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Anteprima Amarone

L'Amarone e i suoi terroir: sarà il Palazzo della Gran Guardia, nel cuore storico di Verona, a fare da cornice il 28 e 29 gennaio 2012 al nuovo appuntamento con Anteprima Amarone. Protagonista l’annata 2008, pronta per essere messa in commercio dopo tre anni di affinamento.
Per valorizzare i terroir, sarà allestita una mostra fotografica delle vallate della doc Valpolicella che ospiterà i produttori

nella rispettiva area di provenienza. Alla prima degustazione ufficiale in preparazione dell’Anteprima in programma a fine gennaio, l’Amarone 2008 vuole dunque esprimere con forza il suo legame con il territorio di origine.
L’andamento climatico dell’annata ha infatti interagito con le condizioni pedologiche dei sei terroir della doc Valpolicella caratterizzando il vino prodotto: austero nelle vallate più occidentali della Valpolicella Classica, ossia Sant’Ambrogio, San Pietro in Cariano e Fumane, opulento nella vallata di Negrar, ricco quello di Cazzano, Mezzane e Val d'Illasi. La finezza contraddistingue l'Amarone di Marano, mentre l'eleganza quello della Valpantena.
La personalità dei vini sintetizzata in un aggettivo rivela solo in parte una complessità di caratteristiche organolettiche tutte da scoprire, risultato di un’annata che sembra essere particolarmente equilibrata nella struttura e negli aromi. Leggi anche Il Grande Rosso e la Mostra del Settecento a Verona

Dall'Acinatico al Recioto. Dal Recioto all'Amarone

L'Amarone della Valpolicella, oggi unanimemente considerato come il più pregiato dei vini veronesi e come uno dei più importanti rossi italiani, nasce dall'evoluzione del Recioto, vino tra i più antichi della nostra storia vitivinicola. Nel quarto secolo dopo Cristo, Cassiodoro, ministro di Teodorico, re dei Visigoti, descrive in una lettera un vino ottenuto con una speciale tecnica d'appassimento delle uve, chiamato allora Acinatico, prodotto nel territorio denominato Valpolicella.

L'Acinatico è senza dubbio l'antenato del Recioto e dell'Amarone. Un tempo in Valpolicella era prodotto solo il Recioto, un vino vellutato e dolce (il cui nome deriva dal termine dialettale "recia", in altre parole orecchia, perché in origine era utilizzata solo la parte più alta e meglio esposta del grappolo), ma con il passare del tempo e il mutare della climatologia anche per le  stagioni, le uve, sebbene lavorate nella stessa maniera, diedero progressivamente vita, a seguito della fermentazione, a un vino notevolmente più secco rispetto all'originario. Un Recioto completamente secco, che s'impose facilmente e venne sempre più apprezzato e richiesto. Ed ecco l'origine del nome Amarone, proprio dalla caratteristica vena amarognola. I primi esemplari di amarone vennero imbottigliati solo nei primi anni del Novecento per un uso familiare o destinati agli amici.

La commercializzazione vera e propria ebbe inizio nel dopoguerra e risale al1968 arrivò il riconoscimento della Denominazione d'origine controllata (DOC). Per la produzione dell'Amarone e del Recioto della Valpolicella è prevista la messa a riposo di un quantitativo d'uve non superiore alle 8,4 tonnellate per ettaro.

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