Bonifica della Fraida 90 anni dopo

Domenica 10 a Palazzolo dello Stella si celebrerà il 90° anniversario della realizzazione della Bonifica dei territori della Fraida. Negli anni ' 20 dello scorso secolo (ma i lavori procedurali risalgono ai primissimi anni del '900), la Bonifica Fraida risulta come la prima grande opera di “redenzione”, come si diceva allora, di 1300 ettari di palude, nei comuni di Palazzolo e Marano Lagunare. Qualche anno dopo, tutta la Bassa friulana, dal Tagliamento al Corno e poi ancora verso il Torre, fu interessata dalle grandi opere di sanificazione di terreni malsani, colpiti soprattutto dall'infestazione malarica e riportati alla coltivazione agricola. Le bonifiche diedero lavoro a centinaia e centinaia di persone. Le aziende agricole chiamarono nuovi coloni a coltivare le nuove terre. Palazzolo, nel giro di pochi anni, ebbe un aumento considerevole di abitanti. Il risultato delle bonifiche diede successivamente a Lignano la possibilità di sviluppare l'attività balneare e di diventare una delle più importanti spiagge italiane. L'incontro è organizzato dal Comune di Palazzolo Assessorato alle attività produttive, in collaborazione con la Biblioteca Civica, il Consorzio di Bonifica Pianura Friulana, la Tenuta Marianis, Gli amici del Bosco Brussa, e le associazioni Chei dal Lunari e Art&Stella. Il programma prevede, a partire dalle 10.30, gli interventi delle Autorità in Sala Biasutti a Palazzolo, la presentazione della pubblicazione "Cronache di bonifiche, zanzare, bagni di Lignano, porti militari e ferrovie “, le visite guidate agli impianti idrovori del Consorzio e all'Isola Biologica della Tenuta Marianis, concludendosi con un frugale, appetitoso pranzo in Azienda. 

"L’idovora viene realizzata tra il 1925 e il 1926 dal Consorzio per la Bonifica della Fraida, istituito nel 1923. La Fraida era una zona paludosa confinante con la laguna, a sud di Palazzolo dello Stella, già rientrante nell’elenco stilato dal Testo Unico delle leggi sulla bonifica del 1900 come “Bonificazioni di prima categoria da intraprendersi”. L’idrovora viene costruita a valle del bacino di arrivo dove confluisce il canale Fraida, il mandracchio di uscita è sul fiume Stella, posto a sud. Era dotata di 2 pompe centrifughe ad asse orizzontale da 1600 l/s ciascuna, alimentate da 2 motori elettrici da 70 HP e uno diesel da 80 HP. Il fabbricato, a pianta rettangolare e copertura piana, era disposto su 2 livelli, con la parte est più elevata per ospitare la cabina di trasformazione. Le facciate nord e sud erano ripartite da lesene, in corrispondenza 5 finestre a tutto sesto inserite in arcate cieche a tutta altezza; al di sopra un cornicione aggettante e coronamento tripartito". (fonte http://www.ipac.regione.fvg.it).  Foto ERPAC Ente Regionale Patrimonio Culturale Regione FVG

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