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Shopping da Atrio e la Pasqua si fa bella. E buona!

Sabato pomeriggio: l’italiano medio va al centro commerciale. E sabato 6 aprile mi sento perfettamente a mio agio nel ruolo di italiana media. Ma si avvicina la Pasqua e la spesa deve essere mirata. Tanto più che mi sono lasciata sedurre dalle proposte dell’Osterjause, la merenda pasquale carinziana, pubblicate proprio questo mese su qb. Non ci sono dubbi: è ora di tornare da Atrio, il centro commerciale alle porte di Villaco che riesce sempre a soddisfare le mie esigenze. Un piccolo ed esaustivo compendio di carinzianità per quando non c’è tempo di andare nei piacevoli dintorni di Villach, dai laghi alle terme ai boschi. Potete anche prendere la strada normale al bivio di Carnia, eviterete un sacco di lavori in corso nelle gallerie autostradali. Da Tarvisio seguite la 83, così non c’è neppure bisogno di acquistare la vignetta. Dritti dritti arriverete da Atrio. Unica raccomandazione obbligatoria: rispettate i segnali stradali con i limiti di velocità, ce n’è uno via l’altro, dai 50 ai 70 km, ma in tutto sono appena 25 i km da fare. Parcheggio sotterraneo gratuito: non segnatevi solo il numero dove lasciate la vettura ma anche la lettera alfabetica: è seccante gironzolare fra le auto con i pacchetti della spesa. Pesano!

Appena entrati, i friulani si sentiranno a casa davanti all’ampia Cantina di Tavagnacco! Come sempre comincio il giro con una sosta alla cartina-mappa calpestabile con la più grande veduta aerea della Carinzia, dove bambini con i genitori si divertono un sacco.

E’ l’ora dell’aperitivo, questa volta vado da Stern, servizio sempre cortese ed efficiente. In molti bevono gingerino con l’arancia, volentieri mi adeguo.

Il bello di Atrio è che ha praticamente tutte le merceologie che vi aspettate in un centro commerciale, molte le marche in franchising, molte le marche italiane soprattutto nella moda, ma la luce, la disposizione degli spazi, forse l’abitudine a parlare a bassa voce degli acquirenti locali, gli danno quasi un tono intimo. Saccheggio H&M con tutte le ultime proposte primaverili per bambini, dai calzoncini con gli squali alle magliette con i dinosauri: essere nonna sta diventando una creativa occupazione. Al negozio dei profumi mi lascio sedurre da quello del maestro profumiere austriaco vincitore di un concorso. Un tocco local ci vuole. 

Irresistibile il richiamo di Franz con i suoi panini e altre proposte stile street food. 

Scelgo il pulled pork, enorme e con il tocco che mi piace: non solo con pomodori e insalata, ma con cavolo cappuccio affettato sottile. Ben bilanciato con le spezie e la salsa. Divido il panino creando una similciotola di pane (tanto più che il tutto è servito su piatto di ceramica) e mangio di gusto.

Tutto il resto dei negozi, drogherie, cartolerie, oggettistica parla di Pasqua: è il regno delle uova e dei coniglietti pasquali con declinazioni davvero inaspettate e piacevoli. Non potrete restare a mani vuote, troverete senza problemi un regalino per tutti. Se il reindling (la gubana pasquale carinziana) e la focaccia con le uova sode colorate (a forma di corona anziché di treccia come le nostre titole triestine) le avete acquistate al grande supermercato interno ad Atrio, fermatevi – sempre al piano terra, anche da Danke Bauer, una sorta di stand a forma di bancarella contadina: ha tutto quello che vi può servire: affettati e formaggi di fattoria, liptauer in primis e ho trovato anche la mitica salsa di uova sode e cren che a Pasqua verrà spalmata sul prosciutto cotto con la pinza. A Trieste ci vuole! Insomma sono riuscita a fare il pieno di prodotti e doni, soddisfacendo poacevolmente in alcune ore, la mia voglia di shopping. 

Last but not least. Al primo piano, in una zona di passaggio ma niente affatto sacrificata, c'è anche una biblioteca con servizio di book crossing. Bella idea! 

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