Contenitori alternativi per il vino

Anche in regione i produttori guardano con interesse ai “contenitori alternativi”. Ed è moda per i bag in box

                       In Friuli Venezia Giulia cresce l’interesse per il vino in cartone che non è più sinonimo di bassa qualità

Sempre più spesso anche i produttori locali scelgono questo nuovo modo di commercializzare il vino, in alternativa soprattutto alla damigiana. In regione, nella pianura friulana in particolare, esistono già alcune realtà aziendali che stanno utilizzando i bag in box, contenitori dalle forme poco ingombranti e facilmente gestibili da parte del consumatore, sia per quanto concerne l’utilizzo sia per il riciclo.

Di questo nuovo modo di confezionare il vino si è parlato a lungo durante un convegno tecnico organizzato, per la prima volta in regione, da Assoenologi Fvg, nell’ambito della manifestazione Cantine Aperte, a cura del Movimento Turismo del Vino.

All’incontro, tenutosi nell’azienda Cà Vescovo di Terzo di Aquileia (Gruppo Zonin), hanno partecipato Rodolfo Rizzi, Presidente di Assoenologi Fvg, Gianfranco Bisaro, Presidente del Gruppo Bisaro, che ha sponsorizzato l’iniziativa, Giordano Zinzani, Dirigente Caviro (Brand Tavernello), Dominique Fabre, Dirigente Rapak, Damiano Canali, Direttore tecnico della Cantina Ponte e Alberto Caporal, Direttore della Vigna Dogarina. I relatori, stimolati dalle domande della giornalista Rossana Bettini Illy, hanno spiegato ai numerosi produttori presenti le caratteristiche tecniche, fisiche, chimiche ed organolettiche relative al confezionamento del vino nei contenitori alternativi.

“In un momento in cui la bottiglia di vetro è meno richiesta – spiega il Presidente Rodolfo Rizzi – si sta facendo sempre più strada il bag in box. I contenitori alternativi non devono più essere considerati cartoni per i vini di bassa qualità. Dobbiamo convincerci che il futuro è anche in questo prodotto. Dobbiamo crederci e aver voglia di cambiare, il progresso guarda avanti e non rimane legato soltanto alla tradizione”.

Dello stesso avviso Armando Serena, Presidente di Montelvini, e Gianfranco Bisaro, Presidente del Gruppo Bisaro e di EnoPordenone. “La sfida è riuscire a nobilitare il vino in fusto – hanno commentato a margine del convegno – Non si può vendere il vino soltanto nei contenitori classici, crediamo molto a qualcosa di alternativo alla bottiglia di vetro. Un plauso va al Presidente Rizzi che ha organizzato questo convegno tecnico, è stata un’occasione di confronto e di crescita professionale”. Durante l’incontro i presenti hanno potuto anche degustare alcuni vini bianchi e rossi di ottima qualità, conservati nei contenitori tetra brik e bag in box.

 

 

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