Grappa, occhio al packaging


Una attenta osservazione dei mercati esteri sui quali investire. Una cultura della grappa da diffondere tra i consumatori. Un occhio di riguardo al packaging che rappresenta il biglietto da visita di ciascuna azienda. Sono questi i tre punti cardine su cui Elvio Bonollo, Presidente dell'Istituto Nazionale Grappa, ha voluto porre l'attenzione a consuntivo della partecipazione dell'Istituto all'edizione numero 50 di Vinitaly, il Salone Internazionale dei Vini e dei Distillati.

Sull'estero c'è ancora molto da fare - spiega Bonollo - perché il mondo della grappa si scopre ogni giorno più vocato all'internazionalizzazione. A oggi la quota di esportazione del nostro distillato è del 20%, in particolare in Europa e nei paesi a lingua tedesca e il messaggio da lanciare da questo Vinitaly è che esiste l'opportunità di crescere ancora sui mercati esteri, se facciamo nostra l'idea che quando esportiamo grappa, esportiamo un pezzo del patrimonio culturale italiano. Spesso i consumatori non conoscono la storia e le caratteristiche della nostra acquavite di bandiera. Il nostro ruolo come Istituto Nazionale Grappa è anche quello di contribuire allo sviluppo di una vera e propria cultura di questo distillato, di quanto lavoro sta dietro a ogni bottiglia e della storia unica e originale di ciascun produttore, spesso portatore di una sapienza che si tramanda in famiglia da generazioni."

Sul sito di qbquantobasta è sfogliabile gratuitamente il vademecum della grappa curato da Maurizio Dosualdo, ANAG FVG e realizzato grazie a Grappa Tosolini


Non meno importante del distillato, per conquistare il mercato è altresì il saper vendere l'immagine che lo rappresenta. "E' per questo - conclude Bonollo - che oggi si presta sempre più attenzione al packaging, tratto distintivo di creatività e stile che caratterizza ad ogni livello e in ogni settore il made in Italy".

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