Mostra fotografica che omaggia le portatrici carniche
È ancora la fotografia la protagonista del nuovo appuntamento ospitato nel nuovo Spazio Cultura di Borgo San Mauro, curato dal Gruppo Ermada Flavio Vidonis, presieduto da Massimo Romita. Dal 1 al 14 luglio 2024 si potranno ammirare gli scatti di Stefano Piazza, delegato dalla Sezione Carnica dell'Ana. La mostra raccoglie infatti splendide immagini dedicate alla Adunata degli Alpini di Udine con la sfilata delle portatrici carniche. Ingresso alla mostra gratuito.
L'inaugurazione della mostra è fissata per le 19.00, sono previsti interventi del responsabile della Famiglia Alpina Giuliano Bagatin, del presidente del Gruppo Ermada Massimo Romita, di Mauro Depetroni del Centro studi Ana.
La mostra, promossa dal Gruppo Ermada Flavio Vidonis in collaborazione con la Famiglia Alpina di Duino Aurisina della Sezione Ana di Trieste, rientra nelle iniziative di DuinoBook Terra e precede la seconda Festa Alpina in programma il 5 e 6 luglio a Sistiana negli spazi del Bar Alabarda. La Festa Alpina è coordinata da Gruppo Ajser 2000, Lions club, Gruppo Ermada e Famiglia Alpina stessa. La festa sarà dedicata al CEO di Malchina.
Chi erano le portatrici carniche
Le portatrici carniche furono quelle donne che nel corso della Prima guerra mondiale operarono, lungo il fronte della Carnia, trasportando con le loro gerle rifornimenti e munizioni fino alle prime linee italiane, dove combattevano i reparti alpini. Indossavano un apposito bracciale rosso con stampato il numero del reparto dal quale dipendevano e i loro percorsi avevano anche più di 1000 metri di dislivello portando sulle spalle gerle di 30–40 kg.
Ogni viaggio veniva loro pagato una lira e cinquanta centesimi. La loro età variava dai 15 ai 60 anni.
Tre di loro rimasero ferite: Maria Muser Olivotto e Maria Silverio Matiz di Timau, Rosalia Primus da Cleulis.
Una di loro, Maria Plozner Mentil, morì colpita da un cecchino il 15 febbraio 1916.
Maria Plozner Mentil
Maria Plozner Mentil (Timau, Paluzza 1884 - 1916) rimasta sola con i suoi quattro figli (il marito era a combattere sul Carso), rispose come molte altre donne del luogo all'appello fatto dell'esercito che richiedeva dei volontari per trasportare i rifornimenti dalle retrovie alla prima linea. Nacquero allora le portatrici carniche che con le loro pesanti gerle (riempite con vettovaglie, armi e munizioni) ogni giorno salivano a piedi lungo i versanti del Pal Piccolo, Pal Grande, Freikofel, Cima Avostanis e Passo Pramosio.
E il 15 febbraio 1916, Maria Plozner Mentil fu colpita da un cecchino austro-ungarico proprio nei pressi di Passo Pramosio. Trasportata a valle nell'ospedale da campo di Paluzza, morì il giorno successivo per la gravità delle ferite. Da subito la sua figura divenne un simbolo di coraggio e di abnegazione: il suo feretro venne trasferito nel 1934 con una solenne cerimonia nel cimitero militare di Timau e tre anni dopo fu definitivamente tumulato all'interno dell'Ossario. A Paluzza si trova l'unica caserma italiana intitolata ad una donna, Maria Plozner Mentil.
Oggi a Timau c'è un monumento dedicato alle portatrici carniche e si può visitare il museo "La Zona Carnia nella Grande Guerra" dove, in mezzo a centinaia di reperti bellici rinvenuti sulle montagne circostanti, si trova anche una sezione dedicata alla storia di queste donne.
Buono a sapersi
Nel 1997 l'allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro le conferì "motu proprio" la Medaglia d'Oro al Valor Militare e consegnò alle reduci, oramai novantenni, la Croce di Cavaliere.
«Faccio un balzo a Timau, alle Alpi Carniche: là abbiamo ricordato le portatrici carniche. Erano lì quelle che sono rimaste, più che novantenni. Ho portato la Croce di Cavaliere a ciascuna. Mi tremava la mano nel momento in cui cercavo di sistemarla al petto di queste donne...» (Oscar Luigi Scalfaro, Presidente della repubblica)
nota
A Sabaudia, in provincia di Latina, è stato eretto un monumento intitolato a Maria Plozner adiacente alla stazione degli autobus cittadina, realizzato per iniziativa di alcuni cittadini di origine friulana, la cui comunità è numerosa nell'Agro Pontino.
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