30 anni di vite a Udine
30 anni di formazione vitivinicola. Ateneo di Udine in festa. L'Università è prima in Italia per numero di enologi laureati (quasi 1200). A gennaio 2023 l’avvio del master in Gestione della filiera vitivinicola. 1190 laureati Enologi e 292 dottori magistrali (molti da fuori regione) sono i numeri dei primi trent’anni di formazione vitivinicola dell’Università di Udine. Un traguardo festeggiato il 19 novembre 2022 nel polo economico e giuridico di via Tomadini
30 anni di ricerca. Fiore all’occhiello dell’Ateneo la ricerca, che ha contribuito anche allo sviluppo dei primi vitigni resistenti alle malattie.
«L’Università di Udine – spiega il rettore Roberto Pinton – fu una delle prime in Italia ad attivare un diploma universitario a indirizzo viticolo ed enologico, assecondando così la vocazione del territorio. Grazie alle collaborazioni sviluppate con altri atenei italiani e stranieri, è da tempo un punto di riferimento nella rete formativa internazionale, che comprende l’Università di Geisenheim (Germania), l’Istituto federale di educazione, scienza e tecnologia del Rio Grande do Sul (Bento Gonçalves, Brasile) e l’Università Nazionale di Cuyo (Mendoza, Argentina). Gli accordi stipulati con questi tre atenei offrono agli studenti di Viticoltura ed enologia la possibilità del doppio riconoscimento del titolo. Anche la laurea magistrale offre questa opportunità con l’Università di Geisenheim».
«L’Ateneo friulano figura primo, tra quelli italiani, per numero di laureati enologi: 1190 nel trentennio» spiega Roberto Zironi, tra i fondatori dell’allora diploma di laurea e direttore del nuovo master in Gestione della filiera vitivinicola».
«Parallelamente all’attività formativa di eccellenza – afferma Edi Piasentier, direttore del Dipartimento di Scienze agroalimentari, ambientali e animali, presente all’evento – i docenti e ricercatori del Dipartimento hanno sviluppato una altrettanto significativa attività di ricerca in viticoltura ed enologia, con importanti ricadute per il sistema economico e imprenditoriale del territorio. Sono state iscritte al registro nazionale 15 nuove varietà resistenti alle malattie della vite, selezionate per ridurre l’impiego di trattamenti dannosi per l’ambiente e assicurare al vitigno resistente un profilo di elevata qualità sensoriale. Queste innovative varietà di vite, ottenute in collaborazione con l’Istituto di Genomica Applicata, sono protette da brevetto e cedute in licenza ai Vivai Cooperativi di Rauscedo, che sta vendendo milioni di barbatelle in tutto il mondo. Di grande attualità sono le ricerche volte all’ottimizzazione sostenibile delle diverse pratiche viticolo-enologiche e al recupero di frazioni biologicamente attive o tecnologicamente utilizzabili dagli scarti e dai sottoprodotti della filiera vitivinicola».
E per il futuro?
«Il viaggio dei prossimi trent’anni ripartirà dal Friuli» ha fsottolineato nel suo intervento Lucilla Iacumin, coordinatrice del corso di laurea in Viticoltura ed enologia. «Dialogo con il territorio come scambio per crescere e migliorare insieme, per avere delle radici ancora più forti per rivolgersi a panorami nazionali e internazionali, che sono sempre più vicini. Grazie agli stretti rapporti di ricerca internazionale esistenti, stiamo lavorando per implementare gli accordi con università in Spagna, Portogallo e Austria, ma anche con atenei extraeuropei in Canada e Sudafrica. C’è la volontà di attuare un nuovo accordo di doppio titolo e instaurare dei “gemellaggi” di studio con università estere».
«In una regione come il Friuli Venezia Giulia dove l’attività legata alla vite e al vino assume una rilevanza determinante entro il panorama agricolo – siamo la regione con la maggior superficie vitata rispetto a quella agricola- il 13% rispetto a una media nazionale di poco meno del 6 –, il corso di laurea in viticoltura ed enologia iniziato ben trent’anni fa dimostra la lungimiranza di chi aveva capito che questa sarebbe stata una delle colture in forte espansione vista la vocazione del nostro territorio» ha affermato l’assessore regionale alle Risorse agroalimentari Stefano Zannier.
Tra i docenti del Dipartimento intervenuti stamane come relatori – oltre a Enrico Peterlunger, che ha parlato dell’internazionalizzazione della formazione, Roberto Zironi e Lucilla Iacumin – anche Emilio Celotti, precedente coordinatore del corso triennale, che ha introdotto il percorso iniziato trent’anni fa. Si è invece concentrato sul futuro della vitivinicoltura nel mondo Luigi Moio, presidente dell’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino, mentre le nuove sfide per l’enologo sono state al centro degli interventi di Pierluigi Zama, vicepresidente nazionale Assoenologi, e Matteo Lovo, presidente regionale dell’organizzazione.
“La formazione dell’enologo in Italia” è stato il tema della tavola rotonda con: Angelita Gambuti, presidente del Coordinamento universitario nazionale dei corsi di laurea in Viticoltura ed Enologia (Cuve); Lucilla Iacumin, dell’Ateneo friulano; Eugenio Pomarici, dell’Università di Padova; i rappresentanti di Assoenologi e dei laureati.
a, enologia e mercati vitivinicoli e Master of Science in Viticulture and enology Vitis-Vinum.
Un nuovo master in partenza
Da quest’anno accademico sarà disponibile all’Università di Udine il master di I livello in Gestione della filiera vitivinicola. Il corso – con 384 ore di didattica distribuite su due anni (tra gennaio e luglio) – intende soddisfare le richieste del settore produttivo di professionisti in grado di operare lungo tutta la filiera enologica, integrando le conoscenze viticole ed enologiche classiche con competenze gestionali e digitali in ottica di sostenibilità. Gli interessati hanno tempo fino alle 12 di mercoledì 7 dicembre 2022 per presentare la domanda di ammissione.
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