E' il tempo di Raccogliere i coni di luppolo, che proprietà hanno?

Coni di luppolo pronti per la raccoltaConi di luppolo pronti per la raccolta

Complice una piacevole visita a un piccolo luppoleto locale e qualche ricerca da autodidatta, eccovi qualche notizia sul profumatissimo luppolo.
1. Lo sapete che il luppolo è un “arbusto sessista”? Si sviluppa solo dalle piante femminili, mentre i maschi servono solo nel momento in cui si voglia studiare qualche nuovo ibrido. Mescolandosi in campo maschi e femmine combinerebbero un bel pasticcio insomma. Motivo per cui le piante sono tutte riprodotte per innesto e non per semina.

2. Quando il luppolo veniva raccolto a mano, era comune osservare disturbi mestruali nelle donne che si occupavano del raccolto: al suo interno vi sono infatti principi estrogenici venuti alla luce solo negli anni Cinquanta del secolo scorso.

3. I capelli sono un problema? Niente paura: birra e infusioni di luppolo venivano usate in tutta l’area germanica, ma anche nei paesi arabi e in India per curare il cuoio capelluto preservandolo anche dall’alopecia. Provateci! Al massimo vi sarete fatti una birretta.

4. Siete particolarmente ansiose, stressate e agitate? Sappiate che il luppolo ha diversi effetti benefici soprattutto sull’umore, possiede miracolosi effetti calmanti e ha potere digestivo e depurativo.

5. E, udite udite, ha anche proprietà ipno-induttive. Se vi chiedete perché, la risposta è che fa parte della stessa famiglia della Cannabis!

6. Al tempo dei Romani veniva mescolato per aromatizzare le bevande con diverse erbe come rosmarino, mirto, maggiorana, menta e perfino fieno. Ma è solo negli ultimi 500 anni che è entrato a fare parte degli elementi cardine per la produzione della birra.

7. Quanto al nome scientifico, humulus lupulus, parrebbe che humulus derivi dal fatto che predilige i luoghi di terra umida e che lupulus si riferisca allo strano comportamento della pianta che strangola il suo tutore così come un lupo farebbe con la pecora sua preda.

 Luppoleto in Alta BavieraLuppoleto in Alta Baviera

In Italia non vi è tradizione agricola di questa pianta. La stessa tradizione birraria è storia recente e solo grazie all’aumento della produzione di birra alcuni lungimiranti imprenditori agricoli hanno dedicato parte delle loro campagne alla sua coltura.

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Ai Castelli romani è di scena la birra!

Contarini Beer FestContarini Beer Fest

 

Chiude domenica 29 settembre 2019 il Contarini Beer Festival ai Castelli Romani! Birra artigianale, vini naturali, cibo di strada, concerti, degustazioni, laboratori, area bimbi e molto altro immersi nel verde del parco comunale di Villa Contarini a Pavona (via del Mare 255, Albano Laziale). L’evento è organizzato da Associazione Sibarita in collaborazione con Malto da Legare e Beerbaccione con il patrocinio del Comune di Albano Laziale. Ingresso gratuito dalle 18 (domenica apertura stand alle 15). La formula è quella dei gettoni.

BIRRA-VINO -STREET FOOD. Tre giorni dedicati al bere e al mangiare di qualità. Ampia scelta di birre artigianali italiane e straniere alla spina, selezione in bottiglia di birre acide e senza glutine. La tap list è a cura di Malto Da Legare e Beerbaccione, con la partnership di Beerfellas beerstribution. Mentre la Sartoria del vino presenterà la sua selezione di vini naturali in calice o bottiglia. Nell’area street food Beer Style con panino con Pulled Pork e salsicce affumicate, l’agriturismo L’Ulivarella proporrà i cartocci con i suoi salumi, i tradizionali panini con porchetta di CI.PA Porchetta, infine le pucce vegetariane e di carne della Pucceria Truck Food.

MUSICA. Ricca la programmazione musicale dei concerti live. Domenica apre NameOut, poi toccherà a Blues Addiction Band, seguiti dai Tuls.

LABORATORI E ATTIVITA’. Per tutti e tre i giorni del festival l’ Unione Degustatori Birre con laboratori e degustazioni guida appassionati e curiosi nel mondo della birra artigianale. Presenti, inoltre, stand artistici di art deco e body painting a cura di Deco_Ser decorazioni .

Domenica 29 settembre da non perdere il laboratorio di Songwriting a cura del cantautore romano The Castaway (17.30/20.30). Sono invitati musicisti, band e cantautori dai 16 anni in su. Si consiglia di portare con uno strumento acustico (non obbligatorio). Completamente gratuito.

info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

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Batte per Andre il cuore ventenne di Cittavecchia

Parte dello staff di Birrificio CittavecchiaParte dello staff di Birrificio Cittavecchia

AILI. Per presentarveli parafrasiamo il nome della loro ultima creazione: Aila, in triestino “guardala, eccola”, la birra triestina patoca, cioè autentica, creata in occasione del ventesimo compleanno di Cittavecchia, lo storico birrificio artigianale di Trieste. È una Golden Ale proposta in formato 25 cl – novità assoluta in questo segmento del mercato in Italia. Áili vuol dire “Eccoli!” Sullo sfondo Portopiccolo dove si è svolta recentemente la presentazionedelle novità del ventesimo compleanno. Sono da sx: Michele, Federica, Giulio, Mara e Filippo, alcuni dei protagonisti del Birrificio, uno dei più antichi della regione FVG, sempre evergreen grazie alle innovazioni capaci di rispondere o anticipare le richieste del mercato. Guardate le nuove etichette e come sono state ripensate e riviste. Parlano da sole di un grande legame col territorio, di un sottile filo di ironia che contraddistingue il loro lavoro amato appassionatamente. Partiamo dai nomi e dalla birra a cui loro tengono maggiormente: ANDRE. Una English Ipa (India Pale Ale) una grande birra artigianale e quindi, come tutte le produzioni del birrificio, non filtrata né pastorizzata. È una birra del cuore perché realizzata con finalità di inclusione sociale in collaborazione con Andrea e Franco Antonello, Presidente quest'ultimo dell’Associazione  “I Bambini delle Fate”;  persone speciali come sono speciali i progetti sull’autismo, in particolare, che portano avanti in tutta Italia.

Articolo completo sul mensile cartaceo qbquantobasta di luglio. La versione digitale si può acquistare e scaricare dal nostro shop

 

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RAI condannata a risarcire Unionbirrai

Unionbirrai vince la causa intentata contro la RAI. Il Giudice di Pace ha condannato la TV di Stato a risarcire l’Associazione dei piccoli birrifici indipendenti per danno all’immagine e alla reputazione per un ammontare di 3.000 euro più le spese processuali.

L’azione legale, portata avanti dall’avv. Gaetana Russo, è partita a seguito di una puntata della fiction Tutto può succedere andata in onda su RAI 1 il 1 giugno 2017. Due attori, nel corso di un dialogo, avevano pesantemente denigrato una birra artigianale che stavano bevendo, utilizzando termini come “schifo”, “queste birre non valgono quello che costano”, spingendosi fino al paragone con le birre industriali: “prima aveva tutte birre normali, quelle che si trovano, poi si è buttato sulle birre artigianali, vatti a fidare”.

“Il Giudice ha riconosciuto che la conversazione andata in onda era diffamatoria dell’onore e della reputazione di Unionbirrai e della birra artigianale in generale – commenta Vittorio Ferraris, direttore dell’Associazione – Non è la prima volta che ci arrivano attacchi di questo genere, ma questa sentenza costituisce per noi un precedente significativo, molto più importante del risarcimento, che è assolutamente simbolico”. La somma del risarcimento verrà interamente utilizzata dall’Associazione per la promozione della cultura della birra artigianale in Italia.

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Ecco la bière blanche la birra dell'Università di Udine

Dopo la Amber Ale dello scorso anno accademico ECCO LA BIÈRE BLANCHE, LA SECONDA BIRRA DELL’UNIVERSITÀ DI UDINE. È stata presentata in occasione del avvio del corso “Tecnico gestionale per imprenditori della birra”.  di Stefano Buiatti, referente del progetto “Birra dell’Università”, alla presenza di Maria Cristina Nicoli, delegata del rettore alla Ricerca scientifica, Paolo Ceccon, direttore del Dipartimento di Scienze agroalimentari, ambientali e animali (Di4a), Massimo Di Silverio, direttore generale dell’ateneo e Teo Musso, del birrificio agricolo Baladin di Piozzo, in provincia di Cuneo, il più prestigioso birrificio artigianale d’Italia, con cui l’università ha avviato una collaborazione che ha portato alla produzione di queste birre. Presenti naturalmente gli studenti che hanno contribuito a realizzare il nuovo prodotto. 

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Amici birrofili Teo Musso arriva a Pordenone

Birra e filiera italiana. Nuove tendenze del mercato brassicolo. Ne parlerà a Pordenone venerdì 17 maggio 2019 il massimo esponente italiano nel mondo della birra, padre della birra artigianale italiana, Teo Musso. Appuntamento al Palagurmè di via Nuova Corva 80 alle 11. Noi di qb saremo presenti per un sontuoso report ai nostri lettori. 

Teo Musso e il movimento artigianale italiano. Classe 64, Teo Musso cresce nella campagna cuneese di Piozzo, dove vigneti erano di famiglia. La sua scelta però è stata la birra, mostrandosi fin da giovanissimo uno sperimentatore. Le molteplici e poliedriche esperienze di vita, tra cui anche un periodo a seguito di un circo itinerante, sono alla base del suo approccio creativo alla produzione artigianale della birra. Le Baladin (in francese, il cantastorie) è il nome che nel 1986 viene dato alla birreria di Piozzo dove tutto nasce: una passione personale a cui si aggiunge la conoscenza specifica e tecnica acquisita in Belgio, l’amore incondizionato per la propria terra e l’estro personale in continua evoluzione. Basti pensare che nel 2000 avvia la produzione di birra con l’installazione di grosse cuffie applicate a un fermentatore per allietare i lieviti con selezioni musicali e che attualmente sta curando con il dott. Durcio Cavalieri la mappatura di lieviti naturali italiani. 

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È nata Aila, birra triestina patoca

È nata ÀILA (termine dialettale triestino per guardala, eccola), birra triestina patoca, così viene definita nelle note stampa, di Cittavecchia craft brewery, in occasione del ventesimo compleanno dello storico birrificio artigianale di Trieste. È una Golden Ale proposta in formato 25 cl – novità assoluta in questo segmento del mercato in Italia. Àila sarà distribuita a partire dal 3 maggio 2019 a Trieste e in regione. 

Birra, Trieste, Birrificio artigianale

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Birra e birre dell'anno a Rimini

Sx Giovanni Faenza Ritual Lab dx Luciano Landolfi di Eastside Brewing Sx Giovanni Faenza Ritual Lab dx Luciano Landolfi di Eastside Brewing

Cento giudici hanno valutato le 1.994 birre in gara a Rimini, presentate da 327 produttori italiani e divise in 41 categorie, per ciascuna delle quali sono state scelte le tre migliori proposte brassicole in concorso. È il marchigiano Mukkeller il miglior birrificio d'Italia, ma a trionfare sul palco della Fiera di Rimini sono stati anche tre produttori artigianali laziali, che hanno ricevuto riconoscimenti per le loro originali creazioni birrarie. Sul gradino più alto del podio nella categoria delle birre scure ad alta fermentazione di ispirazione angloamericana, è salita la Black Viking del birrificio romano Rebel's Brewey. Nella categoria delle fruit beer, realizzate con l'utilizzo di frutta, ha primeggiato Eastside Brewing, birrificio di Latina, con la sua Sour Side Sour Cherry. Medaglia d'oro anche per Ritual Lab, birrificio di Formello (RM) con la Nerd Choice nella categoria delle birre ad alta fermentazione, luppolate e di ispirazione angloamericana. Il birrificio pontino ha conquistato anche una medaglia d'argento con la sua La Boch, una creazione di ispirazione tedesca, caratterizzata da una bassa fermentazione e da un alto grado alcolico.

“Le proposte dei nostri birrifici artigianali sono sempre più apprezzate dentro e fuori i confini nazionali”, ha spiegato Vittorio Ferraris, presidente di Unionbirrai, a margine della premiazione. “Questo concorso – ha proseguito - vuole premiare le eccellenze di un comparto in crescita, da Nord a Sud del Paese. La straordinaria ricchezza delle tradizioni agroalimentari italiane si riflette anche nelle nostre birre, realizzate spesso con prodotti tipici del territorio interpretati con la creatività e la maestria tipiche del nostro Paese”.

I NUOVI TREND DELLA BIRRA ARTIGIANALE. Se all’estero domina l’esagerazione a tutti i costi – dalle birre con marshmallows a quelle fluorescenti o glitterate – i trend emersi a “Birra dell'Anno” confermano che in Italia resta il primato delle American Pale Ale (APA) e delle India Pale Ale (IPA) in tutte le loro declinazioni. Che siano d’ispirazione anglosassone o americana, leggere come le Session IPA o dalla gradazione alcolica importante e con l'aggiunta di aromi intensi come le Imperial IPA, chiare e fruttate come le White IPA, o scure con sentori di caffè e pane tostato come le Black IPA, le birre luppolate sono ancora la passione di produttori e consumatori. Vera rivelazione del concorso, quest'anno, sono le le Brut Ipa, che rispetto alle scorse edizioni hanno registrato un boom di iscrizioni; sono birre caratterizzate da una particolare secchezza che è valsa loro il soprannome di “birre-champagne”. Restano protagoniste, inoltre, le birre con ingredienti a km 0 - cereali, miele, castagne e tanta frutta del territorio di appartenenza dei birrifici – e quelle “invecchiate” nelle botti in legno (Barley Wine). Spazio anche al primo stile autoctono italiano, le IGA (Italian Grape Ale), che prevedono l’aggiunta di vino, mosto o uva nel processo di lavorazione. Suddivise in red e white Grape Ale, a seconda dell'uva utilizzata, sono ormai un must del nostro panorama birrario sempre più apprezzato (e imitato) anche all’estero.

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Birra artigianale friulana al Daniel di New York

La birra artigianale friulana arriva nell’alta ristorazione di New York, precisamente al Daniel, 2 stelle Michelin. A preparazioni gourmet quali capesante in crosta di grano saraceno e semi di lino, selvaggina in salsa di mirtilli, zucca e funghi,  limoni freschi e canditi con gelato alle castagne e miele, sono state accostate la birra Caldan ai fiori di sambuco, la helles Durgnes, la Candeot alla zucca e la Nardons al miele di castagno, alloro e ginepro – tutte in versione sia giovane sia invecchiata. 

Grande successo per La Birra di Meni di Cavasso Nuovo (PN). I nostri lettori conoscono sicuramente l'azienda birraria poichè ne abbiamo scritto già tempo fa raccontando un'avventura fatta di imegno e passione. Fondato nel 2008 da Domenico “Meni” Francescon, tra i primi a fare birra in casa in FVG sin dagli anni Ottanta del secolo scorso, il birrificio già dal 2015 è presente oltreoceano con le sue bottiglie e oggi la metà della produzione è esportata negli USA. La Birra di Meni, definita dallo chef Daniele Boullud, una birra grand cru, ha l’intensità e la versatilità per accompagnarsi bene a una grande varietà di preparazioni. Congratulazioni a Domenico e Giovanni Francescon anche da noi di qbquantobasta! 

 

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Mastri Birrai Umbri nuovo birrificio con malteria

15-16- 17 giugno 2018 a Gualdo Cattaneo, Perugia. Tre giorni per esplorare il gusto dell’autentica birra artigianale italiana dal cuore umbro (con orzo, grano, cicerchie. lenticchie e farro) Il nuovo impianto di produzione, da 70 ettolitri, uno dei più grandi impianti di birra artigianale in Italia, e la sua malteria, la più grande malteria di un microbirrificio in Italia se non in Europa, dalla capacità produttiva di 960 tonnellate annue nominali.  Le birre dei Mastri Birrai Umbri dispongono anche di un luppoleto sperimentale e nascono da una passione di Marco Farchioni che diventano progetto insieme ai fratelli Giampaolo e Cecilia. Tutti rappresentanti dell’ultima generazione dei Farchioni che, dal 1780, sono sinonimo di agricoltura, trasformazione delle materie prime in alimenti e, soprattutto, olio extravergine di oliva e vino. Il birrificio dispone anche di una sala cottura di tradizione bavarese.  Birre tutte rigorosamente non filtrate e non pastorizzate. Birre artigianali. E il 15-16-7 giugno si potrà vedere da vicino questa grande realtà artigianale. Sarà infatti il weekend dell’Umbria Beer Fest. #UmbriaBeerFest


L’ingresso all’Umbria Beer Fest è libero ma la prenotazione online è suggerita. Per chi si REGISTRA QUI IN OMAGGIO UN FREE FOOD & DRINK.

Come arrivare DA PERUGIA E DA TERNI S.S: E45 – USCITA RIPABIANCA Direzione Gualdo Cattaneo (PG) Via Madonna del Puglia SNC



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E' nata la birra dell'Università di Udine

È NATA LA “BIRRA DELL’UNIVERSITÁ” DI UDINE PRODOTTA DAGLI STUDENTI. Un progetto didattico avviato grazie alla collaborazione con il birrificio agricolo Baladin di Piozzo (Cn) La birra, del tipo Amber Ale, verrà imbottigliata il 24 maggio e, dopo una decina di giorni di rifermentazione in bottiglia, sarà pronta a giugno per il consumo. La “Birra dell’Università” si potrà poi acquistare all’Azienda agraria dell’Ateneo friulano o degustare in due locali storici di Udine, l’Osteria Pieri Mortadele e l’Antica Osteria Da Pozzo. Il progetto didattico è stato avviato quest’anno con il coinvolgimento di un gruppo di studenti dei corsi di laurea in Scienze e tecnologie alimentari e Viticoltura ed enologia del Dipartimento di Scienze agroalimentari, ambientali e animali (Di4a), che il 18 e 19 aprile scorsi hanno partecipato alla cotta per la produzione della prima “Birra dell’Università” nel birrificio Baladin. «Alla base del progetto – spiega Stefano Buiatti, docente di Tecnologia della birra - c'è la volontà di rendere gli studenti parte attiva sia nelle fasi esecutive, con la diretta partecipazione ai diversi momenti della produzione, ma anche da un punto di vista teorico. L’obiettivo è la valorizzazione del contributo che gli studenti come classe, in un lavoro di gruppo e coadiuvati dal docente, possono dare nella formulazione della ricetta della birra, attraverso un percorso didattico teorico-pratico e allo stesso tempo creativo».

Il progetto didattico per la produzione della “Birra dell’Università” di Udine sarà presentato giovedì 17 maggio alle 15, nell’aula 23 del polo scientifico di via delle Scienze 206, nel corso dell’incontro con Teo Musso, titolare del birrificio agricolo Baladin, e Stefano Bertoli, mastro birraio presso Baladin, già laureato in Scienze e tecnologie alimentari all’Università di Udine. Interverranno Paolo Ceccon, direttore del Di4a, Massimo Di Silverio, direttore generale dell’Università di Udine, e i docenti di tecnologia della birra Stefano Buiatti e Paolo Passaghe, PhD in Scienze degli alimenti e specializzato in brewing science. «L'università di Udine – sottolinea Buiatti - è stata la prima in Italia ad aver attivato, quasi quaranta anni fa, un corso di Tecnologia della birra. Nel corso degli anni, si è dotata anche di un impianto sperimentale per la produzione, con finalità didattiche e di ricerca, e di una micro malteria della capacità di 500 chili che rappresenta un unicum per la realtà accademica italiana». «Potremmo definire Udine – conclude Buiatti –capitale della birra in una terra di vino; una città che ebbe ben due stabilimenti birrari attivi in pieno centro, la fabbrica di birra Moretti e lo stabilimento della birra Dormisch, che hanno determinato nelle loro storie, lunghe oltre un secolo, un forte legame della città e del Friuli con la birra». La ricetta della prima “Birra dell’Università” ha utilizzato solo luppoli e malti d’orzo italiani coltivati da Baladin, ma anche orzo prodotto e maltato dall’Ateneo di Udine. Essendo rifermentata in bottiglia, si tratta di un prodotto vivo, il cui gusto ha un’evoluzione nel tempo.

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