Skip to main content

A Rivignano Festa dei Santi e festival della canzone funebre

Giorni di puro incantesimo ci aspettano nel comune di Rivignano Teor, dove tradizioni usi e costumi rimangono fedeli nel tramandarsi del tempo. La fiera dei Santi comincerà alla grande il 31 ottobre con momenti clou fino al 2 novembre (ma la fiera termina il giorno 4 novembre) negli stessi giorni in cui un tempo le attività del mercato erano il fulcro della fiera e ci si incontrava per condividere la gioia della festa. Il mercato si svolgeva nel “brolo’’ nei pressi della via centrale del paese e i giorni oggi dedicati alla festa si discostano di poco da quelli di allora, adattati ai ritmi della società contemporanea ma sempre uguali a se stessi da quando se ne ha memoria. L’autenticità è garanzia di una fiera dalle ampie e piacevoli sorprese, legate alla cultura del territorio e della sua gente.

Un territorio multiculturale, mosaico di paesaggi, teatro di invasioni e guerre ma anche di amori, come quello di Lucina Savorgnan e Luigi da Porto, prima versione di “Romeo e Giulietta’’. Nel centro del paese si installava il breâr, un palco in tavole di legno adatto anche al ballo di gruppo: la festa durava dall’alba del 1 novembre fino a tarda notte della giornata successiva. Lo scorso anno ‘’La vita in Diretta’’ RA1 ha trasmesso un servizio su Rivignano e sui ‘’balli e canti per la festa dei morti’’ (vi ho preso parte anch’io interpretando una delle Aganis, figure femminili dai saperi ancestrali). A Rivignano dunque si fa festa tutti insieme durante giorni in cui solitamente regnano il silenzio e il ricordo. Delle Aganis si racconta che escano dalle acque di risorgiva del fiume Stella la notte del 31 ottobre per riportare l’ordine, essendo cattive con gli ingiusti e buone con i meritevoli, tra balli e risate avvolte da tenui e rosate nebbie.

 

Elemento importante è sempre stato il banchetto funebre, consumato in casa insieme a tutti i parenti e creato con le ricette dei defunti: questo conciliava la loro vicinanza, la loro presenza in questo giorno. Alla Fiera dei Santi di Rivignano c’è ancora la possibilità di respirare quella storia. L'atmosfera di una società rurale basata sul senso di reciprocità e su una quotidianità semplice, dove l’attesa di una festa di commerci e svago era tanta per tutti, a partire dai bambini. La Fiera dei Santi ha origini molto antiche, abbiamo detto: pensate che ne scrive anche Ippolito Nievo (1831- 1861) nelle Confessioni di un ottuagenario! Anche lui, lo scrittore soldato, mentre si trovava nel castello di Varmo, partecipò alla fiera, già molto conosciuta al tempo, e l’allegria barcollante per il buon vino lo indusse a far rissa.

“Rivignano con la Grande Festa del Friuli e una Fiera storica valorizza il nostro passato e le vere origini delle tradizioni locali”, spiega il sindaco Anzil, orgoglioso che negli ultimi anni la festa sia passata da duemila a duecentomila visitatori. “La nostra festa è unica, l’abbiamo arricchita di eventi suggestivi come ‘l’incendio del campanile’ e anche di un ormai celeberrrimo Festival della canzone funebre.

Niente Halloween di ispirazione anglosassone dunque a Rivignano ma una festa legata al mondo rurale locale”. Esorcizzare la morte, la paura con la gioia di una festa vissuta assieme, con buon vino e buon cibo: ed ecco che l’enogastronomia, fiore all’occhiello di tutta la regione, unita al recupero del patrimonio orale, alle emozioni delle storie locali vissute e tramandate, diventa entusiasmante oltre che istruttivo. Per vivere un’esperienza piacevole, difficile da scordare e che invoglia a continuare ad esplorare.

L'articolo completo è stata pubblicato sul numero di ottobre del mensile qbquantobasta. 

  • Creato il .
  • Ultimo aggiornamento il .
Privacy Policy