Fiori nelle trincee

Quei fiori raccolti tra le trincee...  Dall’Ungheria arriverà a Gorizia, per ricordare lo straordinario gesto del nonno, il nipote di László Szüts, il tenente ungherese che durante la Prima Guerra Mondiale raccolse fiori tra le trincee per arricchire di una nota gentile la sua corrispondenza con la fidanzata rimasta in patria. La mostra resta aperta fino al 16 settembre  (tutti i giorni tranne il lunedì dalle 9 alle 19) all’interno del Museo della Grande Guerra (Borgo Castello 13).  Frutto del lavoro del Gruppo speleologico carsico di San Martino e realizzata grazie a preziose collaborazioni internazionali e con il Servizio Musei e Archivi storici dell’ERPAC – Ente regionale per il patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia, l’esposizione vede nuovamente riuniti assieme, a distanza di oltre cent’anni, i due gelsi simbolo di quello che fu il primo conflitto mondiale nelle martoriate terre di San Martino del Carso: l’Albero Isolato, che ispirò i celebri versi di Giuseppe Ungaretti, e l’Albero Storto, che diede nome a un’importante e pericolosa trincea che si trovava nel Bosco Cappuccio, sulla strada che da Sdraussina porta a San Martino del Carso. I due alberi simbolo della lotta sul fronte di San Martino del Carso sono solitamente custoditi al Mòra Fenec Muzeum di Szeged (Albero Isolato) e al Muzeul Banatului di Timișoara (Alberto Storto).

Oltre ai due tronchi di gelso, testimoni silenti delle atrocità della Grande Guerra, e a una serie di pannelli didattici relativi al primo conflitto mondiale la mostra espone anche una serie di cartoline scritte da Doberdò, e altre località di guerra, dal tenente ungherese László Szüts alla sua fidanzata e poi moglie Maria Várad, tra l’aprile 1917 e il settembre 1918. La particolarità che differenzia questi biglietti dalla grande mole di corrispondenza intercorsa all’epoca è il fatto che sono corredati appunto da mazzolini di fiori essiccati, colti accanto alle trincee o tra paesi diroccati. Ottimamente conservati, molti di questi fiori hanno addirittura preservato le cromie originali. Testimoni di una storia d’amore a lieto fine, questi fiori sono una testimonianza toccante della resistenza della natura.

 

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