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Le montagne di Napoleone Cozzi

Monte Duranno di Napoleone CozziMonte Duranno di Napoleone Cozzi

Mercoledì 30 novembre 2016, alle 18 alla Sala Bobi Bazlen di Palazzo Gopcevich a Trieste convegno in ricordo di  Napoleone Cozzi, definito da Silvio Benco "anima azzurra come il cielo, scintillante come le vette”.  In occasione del centenario della scomparsa, la Società Alpina delle Giulie ricorderà la figura poliedrica di Cozzi (Trieste 1867 – Monza 1916) attraverso i racconti degli storici dell’arte Melania Lunazzi e Luca Bellocchi e di un rappresentante della Società Alpina delle Giulie che ne illustrerà l’aspetto storico-alpinistico.

Nato a Trieste nel 1867 in una famiglia originaria di Travesio (Pn), Napoleone Cozzi manifesta sin da giovane spiccati interessi per l’attività pittorica e il disegno. Allievo di Eugenio Scomparini, dal 1896 si dedica professionalmente all’attività
di “pittore e decoratore di stanze”. Purtroppo poco resta dei cicli pittorici, fatti a quattro o più mani, andati distrutti dall’uomo o dall’incuria; tra questi gli ambienti della Società Ginnastica Triestina, gli edifici del Nuovo Frenocomio, il Caffè San Marco, i teatri di Pisino e di Pirano si possono annoverare tra le tappe più significative della sua carriera di decoratore. Testimonianze della sua opera possono ancora essere ammirate in alcuni elementi decorativi presenti nel Caffè San Marco, nel Teatro di San Giovanni di Trieste e nell’intero programma iconografico del Teatro Tartini di Pirano.

Casera MeluzzoCasera Meluzzo

Silvio Benco disse di lui: “Era un esecutore di straordinaria rapidità e bravura. Si faceva assegnare due mesi di tempo per condurre un vasto lavoro di decorazione: poi aspettava l’ultimo momento e lo eseguiva in due giorni”. La stessa rapidità di tocco si trova nelle piccole dimensioni dei suoi carnet di viaggio, taccuini di acquerelli che lo accompagnano nelle sue “incursioni escursioni” alpine, dal 1888 al 1907. Attualmente se ne conoscono sette: due custoditi alla Fondazione Scaramangà; quello del 1888-89 (proprietà privata); i tre conservati dalla Società Alpina delle Giulie (quello della Pasqua 1898, quello della Cima Piccola di Lavaredo, sempre del 1898, e il taccuino del 1902); infine, quello del 1907, conservato presso i Civici Musei di Trieste. Ad eccezione di quelli della Fondazione Scaramangà, gli altri taccuini sono stati pubblicati nel catalogo edito in occasione della mostra dedicata al pittore curata da Melania Lunazzi e allestita a Toppo di Travesio nel 2007.

Panorami luminosi, scenette dipinte con senso dell’umorismo, passione e amore per l’ambiente montano:  proprio per far conoscere più diffusamente le sue vedute e conservarne la memoria la sezione triestina del CAI, Società Alpina delle Giulie, proprietaria di tre dei suoi taccuini di acquerelli, desidera celebrare il centenario dalla scomparsa ricordando quello che doveva essere senz’altro un personaggio vivace della Trieste di allora anche attraverso un concorso fotografico che rappresenta una vera sfida lanciata ai partecipanti che vorranno cimentarsi. Si tratterà infatti di ritrovare le vedute, i luoghi, le vette dipinte da Napoleone Cozzi e riprodurle attraverso il mezzo fotografico nel modo più fedele possibile, cercando di far rivivere lo spirito, l’entusiasmo e la luce delle opere originali.

Quasi una caccia al tesoro, insomma, per rivedere montagne quali il Cridola o la cima piccola di Lavaredo, il campanile della val Montanaia, e tanti altri soggetti con gli occhi di Napoleone Cozzi. Il bando del concorso sarà presto disponibile
sul sito web della Società Alpina delle Giulie.

Ma il ritratto di Napoleone Cozzi non si può esaurire ricordando esclusivamente la sua produzione pittorica: travolgente e coinvolgente animatore di feste, spettacoli e balli mascherati negli anni che precedono lo scoppio della prima guerra
mondiale, convinto irredentista - al punto da venire arrestato e trascorrere diversi mesi in carcere fino alla determinazione ad arruolarsi volontario in tarda età - e, infine, sportivo a 360°: maestro di ginnastica, schermidore, pattinatore, ‘podista’, sciatore in anni in cui gli sci non si conoscevano ancora … per arrivare infine all’attività che lo vede negli anni sempre più coinvolto ed entusiasta: l’alpinismo.


Iscritto alla Società Alpina delle Giulie dal 1886 dapprima come ‘grottista’ si fa poi un nome, nel corso degli anni, per le numerose ascensioni e imprese compiute con la “Squadra Volante”, gruppo ideato e fondato dallo stesso Cozzi (di cui fanno parte Tullio Cepich, Oliviero Rossi, Giuseppe Marcovigh, Antonio Carniel e Alberto Zanutti) che si contraddistingueva per due fondamentali caratteristiche: la scelta di andare in montagna da soli, senza l’accompagnamento di guide alpine, e l’innalzamento del livello di difficoltà (fino al quarto grado) affrontato durante le scalate che, tra prime salite, invernali e scalate generiche, esploreranno un vasto areale alpino, dalle Dolomiti alle Caravanche.

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