Progetto Gershwin 2021 con la Trieste Early Orchestra

Giulia ScaramellaGiulia Scaramella

È  stato presentato a Trieste da Eppinger Caffè il “Progetto Gershwin” dedicato al grande compositore di capolavori senza tempo come “Rhapsody In Blue”.  che mettono in luce il genio del compositore di capolavori senza tempo come Rhapsody In Blue. Domenica 7 novembre il primo concerto a Fiume (Croazia), presso la Comunità degli Italiani. Repliche a Bagnoli della Rosandra (14 novembre al Teatro Preseren), Trieste (20 novembre in Sala Luttazzi con ospite la KonsPop Big Band del Conservatorio di musica di Graz, a Graz il 12 dicemnbre al teatro Kleine Komödie, a Tolmino (Slovenia) il 15 gennaio al Kinogledališče e infine a Gorizia (il 18 febbraio 2022) al Teatro Lojze Bratuž.

Per il concerto del 20 novembre in Sala Luttazzi - Magazzino 26 - Porto vecchio a Trieste prevendite presso Ticketpoint (https://biglietteria.ticketpoint-trieste.it/).

“Nella prima parte del concerto – ha spiegato il direttore artistico, M° Livio Laurenti - vengono eseguite alcune delle più belle canzoni tratti dai musical di Broadway, interpretate da Paolo Venier, crooner dalla voce suadente e di grande esperienza. La seconda parte è dedicata invece alla Rhapsody nell'arrangiamento originale del 1924 riveduto dal compositore triestino Tom Hmeljak. Al pianoforte solista  Giulio Scaramella, giovane pluripremiato pianista goriziano di matrice classica. Dirige Petar Matošević, giovane croato diplomato in direzione d'orchestra al conservatorio “G. Tartini” di Trieste che vanta già una notevole esperienza”.

Petar MatoševićPetar Matošević

Al concerto del 20 novembre in Sala Luttazzi parteciperà anche la KonsPop Big Band del Conservatorio “J. Fux” di Graz diretta da Karl Rossmann. La serata sarà divisa in due parti: nella prima parte la TEJO diretta da Petar Matošević eseguirà le musiche di Gershwin, mentre protagonista della seconda parte sarà la big band di Graz, che interpreterà un programma intitolato “Best of Swing Era”. Il pubblico potrà così gustare, accanto allo stile personalissimo di Gershwin, anche quello di matrice nera di Duke Ellington, Count Basie e altri giganti. 

“La versione della “Rhapsody” che presentiamo – rivela Laurenti - è una vera chicca. La “Rhapsody” fu scritta da Gershwin, nel 1924, per pianoforte solista con l'accompagnamento di un secondo piano. A quell'epoca, Gershwin non era ancora diventato un abile orchestratore e tale incarico fu affidato a Ferde Grofé, pianista dell'orchestra di Paul Whiteman, che eseguì la prima il 12 febbraio 1924 all'Aeolian Hall di New York con un organico jazz allargato. Nel 1940 seguì un nuovo arrangiamento per grande orchestra sinfonica che è quello che ascoltiamo solitamente nelle sale da concerto. 

La Trieste Early Jazz Orchestra 

La Trieste Early Jazz Orchestra - TEJO, fondata da Livio Laurenti nel 2010, è una delle pochissime orchestre del genere oggi attive non solo in Italia, ma anche a livello internazionale, “complice – osserva Laurenti - il cambiamento delle mode, dei gusti e la maggiore vendibilità di altri generi musicali. Eppure il decennio 1925-1935 è stato uno dei più fecondi della storia del jazz, avendo aperto la strada per lo swing e il bop che seguirono. Riprendere queste musiche non è un'operazione museale, ma l'accensione di un faro moderno su gemme rimaste per troppo tempo nascoste e dimenticate”.

I  componenti dell'Orchestra  

Giulio Scaramella – pianoforte
Paolo Venier - voce
Nicola Mansutti - violino
Matic Mikola - sassofoni, clarinetto e flauto
Elias Faccio - sassofoni
Nevio Zaninotto - sassofoni
Roberto Santagati - tromba
Stefano Muscovi - tromba
Matja Mlakar - trombone
Daniele Spano - tuba
Tiziano Bole - banjo e chitarra
Gabriele Petracco – batteria

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Finissage della mostra "Intrecci di donne. L'essere e il tessere"

Intrecci di donne. L'essere e il tessereIntrecci di donne. L'essere e il tessere

Finissage il 31 ottobre 2021 da Eppinger Caffè in via Dante 2B a Trieste della mostra fotografica/artistica "Intrecci di donne. L'essere e il tessere" di Jenny Taverna e Manuela Burlina a cura de Le Vie delle Foto. In occasione del finissage sono previsti una visita guidata (su prenotazione) alla presenza delle artiste alle 11.00 e, a seguire, un pranzo.

Assieme alle immagini fotografiche di Jenny Taverna, saranno esposti gli arazzi realizzate delle allieve della tessitrice Emanuela Burlina. 

A curare la mostra è Linda Simeone, ideatrice de Le vie delle foto, manifestazione nata nel 2011 che da dieci anni trasforma il centro di Trieste, con i suoi esercizi pubblici e locali storici, in un’enorme mostra fotografica. Grazie a Le Vie delle Foto - format di successo che ogni anno rende Trieste la città della fotografia - i locali pubblici e gli spazi urbani di Trieste si trasformano infatti in un'unica, gigantesca galleria nella quale fotografi, professionisti e non, provenienti da tutta Italia e dal resto del mondo, possono esporre i propri scatti e che nella prima metà del 2022 a fine manifestazione  vedrà la pubblicazione di un ricco catalogo fotografico.

 

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Cani da A-Mare di Fabiana Postir da Eppinger caffè

Fabiana Postir Cani da A-MareFabiana Postir Cani da A-Mare

Cani da A-mare è una mostra per sensibilizzare sull'abbandono dei cani in una città particolarmente amante degli amici a 4 zampe. Lunedì 1 novembre presso Eppinger Caffè in via Dante 2B a Trieste apre la mostra fotografica personale di Fabiana Postir a cura de Le Vie delle Foto. Inaugurazione ufficiale alla presenza dell'artista giovedì 4 novembre alle 18.30. La mostra sarà visitabile su prenotazione fino al 30 novembre.

In 20 scatti "Cani d' A-mare" vuole raccontare con spontaneità e reciprocità l'amore incondizionato che da sempre caratterizza il rapporto cane-uomo.
Frutto di un lavoro iniziato 3 anni fa, la fotografa/autrice degli scatti, Fabiana Postir, è molto legata al tema proposto nella mostra proprio perché i cani adottati nelle sua famiglia provengono da storie di abbandono.

A curare la mostra è Linda Simeone, ideatrice de Le vie delle foto, manifestazione nata nel 2011 che da dieci anni trasforma il centro di Trieste, con i suoi esercizi pubblici e locali storici, in un’enorme mostra fotografica.
Grazie a Le Vie delle Foto - format di successo che ogni anno rende Trieste la città della fotografia - i locali pubblici e gli spazi urbani di Trieste si trasformano infatti in un’unica, gigantesca galleria nella quale fotografi, professionisti e non, provenienti da tutta Italia e dal resto del mondo, possono esporre i propri scatti e che quest'anno, a fine evento, vedrà la pubbllicazione di un ricco catalogo fotografico.

La mostra fotografica "Cani da A-mare" è visitabile su prenotazione da Eppinger Caffè in via Dante 2B a Trieste fino al 30 novembre.

Per prenotare la visita guidata anche con l'artista, in considerazione delle misure antiCovid è necessario inviare una mail a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Evento Facebook: https://www.facebook.com/events/343468760077104/

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Il profumo del mirto: dalla Sardegna alla Val Tramontina

il profumo del mirto il profumo del mirto

Il profumo del mirto: lunedì 18 ottobre 2021 proiezione del film - regia di Christian Canderan, produzione Karel srl - che narra la storia del pastore sardo Francesco Mattu "Kiodo" trasferitosi in Val Tramontina con il suo gregge. Mattu produce un formidabile pecorino, “sardo-friulano” come lo chiama lui, e una strabiliante ricotta. 

Set privilegiato per le riprese in Friuli è stata la Val Tramontina con l’ovile di Kiodo: la sua quotidianità è stata ripresa in vari momenti dell’anno. Scorci stupendi della valle si rincorrono nelle riprese dei suoi viaggi in motocicletta con un accattivante passaggio anche alle pozze smeraldine. Altre cartoline che compongono questo particolare mosaico sono la laguna di Marano e i suoi casoni, un passaggio a Maniago e Spilimbergo e una grotta di una valle limitrofa dove si stagionano formaggi tipici. La Sardegna e in particolar modo la Barbagia, fanno scoprire  un territorio e una cultura non molto conosciuti fra Domus de Janas, nuraghi e querce secolari.

Repliche mercoledì 20 al Teatro Miotto di Spilimbergo, giovedì 21 al Teatro Pasolini di Casarsa e venerdì 22 ottobre a Cervignano, Teatro Pasolini. 

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Wine meets fashion

sartorialità  wineweek 2021sartorialità wineweek 2021Che cosa hanno in comune la moda e il vino Per rispondere a questa domanda Federico Gordini, Presidente della Milano Wine Week, ha interpellato Luca D’Attoma, enologo tra i più premiati in Italia e all’estero e Luigi Lardini, rinomato per i suoi capispalla dai tagli impeccabili, realizzati con tessuti di altissima qualità. Durante il talk, che si è svolto il 7 ottobre scorso presso il flagship store milanese della griffe, i due esperti hanno messo in luce i tanti aspetti che in maniera sorprendente accomunano entrambi i mondi.

Per l’enologo Luca D’Attoma, “realizzare un vino è come cucire un abito su misura. Si parte immaginando il modello, ascoltando attentamente i gusti del cliente, poi, a tavolino, si cerca di costruirlo partendo dal vigneto fino alla scelta dell’etichetta”. Lo stesso avviene per i rinomati capispalla di Luigi Lardini, realizzati con una cura artigianale estrema che prevede 200 passaggi affinché la stoffa si trasformi in un capo dal taglio impeccabile.

flagship Lardiniflagship Lardini

In entrambi i casi è la ricerca dell’eccellenza a caratterizzare ogni singola fase del processo di produzione, che spesso si fonda su metodi antichi: per i vini di D’Attoma, per esempio, vinificando in anfora o in orci di terracotta, nel caso di Lardini affidando le fasi più importanti del processo sartoriale alle mani esperte delle sarte. Il tutto con uno sguardo rivolto al futuro che in D’Attoma si concretizza nella voglia di sperimentare, andando a volte controcorrente: “perché se devi creare un vino nuovo – ha spiegato l’enologo - devi avere il coraggio di osare. Magari riscoprendo vecchi vitigni dimenticati o meno conosciuti, oppure adottando tecniche di vinificazione diverse”. L’innovazione di Lardini è testimoniata dai 20.000 mq di macchinari all’avanguardia progettati per ottimizzare il lavoro sartoriale, nel rispetto dell’ambiente e del meraviglioso territorio delle colline marchigiane, dove ha sede lo stabilimento di famiglia.

“Lardini non è solo capo spalla realizzato con maestria e lunga ricerca, ma un modo di essere”, ha spiegato Luigi Lardini durante il talk. “L'abbigliamento elegante, come nel caso di un abito, influenza notevolmente lo stile di vita.  È una filosofia di vita. L'eleganza influenza facendoti sentire bene. L'eleganza dona sicurezza, ti fa sentire importante in ogni luogo e in ogni occasione. Bisogna però saper sempre individuare il tempo giusto per realizzare un nuovo mood. Mai anticipare e mai essere in ritardo, come nella vendemmia. Non dimentichiamo che lo stile è dettato da piccoli dettagli che sanno fare la differenza. E a volte basta un sorriso con in mano un bicchiere di vino.”

Dunque, la vera sfida in entrambi i casi sta nello scegliere il tessuto giusto/ vitigno o blend di vitigni giusti e nell’adottare un processo di vinificazione e affinamento che esalti le peculiarità della varietà, o un taglio sartoriale che esalti la qualità del tessuto, oltre che la silhouette di chi indossa il capo spalla.

L’altro elemento che vino e moda hanno in comune è la stagionalità: così come le collezioni sono scandite dal cambio delle stagioni, anche l’andamento climatico condiziona la qualità/quantità delle uve determinando il successo o l’insuccesso di un’annata. Per non parlare dei termini che spesso si usano per descrivere un vino: vellutato, con tannini morbidi e setosi, aggettivi che rievocano la sensorialità dei tessuti. Inoltre, il vino è soprattutto sostanza ma anche forma con il packaging e la scelta dell’etichetta, a volte firmata da artisti. Tuttavia, se un vino si acquista perché siamo attratti dalla bottiglia ma poi il contenuto non si rivela all’altezza, smettiamo di berlo. Lo stesso avviene per l’abbigliamento: se un bell’abito non è realizzato con tessuti di qualità e dopo i primi lavaggi diventa immettibile, finiamo per non ripetere l’acquisto.

Infine, l’altro aspetto che accomuna in maniera profonda la filosofia di Luca D’Attoma e quella di Luigi Lardini è il desiderio di “Riconnettersi con la natura”, slogan che accompagna la collezione autunnale del brand. Un principio che è anche alla base dell’operato dell’enologo, noto per essere stato un pioniere della viticoltura biologica, già negli anni ’90, e per essere uno dei massimi esperti di biodinamica.

Lardini Gordini D'AttomaLardini Gordini D'Attoma

“Milano è la capitale dell’eccellenza italiana,” ha commentato Federico Gordini, Presidente della Milano Wine Week, “e l’incontro tra eccellenze non poteva trovare celebrazione più adatta dell’accostamento tra un grande protagonista dello stile italiano e uno dei più grandi enologi del nostro tempo. Un accostamento che si basa su un approccio sartoriale condiviso, che dà luogo a un nuovo modo di raccontare il vino: uno storytelling vincente che può essere riproposto a livello internazionale per creare grandi momenti di italianità”.

Durante l’evento sono stati proposti in degustazione 6 vini realizzati da Luca D’Attoma. 

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Vita col mare: 7 racconti di mare attraverso 33 opere

Vita col mare Vita col mare

#èbelloedègratis. Vita col mare - sette racconti di mare attraverso trentatre opere scelte della Collezione d’Arte della Fondazione CRTrieste. A cura di Alessandro Del Puppo. Museo d’Arte Moderna “Ugo Carà” - Muggia (TS). Il titolo della mostra, che propone una selezione di 33 tra dipinti, disegni, incisioni e sculture provenienti dalla Collezione d’Arte della Fondazione CRTrieste (che ne conta un totale di 478), si ispira all’omonimo romanzo del 1973 di Stelio Mattioni (Trieste, 1921 – 1997). Il rapporto con il mare viene indagato mediante un percorso che si snoda attraverso sette sezioni tematiche che raccolgono e rappresentano una testimonianza della migliore produzione artistica triestina tra Otto e Novecento: La geografia, la storia; La città, il golfo; Al largo; Bagnanti; Il litorale; Muggia; Il ritorno a casa.

Gli artisti

Giuseppe Barison, Gianni Brumatti, August Černigoj, Antonio Coceani, Alexander Dzigurski, Ugo Flumiani, Guido Grimani, Guglielmo Grubissa,, Georg Keller, Paolo Klodic de Sabladoski, Mario Lannes, Maria Lupieri, Tranquillo Marangoni, Marcello Mascherini, Argio Orell, Nino Perizi, Dino Predonzani, Edgardo Sambo, Lojze Spacal, Nicola Sponza, Dyalma Stultus e Vito Timmel.

Il percorso

La Mostra si apre con la storia e la geografia locale, l’antica cartografia, le figure dei commercianti, il santo protettore. Lo sguardo poi si estende alle vedute della città, con le rive solcate di borghesi e di popolani. Si prende il largo con le spettacolari vedute marine e di imbarcazioni di Ugo Flumiani e di Sambo di cui è in esposizione anche Nudi al sole. Si prosegue con il litorale e con le vedute del porticciolo di Muggia che consentono di riscoprire alcuni autori poco noti del Novecento triestino come Gianni Brumatti, Nicola Sponza, Guglielmo Grubissa e soprattutto Maria Lupieri,donna artista che merita di essere valorizzata. L’ultimo capitolo narra il ritorno a casa. Tre sole opere, ma che permettono di documentare la presenza di un moderno stile di matrice postcubista (Nino Perizi e Lojze Spacal), fino al grande pannello decorativo di Dino Predonzani, vero omaggio al mare, alla natura e alla presenza dell’uomo.

L’allestimento

La scelta delle opere e l'allestimento creato dal curatore Alessandro Del Puppo - che è anche curatore della Collana d’Arte edita dalla Fondazione CRTrieste - con il conservatore del Museo Massimo Premuda, intende riprodurre anche nel percorso espositivo quella che è la vita lungo la costa. Le opere sono accompagnate, oltre che da una didascalia, anche da un codice QR che rimanda direttamente a una scheda di approfondimento e contestualizzazione sul dipinto, presente sul sito web della Fondazione CRTrieste

La Collezione d’Arte della Fondazione CRTrieste. A partire dai primi anni del Novecento la Cassa di Risparmio di Trieste ha avviato un lungimirante processo di acquisizione di opere d’arte nell’ambito di un progetto di sostegno e valorizzazione degli artisti di area locale più rappresentativi. Alla luce delle finalità statutarie, la Fondazione ha deciso di proseguire la valorizzazione di questo importante patrimonio con l’acquisizione, nel 2005, delle opere di maggiore significato artistico e storico della Banca al fine di garantirne il radicamento con il territorio triestino e di impedirne la dispersione conseguente alla fusione della Cassa di Risparmio di Trieste nel Gruppo UniCredit. Negli anni successivi, la Collezione si è arricchita con ulteriori acquisizioni particolarmente significative del Novecento triestino, oltre alla Collezione “Arte e industria” Stock.

Il Museo “Ugo Carà” - L’istituzione del museo nasce in seguito alla donazione alla città di Muggia da parte del Maestro Carà, scultore, pittoe, grafico. Nel 2004 la Fondazione CRTrieste ha sostenuto la realizzazione della struttura per poterle ospitare. L’edificio, di nuova costruzione per un totale di 1350 metri cubi, ha una superficie utile interna di 315 metri quadrati, con pareti espositive sviluppate per 80 metri lineari e superficie esterna di 400 metri quadrati. Le pareti interne, sistemate attorno ad un nucleo centrale di servizi, sono scorrevoli e permettono la creazione di otto diverse configurazioni, adatte ad ospitare molteplici situazioni espositive, donando così a questa struttura una versatilità non comune.

La mostra - a ingresso gratuito - resterà aperta fino a domenica 28 novembre 2021 con i seguenti orari: da martedì a venerdì 17-19; sabato 20-12 e 17-19; domenica e festivi 10-12.  L’accesso sarà vincolato al possesso del Green Pass.

Per informazioni e prenotazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure 040.336340.

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Dopo le criptovalute arriva la criptoarte: Prosecco Dop c'è!

Prosecco Still lifeProsecco Still lifeIl Consorzio di Tutela del Prosecco DOC investe nella realizzazione di un fashion film per celebrare “Il Genio Italiano” e con il supporto di Tuorlo Magazine crea un’opera di criptoarte, portando la Digital Art nel mondo del vino. Il film originale e non riproducibile è protetto da un certificato Non fungible token (NFT) basato sulla tecnologia Blockchain (registri condivisi fra milioni di server e non modificabili che garantiscono il tracciamento).

L'autenticità dell'opera, così assicurata, consentirà dunque a The Italian Genio di essere venduto come un prodotto artistico fisico, tanto da prevedere la sua presenza fra i beni battuti dalla casa d'aste Christie's il prossimo 12 ottobre 2021, all'hotel Principe di Savoia, a Milano in occasione della manifestazione La Vendemmia organizzata da MonteNapoleone District. Il ricavato sarà interamente versato a Dynamo Camp, onlus toscana che ospita gratuitamente per periodi di vacanza e svago bambini e ragazzi malati, in terapia o nel periodo successivo a ricoveri ospedalieri.

LocandinaLocandina

L’iniziativa è parte di un progetto più ampio che prevede la realizzazione di un cortometraggio dedicato a temi di tendenza disponibile dal 12 ottobre sulle piattaforme di Tuorlo Magazine e di Prosecco DOC, oltre che sui rispettivi canali social, e su Open Sea, portale che ospita e vende opere digitali da collezione.

“Con questa operazione - afferma il Presidente della DOC Prosecco Stefano Zanette - il Consorzio sottolinea la propria sensibilità verso l’arte in ogni sua forma, anche in un’ottica di innovazione spinta verso la tecnologia. La nostra Denominazione è infatti dinamica e aperta alle frontiere del sapere e della creatività in ogni ambito". 

“La nostra vocazione è veicolare un racconto autentico e sensoriale del mondo del food&beverage", commenta Luca Genova, editore di Tuorlo Magazine. "Da italiani abbiamo voluto interpretare il mondo del Prosecco DOC attraverso l’arte e siamo fieri di essere pionieri dell’NFT riscrivendo le regole del branded content.”

L’opera è frutto della collaborazione tra Tuorlo Magazine e Wayne Maser, fotografo e regista di fama internazionale.

 

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Attraverso uno sguardo diverso. Stanley Kubrick fotografo

Il logo della Mostra Il logo della Mostra Attraverso uno sguardo diverso. Stanley Kubrick fotografo. Through a different lens. Stanley Kubrick Photographs. Al Magazzino delle Idee di Trieste (Corso Cavour, 2) dal 1 ottobre 2021è visitabile  la mostra dedicata a Kubrick fotografo, organizzata dall' Erpac e realizzata in collaborazione con il Museo della Città di New York e con l’Archivio Stanley Kubrick, a cura di Sean Corcoran e Donald Albrecht. 

Stanley Kubrick prima di diventare un regista geniale (Orizzonti di Gloria, Lolita, 2001 Odissea nello spazio, Il Dottor Stranamore, Arancia Meccanica, Barry Lyndon, Shining, Full Metal Jacket, Eyes Wide Shut) fu un fotografo geniale. Documentò, tra il 1945 e il 1950, i diversi aspetti della società newyorchese e americana, manifestando sensibilità fotografica e capacità narrativa attraverso le immagini. 

copyright Museum of the City of New York and Stanley Kubrick Film Archivescopyright Museum of the City of New York and Stanley Kubrick Film ArchivesIn esposizione a Trieste 130 fotografie e circa quaranta numeri Look, in cui compaiono molte delle immagini scattate dal giovane Kubrick. Attraverso i suoi scatti, spesso organizzati in sequenze narrative, Kubrick racconta i diversi aspetti di una società in rapida evoluzione, l’evoluzione dei rapporti fra le persone, i protagonisti del mondo dello spettacolo e dello sport nei suoi diversi aspetti – dalla boxe, alla nascente televisione.

 

Il primo scatto di Kubrick pubblicato da Look è datato 26 giugno 1945. Si tratta del ritratto di un edicolante affranto per la morte di Roosevelt. Un’immagine che affascinò a tal punto gli editors di Look da indurre la rivista a offrirgli la possibilità di entrare nello staff come fotoreporter.

copyright Museum of the City of New York and Stanley Kubrick Film Archivescopyright Museum of the City of New York and Stanley Kubrick Film Archives

Oltre alle immagini scattate nei vicoli di New York, così come nei luoghi dell’alta società, nei night club e negli stadi, negli studi televisivi e radiofonici, in mostra si possono ammirare i servizi fotografici dedicati a Montgomery Clift, ripreso nell’appartamento nel quale conduce una vita del tutto normale  nonostante la fama ormai raggiunta, al campione di boxe italo-americano Rocky Graziano, a Peter Arno, fumettista bohémien nel suo appartamento di Park Avenue, a  Betsy Furstenberg simbolo della vita mondana newyorkese contrapposta all’esistenza precaria dei piccoli lustrascarpe che si aggirano agli angoli delle strade di New York.  Kubrick fotografa anche gli artisti del circo durante le prove; negli scatti della Columbia University riprende il luogo dove l’America forma la classe dirigente del futuro. Museum of the City of New York and Stanley Kubrick Film ArchivesMuseum of the City of New York and Stanley Kubrick Film Archives

Accanto alle fotografie sviluppate in grande formato, al Magazzino delle Idee sono visibili molti numeri di Look.  Nella sezione finale della mostra viene proiettato un cortometraggio di Stanley Kubrick, un documentario incentrato sul pugile e attore Walter Cartier, Day of the Fight (1951). Il lavoro fotografico su questa personalità del Bronx divenne lo storyboard del film e consentì a Kubrick di elaborare le scene, gli angoli di ripresa, le inquadrature e le luci. Kubrick continuò ad affidarsi alle fotografie per l’elaborazione delle proprie sceneggiature per tutta la vita. Questa sezione comprende anche un estratto dal suo secondo lungometraggio, Killer's Kiss (1955) fortemente legato all'estetica e ai temi del film noir - boxe, crimine, sale da ballo e showgirl. Museum of the City of New York and Stanley Kubrick Film ArchivesMuseum of the City of New York and Stanley Kubrick Film Archives

 La mostra resterà aperta fino al 30.01.2022. Orari: da martedì a domenica 10.00-19.00. Lunedì chiuso

 

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Intrecci di donne. L'essere e il tessere da Eppinger Caffé

L'essere e il tessereL'essere e il tessereVenerdì 1 ottobre 2021 al primo piano di Eppinger Caffè in via Dante 2/B a Trieste apre la mostra fotografica/artistica "Intrecci di donne. L'essere e il tessere" di Jenny Taverna e Manuela Burlina a cura de Le Vie delle Foto. La mostra sarà visitabile ogni giorno durante l'orario di apertura dal lunedì al sabato fino al 31 ottobre.

Assieme alle immagini fotografiche di Jenny Taverna, saranno esposti gli arazzi realizzat delle allieve della tessitrice Emanuela Burlina.

 LA MOSTRA

INTRECCI DI DONNE. L'ESSERE E IL TESSERE

Il progetto è nato da un'idea di Manuela Burlina durante un corso di tessitura per fare riscoprire questa antica tradizione attraverso manufatti resi più moderni, utilizzando semplici telai a cornice. L'affiatamento del gruppo ha fatto sì che si creassero in questo periodo non solo intrecci di fili, ma anche di storie, di emozioni, di vita vissuta. La collaborazione con Jenny Taverna è stata fondamentale per dare un'anima al progetto. Parte delle creazioni prende così un volto attraverso le allieve-modelle che si sono prestate a posare per questi splendidi scatti. Il ritratto artistico e la tradizione si sposano per dare vita a un'esposizione che fonde la fotografia con la creatività manuale.

LE AUTRICI

JENNY TAVERNA

"Sono del 1975 e sono diplomata all’istituto d’arte Giovanni Sello di Udine. Dopo diversi decenni in cui guardavo da lontano il mondo della fotografia, mia grande passione da sempre, ho ripreso una macchina fotografica in mano, fotografando quello che più mi appassiona: le persone. Con enorme stupore i miei primi ritratti piacevano e continuando su questa strada ho intrapreso, nel 2018, un percorso formativo con il maestro Eolo Perfido. Sicuramente la strada è ancora lunga, ma ritrarre le persone è quello che più amo fare al mondo. Riuscire a trasmettere, con uno scatto, l’essenza di uno sguardo è un obiettivo da raggiungere. Sono fotografa professionista e ho lo studio a Manzano, in provincia di Udine".

MANUELA BURLINA

"Classe '71, diplomata all'Istituto d'Arte G.Sello di Udine nel 1990 nella sezione Tessuto, ho sperimentato diverse arti creative nell'arco degli anni, passando dalla pittura su stoffa al decoro di legno e vetro, al cucito creativo - che ho insegnato in vari corsi - per ritornare dopo trent' anni alla tessitura. Arte, manualità e creatività sono gli elementi significativi del mio percorso che cerco di trasmettere con passione alle mie allieve".

Per info e prenotazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Per informazioni alla stampa: Linda Simeone cell. +39 3452911405

Pagina Facebook: https://www.facebook.com/Leviedellefoto/

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Yayoi Kusama e La Grand Dame

La Grande Dame x Yayoi Kusama. bottle e boxLa Grande Dame x Yayoi Kusama. bottle e boxUn vivace omaggio a La Grande Dame Veuve Cliquot.  My Heart That Blooms in The Darkness of The Night. La straordinaria creazione di Yayoi Kusama per La Grande Dame 2012 diffonde nel mondo un messaggio di speranza e di ottimismo. Una creazione esclusiva e ricca di colore, che celebra la nuova Premium Cuvée della Maison, La Grande Dame 2012.
La Grande Dame x Yayoi Kusama Studio Beautyshot flower bottleLa Grande Dame x Yayoi Kusama Studio Beautyshot flower bottle

La bottiglia è avvolta da un allegro fiore, simbolo di energia etributo alla natura;  il fiore prende anche la forma di un oggetto speciale che enfatizza la Premium Cuvée nel formato Magnum.

 grande dame grande dame

Non è la prima volta che le due donne si incontrano: infatti, nel 2006 per un’asta di beneficenza a Tokyo, Yayoi Kusama ha creato un originale ritratto di Madame Clicquot, servendosi del suo famoso motivo a pois. Oggi il dialogo tra la Maison e l’artista continua, raggiungendo un nuovo stimolante traguardo. Yayoi Kusama ha decorato il coffret e la bottiglia de La Grande Dame 2012 con i suoi simboli iconici: i fiori e i motivi a pois.  Madame Clicquot by Yayoi Kusama YAYOI KUSAMAMadame Clicquot by Yayoi Kusama YAYOI KUSAMA


#LaGrandeDame x #YayoiKusama

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Convivio alla finestra a Grado

maraveee folle a Gradomaraveee folle a Grado

CONVIVIO ALLA FINESTRA. Casa della Musica. Grado (GO). Inaugurazione sabato 28 agosto 2021 alle 19.00. Installazioni ambientali con finestre nomadi digitali e videoproiezione. Opere del collettivo Anotherview, Performance attoriale di Nicoletta Oscuro. Opera di Giuliana Cuneaz interpretata da Paola Corti. Performance coreutica di Gian Mattia Baldan. Coreografia di Giulia Staccioli – Kataklò Athletic Dance Theatre. Fino al 26 settembre 2021 tutti i giorni, tranne il lunedì 19:30 - 22:30. Ingresso libero ma soggetto alle norme vigenti anti-covid.  Dialoghi e intrecci di linguaggi creativi e artisti uniti nella messa in scena di ambienti, voci e azioni votati a un empatico coinvolgimento emozionale.

Nell’ambito del Festival Maravee Folle, ideato e diretto da Sabrina Zannier, organizzato dall’Associazione culturale Maravee con il sostegno della Regione FVG, dei Comuni di Grado e Gemona del Friuli e delle slovene Obalne Galerije Piran, grazie alle collaborazioni di Gervasoni, Comunità Collinare, Comune di Colloredo e CP & Partners, Convivio alla finestra inscena un Convivio partecipato a distanza, con filtro spaziale e temporale, ma talmente condiviso da generare il contatto profondo tra cultura e società.  Alla Casa della Musica le due finestre nomadi digitali irestituiscono la memoria di folle riunitesi sul Monte Lussari per la fiaccolata più lunga delle Alpi, ripresa per 24 ore fra il 31 dicembre 2019 e il primo gennaio 2020. Altre ventiquattro ore sono dedicate alla festa del “Perdòn de Barbana”, la principale tradizione religiosa di Grado, ripresa a luglio di quest’anno. L’installazione scenografica che le accoglie, ideata da Belinda De Vito e realizzata in collaborazione con Elisabetta Ferrandino, iperbolizza la vicinanza geografica tra laguna gradese e montagna: sintetizzate in pozze d’acqua, isole di argilla sabbiosa con i tipici fiori di Limonium, morbidi e sognanti manti nevosi, costruiti fra natura e artificio. Qui, tra montagna e laguna, l’attrice Nicoletta Oscuro narra la visionarietà generata dalla memoria esperienziale della socializzazione nelle nostre meraviglie naturalistiche.

Al primo piano Convivio del desiderio dell’artista valdostana Giuliana Cuneaz, con un’immersiva video-installazione apre una “finestra” di magica speranza, rivolta alle folle di un urgente convivio culturale e sociale. Sullo sfondo di un mare notturno quale metafora di un’epoca incerta, il suggestivo personaggio di Amabie - leggendaria figura giapponese, spirito benevolo volto alla guarigione delle epidemie e all’augurio di anni fecondi - appare come una strana creatura portatrice di bene innanzi alle incertezze. Personaggio interpretato dall’attrice Paola Corti, tratto dal film dell’artista intitolato I Cercatori di luce e incentrato sul potere rigenerativo della natura, la sirena ricoperta di squame, dai lunghissimi capelli e il volto simile a un uccello, emerge dal mare con una sfera luminosa. Le sue gestualità magico-apotropaiche, che sollecitano l’emozionalità legata alla sorpresa e alla meraviglia, ci uniscono nel desiderio di rischiarare l’oscurità del nostro tempo. A suggerire tale percorso sarà il danzatore Gian Mattia Baldan, che su coreografia di Giulia Staccioli – Kataklò Athletic Dance Theatre, inscenerà una poetica esperienza d’interazione fra corpo coreutico live e corpo attoriale virtuale.

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