Endrizzi 2005: wine tasting delle qbiste

Wine tasting cantina Endrizzi per il mensile qbquantobastaWine tasting cantina Endrizzi per il mensile qbquantobastaPremessa: le #qbiste sono un gruppo affiatato e competente di sommelier e giudici di analisi sensoriale rigorosamente al femminile, Guidate da Liliana Savioli, fanno riferimento al mensile di gusto e buongusto #qbquantobasta  e ovviamente anche al quotidiano on line www.qbquantobasta.it  I loro nomi? Luisa Alzetta, Ada Regina Freire, Loredana Carla Gaviglio, Emanuela Santi, Antonella Zanello. Il loro è un modo di degustare fatto soprattutto di emozioni, colori, musica, suggestioni visive, tattili. Il qbtasting seduce sempre di più per l'allure particolare che conferisce a degustazioni rigorosamente eseguite. Qui vi proponiamo un'orizzontale (2005) di alcuni vini della cantina Endrizzi in un confronto fra Trentino e Toscana. Il testo della degustazione è stato scritto da Liliana Savioli. "Ricevo dagli Endrici delle pregiate e preziose bottiglie, tutte del 2005: l’occasione ideale per una grande orizzontale. Urge un’altra riunione delle qbiste (oramai lo sapete chi sono e chi siamo: le fans di qbquanto basta). Non solo uve diverse ma anche territori e terreni diversi. Trentino e Maremma. 2005: un’annata disturbata da un andamento climatico piuttosto difficile, specialmente nei mesi di agosto e settembre, con una primavera e inizio estate siccitose e calde. Secondo Carlo Ferrini, uno degli enologi più affermati, “il 2005 è stata un’annata che ha premiato soprattutto le aziende dove si è lavorato bene il vigneto”. Ma dopo 8 anni che sorprese ci riserva? Teroldego Rotaliano Maso Camorz Superiore Riserva

Denota ancora segni di gioventù il suo colore rosso rubino con riflessi violacei. Dal bicchiere fermo percepiamo note di polvere da sparo, caffè, cuoio e fieno. Poi, ossigenandolo lentamente, esce la parte dolce con la confettura di prugna e ancora china e inchiostro. Al gusto i tannini sono setosi, armonizzati da una giusta morbidezza contrastata dalla freschezza e sapidità. Non un gran corpo, tipico del Teroldego, vitigno che viene dal freddo. Lo pensiamo abbinato a una buona zuppa di montagna con speck. E se fosse una persona? Lo vediamo come un elegante intellettuale seduto in un caffè a Montmartre.
Masetto Nero Antica Cuvèe di famiglia uve Cabernet Sauvignon, Merlot, Lagrain, Teroldego
Un’unghia granata su un rosso rubino spento. Quasi oleoso, ti sposta il bicchiere con la rotazione, le lacrime sono fittissime e calano lentamente. Già alla vista denota un gran corpo. Al naso la complessità ti spiazza. Note dolci di frutta scura, susine, ma anche di vaniglia e burro. Sembra di essere in cucina nel momento in cui sforni una crostata. Poi arrivano le ciliegie sotto spirito, il muschio, la terra, la menta, la liquirizia, il cioccolato e ancora china. Il gusto gioca tutto sull’eleganza. Tannini da manuale, ma
anche morbidezza e freschezza. Lungo e persistente. Coerente in tutto. Non è sferico, crea nella mente un disegno sinusoidale. L’abbinamento, dopo la degustazione, è stato perfetto con tagliatelle al Teroldego condite con un ragout di capriolo tagliato al coltello. Se fosse una persona? Un maschio sicuramente, un
dandy inglese intento a godersi gli ultimi raggi di sole, fumando la pipa con tabacco conciato al whisky.
Dono Morellino di Scansano Riserva
L’uva Sangiovese ha acini piccoli: il colore ne guadagna in profondità. È fitto fitto, quasi impenetrabile. Al naso percepiamo la violetta, la mela cotogna, la carruba. Ma anche note fresche di cardamomo, curry, sottobosco, erba luigia e polvere. Elegantemente combinati. Un vino educato, come i suoi tannini, ben
presenti, ma non invadenti. Lievemente sapido e fresco. Masticabile, tipicissimo, assolutamente non internazionale. Sferico e stratificato. Lo abbiniamo a formaggi semistagionati con composta di fichi caramellati e noci. Se fosse una persona? Una signora matura, seria e per bene. Di altri tempi…
Mèria Podere Maremmello Da uve Merlot, Cabernet Sauvignon, Sangiovese
Quando si dice un vino “nero”… questo lo è. La tonalità è scurissima con riflessi violacei ma difficili da cogliere considerando quanto è spesso. Che cosa ci regala il naso? Subito idrocarburi e gasolio che spariscono velocemente per lasciare il campo ai frutti rossi, alle marasche sotto spirito, al mirto, al rabarbaro, alla liquirizia amara e alle note salmastre delle olive nere. Il nero domina in questo vino. I tannini sono quasi giovani ma non sgraziati, asciugano totalmente la nostra bocca, senza renderla
arida. La lunghezza è importante e ci lascia con tanta liquerizia. Pensiamo che l’abbinamento ideale sia con selvaggina in salmì. E se fosse una persona? Senza dubbio una Dark Lady. Dobbiamo dar ragione all’enologo Ferrini: gli Endrizzi sanno lavorare bene i vigneti. Anche in questa annata, considerata
non eccelsa, sono riusciti a creare dei prodotti dove l’eleganza e l’armonia creano un mix vincente.

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