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Nuove testimonianze archeologiche dal mare e dalla terra nella Laguna di Marano

"Il senso della scoperta" è questo il titolo della mostra realizzata dal Comune di Marano Lagunare in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio. Nuove testimonianze archeologiche dal mare e dalla terra nella Laguna di Marano saranno esposte in concomitanza del decimo anniversario del Museo Archeologico della Laguna di Marano Lagunare (Centro Civico- via Sinodo 28). Inaugurazione della mostra giovedì 21 dicembre 2017. Apertura al pubblico dal giorno 22 dicembre; la mostra, ospitata nello spazio espositivo museale, resterà aperta fino al 1 maggio 2018. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La scoperta di qualsiasi antico manufatto – intero o frammentario, prezioso o all’apparenza insignificante – ci introduce in una realtà lontana: quella degli uomini che hanno vissuto centinaia di anni o millenni fa nelle nostre terre, che qui hanno abitato, sfruttato le risorse dell’ambiente, viaggiato, commerciato, svolto attività quotidiane con gesti che tante volte ancora oggi noi ripetiamo simili o identici", spiega la curatrice dottoressa Paola Maggi. 

Sistemi di isole barriera nelle laguna di Marano e GradoSistemi di isole barriera nelle laguna di Marano e Grado

Ogni scoperta di un reperto archeologico acquisisce un senso se, osservandolo, datandolo, decifrandolo, collegandolo ad altri rinvenuti negli stessi luoghi, lo facciamo “parlare” e raccontare la propria storia: la storia di chi l’ha fabbricato applicando la sua sapienza tecnica, l’ha fatto circolare, l’ha maneggiato, l’ha usato, l’ha gettato via una volta inservibile… Tante vicende che danno forma, tutte insieme, a una storia più complessa, quella plurimillenaria del nostro territorio. Tanti reperti che costituiscono, tutti insieme, un insostituibile archivio documentario, da preservare e valorizzare. Un patrimonio che è di tutti noi e che è parte della nostra identità culturale.
La mostra nasce proprio con l’intento di “dare un senso” a una serie di scoperte fortuite avvenute nelle terre che si affacciano sulla laguna o nei fondali marini ad essa antistanti. Vi sono esposti alcuni manufatti recentemente consegnati alla Soprintendenza, per il tramite del Museo, da parte di privati. Vi sono narrate le loro storie, che ci svelano situazioni ed eventi del passato, dall’età del Bronzo all’epoca romana, fino agli inizi del 1800.
Tra i reperti più significativi vi sono delle preziose asce dell’età del bronzo (nell'immagine sotto): rinvenute nell’area perilagunare, nell’importante abitato di Bonifica Muzzana. Sono la testimonianza della straordinaria abilità tecnica degli artigiani del metalli di 3500 – 4000 anni fa. Per fabbricare questo tipo di manufatto si usava uno stampo che ne riproduceva in negativo la sagoma; in esso veniva colato il metallo fuso, contenuto in un crogiuolo. Una volta solidificato, l’oggetto era estratto e rifinito tramite martellatura. L’ascia era uno strumento polivalente, usato come attrezzo usato per il taglio e la lavorazione del legno ma anche come arma. In certi casi poteva assumere anche una valenza magica e rituale.

 

Un raffinato piatto in ceramica da mensa e alcune anfore recuperate dal mare ci introducono nella fitta trama di scambi commerciali che interessò l’alto Adriatico in età romana. Un piatto in terra sigillata decorato con motivi a forma di rosetta, di delfino e di palmetta, I secolo d.C. Si può attribuire a un servizio da tavola in uso duemila anni fa. Reca impresso un marchio che permetteva di risalire direttamente alla fabbrica di provenienza. Si tratta di un’officina che aveva sede a Roma o ad Arezzo. Rinvenuto nei fondali marini antistanti alla bocca di porto tra le isole di Sant’Andrea e Martignano, che delimitano a sud la laguna di Marano, forse il piatto faceva parte di una serie di merci in transito, dirette al grande emporio di Aquileia o forse invece era destinato alla mensa di una delle lussuose ville ubicate nelle isole della laguna.

Risale all'epoca romana un'anfora destinata alla commercializzazione del vino delle regioni adriatiche, II – I secolo a.C. Rinvenuta nell’area di Porto Buso. Il contenitore si distingue per un segno inciso sul collo, in posizione ben visibile: il numerale IX. Possiamo immaginare che sia stato tracciato dal mercante o dallo spedizioniere al momento dello stivaggio su una nave, allo scopo di registrare un determinato lotto di anfore imbarcate o di calcolare il peso o il costo della merce trasportata

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Ci sono inoltre piatti e ciotole di epoca rinascimentale; e avvicinandoci alla storia più vicina (tutto è relativo...) sono in mostra alcune palle di cannone in ferro che ci restituiscono il ricordo di un’importante battaglia navale combattuta nelle acque antistanti la laguna all’epoca di Napoleone. Probabilmente la loro presenza nelle acque antistanti la laguna si collega con un importante fatto storico: la nota battaglia "di Grado" che nel febbraio del 1812 si combatté proprio nello spazio di mare tra Lignano e Grado tra navi inglesi e vascelli della flotta italo-francese di Napoleone. Davvero una pregevole iniziativa, che rappresenta anche un modo per “festeggiare” i primi dieci anni del Museo Archeologico della Laguna di Marano. Un museo recentemente rinnovatosi nell’arredo e nell’allestimento degli apparati informativi. Nuove modalità di visita, basate su strumenti multimediali, consentono ora ai visitatori di vivere un’esperienza museale diversa, “personalizzandola” a seconda delle proprie curiosità e approfondendo le conoscenze sugli oggetti esposti in stretto rapporto con il contesto storico e paesaggistico da cui provengono.

 

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