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GRENACHES DU MONDE 2017

Dall'8 all'11 febbraio 2017 in Sardegna - tra Alghero, Nuoro, Barumini e Cagliari - si svolgerà la V edizione di Grenache du Monde, Concorso Internazionale itinerante promosso dal Conseil Interprofessionnel des Vins du Roussillon (Civr) in collaborazione con l’Agenzia Laore (Agenzia regionale per lo sviluppo in agricoltura) e Regione Sardegna. Il concorso è aperto a tutte le tipologie di vino provenienti da qualsiasi paese o produttore, con una percentuale minima di Grenache del 60%. Per l'edizione 2017 sarnno 100 i giudici che valuteranno i circa 700 vini in concorso provenienti da diversi paesi (Italia , Francia, Spagna, Germania, Gran Bretagna, Olanda, Belgio, Lituania, Slovenia, Grecia, USA, Libano, Giappone, Australia). Sarà presente anche il Tai rosso vitigno autoctono dei Colli Berici, la cui natura genetica è identica a quella del Cannonau sardo, del Grenache francese e della Garnacha spagnola. Il programma prevede dalle 8.30 di venerdì 10 febbraio all'Hotel Carlos V di Alghero il concorso vero e proprio con tutti i vini in degustazione. Siamo molto orgogliosi che sia presente fra i commissari anche Barbara Repovs, collaboratrice della nostra testata. Si potranno assaggiare i vini anche in occasione della serata "Alghero accoglie Grenaches du Monde" al Lo Quarter sempre il venerdì alle 20. L'annuncio dei vini premiati sarà invece la sera di sabato 11 febbraio all'Ex Manifattura Tabacchi di Cagliari, quando sarà svelata la Regione ospitante per l'edizione 2018 di Grenache du Monde.

GRENACHE visto da vicino

Con circa 200.000 ettari, è il vitigno con la maggiore superficie vitata nel Mondo. Si trova in Spagna, la terra d'origine (100 000 ha), nin Aragona, in Castiglia, nel paese basco ed in Catalogna. È anche fortemente impiantato in Francia (90 000 ha) (Roussillon, Languedoc, valle del Rodano, Provenza), in Portogallo, in Italia (specialmente in Sardegna), in Grecia, in Messico, in Sudafrica, in California (regione di Chaparral), in Cile (a sud di Santiago), in Australia (zona di Perth).
All'origine, si trattava esclusivamente di grenache nero. Ma poco a poco si sono sviluppate le forme grigie (o rosate) e bianche principalmente al momento dell'espansione dei vini dolci naturali.

S’intende vitigno Grenache (rosso, bianco o rosato) con tutti i suoi sinonimi ufficiali, in Italia per esempio Cannonau in Sardegna, Tai rosso in Veneto, Gamay perugino in Umbria secondo il Registro Nazionale delle varietà d'uva pubblicato sul sito del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf).  Il grenache è un vitigno vigoroso, a porto eretto, resistente al vento. È perfettamente adattato ai terroir più magri e più siccitosi. È condotto soprattutto in alberello o a cordone speronato, con una potatura corta a due speroni. È necessario potarlo corto per controllarne il vigore.
Il grenache ha grandi grappoli, tronco-conici, alati, compatti. Gli acini sono di dimensione media con una buccia abbastanza spessa e abbondante succo. È tardivo ma con un germogliamento precoce. Il grenache è poco colpito dall'oidio (frequente nel bacino mediterraneo), ma è sensibile alla colatura e agli attacchi batterici. I grappoli compatti e fitti favoriscono lo sviluppo della peronospora e della muffa grigia. È quindi più adatto ai climi mediterranei, poco umidi. Produce delle rese molto variabili da 20 hl/ha a 80 hl/ha in terreno fertile e con potatura lunga. Grenache Noir è adattato ai terreni leggermente acidi, ghiaiosi, ciottolosi, caldi e a forte riverberazione, che consentono un lungo e buon periodo di maturazione. I suoli molto calcarei con pH basico gli convengono meno bene. Dà i suoi migliori risultati con scarse rese, come avviene spesso in zona mediterranea poiché la siccità e i suoli fini limitano naturalmente la sua produttività. Il potenziale d'accumulo degli zuccheri di questo vitigno è molto elevato ma il colore cade rapidamente quando aumentano le rese. L'acidità è generalmente limitata. Il potenziale alcolico del Grenache Noir consente di ottenere vini dolci naturali di grande qualità sempre che il terroir sia qualitativo, che si controlli perfettamente la resa per ottenere un colore ben concentrato.

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