoli cru, si rivela un vino dalle sorprendenti qualità organolettiche.  La degustazione è centrata su un suo studio relativo all’uso delle varie chiusure, i “tappi”,  per vedere l’effetto nell’evoluzione del vino nel tempo. Dal sughero monopezzo di alta qualità al Nomacorc (polimero di canna da zucchero), passando per lo Stelvin (tappo a vite) e il DIAM (microgranina di sughero tenuta insieme da leganti vegetali). 


I vini sono stati serviti rigorosamente alla cieca e in modo casuale. Si è iniziato dal Timorasso Derthona 2016 con le quattro diverse chiusure:  abbiamo ritrovato nel bicchiere diversi vini, sia nei profumi più o meno marcati che nella freschezza in bocca. Il pubblico presente, composto prevalentemente da vignaioli friulani e tecnici, ha votato per alzata di mano. Ha prevalso lo Stelvin con notevole distacco sugli altri. La solforosa con questa chiusura ha mantenuto un bouquet aromatico e una freschezza maggiore. Massa ha sottolineato che negli anni c’è stata una sua continua sperimentazione con le varie chiusure, lui infatti esce in ogni annata con lo stesso vino nelle varie chiusure. Il suo obiettivo è quello di far indirizzare i vignaioli nonché i consumatori a prendere in considerazione sempre di più l’uso del tappo a vite con l’obiettivo di diminuire l’aggiunta dei solfiti pur mantenendo inalterata la qualità organolettica del vino.  Per il Derthona 2013 i partecipanti si sono divisi tra due chiusure, una con tappo a vite e l’altra DIAM, con una leggera preferenza per quest'ultimo. Nel Timorasso con lo Stelvin abbiamo riscontrato una leggera presenza di idrocarburi, tanto da far ricordare i vini della Mosella. Quì è prevalsa più la percezione della piacevolezza personale che quella tecnica. 

A finire, dopo la batteria dei bianchi,  è stata presentata anche la Barbera Monleale (che prende il nome proprio dal paese di Walter), un’altra uva rappresentativa del territorio. Due annate 2007 con due differenti chiusure. Una grande esplosione di frutta rossa e grande corpo; in entrambi ritroviamo le caratteristiche varietali e freschezza. Ma è ancora una volta il tappo a vite a sorprendere, mantenendo un vino integro, armonico ed elegante rispetto alle bottiglie con il tappo in sughero. Quest’ultime si sono rivelate anche molto diverse tra loro, per il semplice fatto che il sughero cambia da tappo a tappo. Con il tappo in sughero possiamo trovare l'eccellenza così afferma, intervenendo al dibattito, Lorenzo Mochiutti di Vgnai da Duline, anche se sempre permane un costante dubbio. "Il vino cambia se cambia il tappo”: questo è quello che, dalla sua prima vendemmia, Walter Massa sta provando a dimostrare e trasmettere ai suoi amici vignaioli.
La batteria dei vini:
Timorasso Derthona 2016 – tappo a vite STELVIN
Timorasso Derthona 2016 – tappo in sughero di qualità
Timorasso Derthona 2016 – tappo DIAM 100
Timorasso Derthona 2016 – tappo NOMACORC
Timorasso Derthona 2013 – tappo in sughero di qualità
Timorasso Derthona 2013 – tappo a vite STELVIN
Barbera Monleale 2007 – tappo a vite STELVIN
Barbera Monleale 2007 – tappo in sughero di qualità

 

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