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Disciplinare pubblico di sostenibilità per il vino italiano

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Dal settimanale Tre Bicchieri del 24 giugno 2021 – Gambero Rosso riprendiamo alcuni stralci dell'articolo di Loredana Sottile. "Il capo dipartimento del Mipaaf Giuseppe Blasi il 24 giugno 2021 ha firmato il decreto che tutti stavano aspettando: con il provvedimento a regime, il vino italiano avrà uno standard pubblico unico, attraverso un disciplinare basato sul sistema nazionale di produzione integrata, capace di mettere insieme il minimo comune denominatore in materia ambientale, economico e sociale. Facendo, quindi, riferimento a tutte le regole produttive e alle buone pratiche finalizzate a garantire il rispetto della natura, la qualità e sicurezza alimentare, la tutela dei lavoratori e dei cittadini, un adeguato reddito agricolo.

Frutto di una sintesi tra gli attuali protocolli pubblici, come Viva e Sqnpi, e privati, come Equalitas (nato nel 2015 dalla collaborazione tra Federdoc, Unione Italiana Vini, gruppo CSQA-Valoritalia, 3A Vino e Gambero Rosso), lo standard sostenibile del vino era stato inserito, lo scorso anno, all’interno al Decreto Rilancio e rimasto in attesa del decreto ministeriale, appena firmato".

"Ora serve accelerare con il disciplinare di produzione, per chiudere un quadro giuridico che consentirà alle imprese di applicare il nuovo modello già a partire dalla prossima vendemmia” commenta Ernesto Abbona, Presidente UIV.  "Per il presidente di Federdoc e di Equalitas, Riccardo Ricci Curbastro “L’approvazione del decreto rappresenta un passo decisivo verso una interpretazione condivisa e chiara della sostenibilità in ambito vitivinicolo. Ci complimentiamo con il Mipaaf per la determinazione con cui ha portato avanti l’iniziativa e ci auguriamo che a breve siano rese disponibili le procedure operative per permettere la certificazione alle imprese. Tale percorso” continua Ricci Curbastro “su cui Federdoc ed Equalitas sono impegnate ormai da diversi anni, fornisce una risposta propositiva alla strategia della Commissione sul Green Deal nell’ottica di rendere le Do nazionali più competitive sia sul mercato interno sia su quello globale”.

Regole e logo unici per tutti
L’adesione è volontaria. Per tutti i produttori sono previste regole uniche in materia di impiego di agrofarmaci e di buone prassi in vigna e in cantina (circa 40), ma anche – una volta raggiunta la certificazione – un logo uguale per tutti riconoscibile ai consumatori. Infine, buone notizie per le imprese che hanno già adottato lo standard Equalitas o gli altri protocolli a disposizione: a chi è già in possesso di una certificazione ambientale, viene data la possibilità di essere inserite – senza costi e per un periodo transitorio di due anni – nel nuovo standard della sostenibilità, evitando così doppi adempimenti”.

Nasce il Comitato della sostenibilità vitivinicola
Tra le novità del decreto, c’è anche l’istituzione di un Comitato della sostenibilità vitivinicola (CoSVi), cui spetteranno i compiti di definire il sistema di monitoraggio della sostenibilità della filiera vitivinicola, compresa la determinazione dei criteri per l’individuazione del campione delle aziende a carico delle quali condurre l’indagine; individuare gli indicatori necessari alle valutazioni della sostenibilità della filiera vitivinicola; supportare il Mipaaf nella fase di confronto e consultazione del partenariato economico e sociale.

Già a partire dal 2013, Gambero Rosso e Federdoc colsero infatti le aspettative del comparto attraverso i lavori del Forum per la Sostenibilità del Vino, con analisi e ricerche che permisero la nascita di Equalitas, standard leader per la certificazione della sostenibilità nella filiera vitivinicola

 a cura di Loredana Sottile g.c.

 

Questo articolo è tratto dal settimanale Tre Bicchieri del 24 giugno 2021 – Gambero Rosso

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