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Out of the Blue 25 Maggio RelatoriOut of the Blue 25 Maggio Relatori

Out of the Blue Bahlsen By Design. Bahlsen incontra il talento e la creatività di sette giovani artisti dell’Accademia di Belle Arti di Brera, portando momenti di inaspettata bellezza in angoli urbani della città di Milano. Il progetto artistico realizzato da Bahlsen Italia in partnership con Accademia di Belle Arti di Brera è stato presentato all’interno della suggestiva Sala Napoleonica dell’Accademia. Una  performance artistico-visiva che ha permesso a sette giovani talenti di dare vita a opere inedite, capaci di donare alla città di Milano momenti di arte e bellezza. 
 
Il Blue iconico Bahlsen, i colori che hanno fatto la storia del brand e un pizzico di innovazione, sono stati gli elementi chiave che hanno ispirato i ragazzi, guidandoli nell’incontro tra la loro poetica e l’identità del brand per una contaminazione tra arte e artigianalità.

“Molto è cambiato dal 1889, ma la nostra curiosità è rimasta la stessa. Il progetto di Site Specific di Urban Art e Design che abbiamo scelto di portare avanti insieme ad un partner prestigioso come quello dell’Accademia di Belle Arti di Brera, si inserisce nelle attività a supporto del percorso di rebranding che ci ha visto protagonisti negli scorsi mesi" spiega Ernesto Maglio, Business Analyst Europa Occidentale Bahlsen.

Proprio negli ultimi mesi l’azienda ha deciso di regalare una nuova veste ai suoi prodotti, lanciando confezioni totalmente diverse per i suoi biscotti e rendendo protagonista indiscusso del nuovo look del brand, l’iconico colore Blu intenso Bahlsen.

Out of the Blue PackOut of the Blue Pack

Una scelta che ha rotto le regole della categoria e che trae immancabilmente ispirazione dal mondo dell’arte: lo stile è distintivo e ispirato agli elementi chiave della storia aziendale, reinterpretati in chiave contemporanea. 

"Questa operazione artistica conferma ancora una volta la stretta connessione tra Bahlsen e i concetti di bellezza, design e la volontà del brand di investire sulle nuove generazioni, puntando in questo caso sui talentuosi artisti dell’Accademia", spiega Stefano Leonardi, Direttore Commerciale Europa Occidentale/legale rappresentante Bahlsen Italia.

Sono infatti le nuove generazioni i veri protagonisti del racconto: sette giovani talenti del corso di pittura del Professor Stefano Pizzi, titolare della Cattedra di Pittura presso - Accademia di Belle Arti di Brera, hanno sviluppato sette installazioni pittoriche progettate per essere ospitate nelle strade di Milano.

 Out of the Blue. Sala NapoleonicaOut of the Blue. Sala Napoleonica

“Ringrazio Bahlsen per avere scelto una Scuola di Pittura dell'Accademia di Belle Arti di Brera come partner nella realizzazione di un progetto significativo che ha permesso alle nuove generazioni di mettersi in gioco. Le installazioni dipinte dai nostri allievi si riveleranno felici luoghi di sosta per osservare la città da una prospettiva altra, incorniciandone alcuni dettagli altrimenti non visibili".



Bahlsen Italia 

Bahlsen GmbH & Co. KG è una storica azienda tedesca fondata ad Hannover nel 1889 dall'imprenditore Hermann Bahlsen come Hannoversche Cakesfabrik H. Bahlsen. Un’azienda a conduzione familiare che da oltre 130 anni produce biscotti di alta qualità, perfezionandosi nell’arte di creare bellezza. 

 

Accademia di Belle Arti di Brera 

L’Accademia di Brera fu fondata nel 1776 dall’imperatrice Maria Teresa d’Austria. Polo d’eccellenza per l’istruzione, la formazione e la produzione artistica è conosciuta in tutto il mondo come l’habitat di coloro che dell’arte vogliono fare il loro lavoro nel mondo presente. Il prestigio di Brera attrae grandi e piccole aziende che sostengono progetti didattici e offrono un approccio concreto al mondo del lavoro creativo.

 

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Annalisa Sandri presenta a Udine il Manuale di cucina per indecisi

Annalisa Sandri al mercato ortofrutticolo di UdineAnnalisa Sandri al mercato ortofrutticolo di Udine

Manca il sale? Manuale di cucina per indecisi è il primo libro di Annalisa Sandri, foodblogger udinese con all’attivo diverse collaborazioni e programmi tv dedicati alla gastronomia in Friuli Venezia Giulia. Annalisa presenterà il libro, per la prima volta a Udine,  mercoledì 18 maggio 2022 alle 18 alla Libreria Tarantola in via Vittorio Veneto, presentata da Massimo Percotto, Delegato dell'Accademia della Cucina-Udine. Sabato 21 maggio alle 16  presentazione al Caffè Greco Degustazione di via Aquileia sempre a Udine. 

Il libro è composto da 82 ricette semplici, golose e dal risultato assicurato, dedicate a chi è perennemente indeciso quando deve mettersi ai fornelli, a chi ha poco tempo, a chi lavora tutto il giorno e quando arriva a casa guarda il frigo sconsolato in attesa di ispirazione.

L’autrice a non ha voluto chiamarlo ricettario, ma manuale, come fosse una sorta di guida pratica per sopravvivere in cucina, divertendosi. “Nei tanti libri di ricette che ho letto – spiega – ho sempre trovato che mancasse un po’ di ironia. Non sono una cuoca professionista, cucino per passione e per far star bene le persone che ho vicino: per questo ho creato prima il blog e adesso il libro, per portare il sorriso in tavola e ai fornelli, con l’obiettivo di risolvere pranzi e cene a tutti, in particolare a chi non sa mai cosa preparare”.

Tutte le ricette del libro (quasi tutte in verità) richiedono al massimo mezz'ora di preparazione. Molto interessanti le prime pagine con la sezione dei consigli, dagli utensili da avere in cucina per semplificarsi la vita, a che cosa è bene avere in dispensa per non trovarsi mai impreparati a come fare la lista della spesa.  Ed ecco preliminarmente le ricette più elementari per preparare a regole d’arte soffritto, pasta al burro e sugo di pomodoro. Seguono 82 ricette correfate da foto a colori e spiegate passo passo. A conclusione, un comodo glossario per districarsi nel vocabolario del mestiere tra mantecare, sfumare e appassire.

Il libro è edito da Qubì, cioè da noi che lo pubblichiamo nella collana qubETTI e che pubblichiamo anche il mensile di gusto e buongusto q.b. quantobasta

 

 

 

 

 

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Cibo e tavolo verde: i migliori ristoranti

Cibo e tavolo verde i migliori ristoranti di casinò in Italia e nel mondoCibo e tavolo verde i migliori ristoranti di casinò in Italia e nel mondoGli appassionati del tavolo verde dei casinò sapranno già che questo tipo di gioco non offre solo svago fine a se stesso, ma anche un'occasione per socializzare in compagnia assaporando del buon cibo. All'interno dei casinò, infatti, sempre più spesso sono presenti ristoranti di qualità, la cui cucina è gestita da chef stellati. Giorgia Bianchi ci racconta quali sono i più noti ristoranti presenti nei casinò d'Italia e del mondo.

I migliori ristoranti dei casinò d'Italia

Il primo a usufruire del servizio ristorante è stato il casinò di Sanremo, all'interno del quale si trovano bar e bistrot: qui troviamo il noto Biribissi, situato nella sala slot, estremamente curato nei dettagli e specializzato in cucina ricercata. Sempre a Sanremo c'è il famoso Roof Garden, che si trova nel punto più alto dell'edificio e offre un'incantevole vista panoramica. Per accedere a entrambi i ristoranti è richiesto un abbigliamento elegante.

Al casinò di Venezia c'è il Wagner Restaurant, collocato nella vecchia casa appartenuta all'omonimo compositore: è suddiviso in sala Palma, Gialla e Rossa, tutte dotate di meravigliosi affreschi. La cucina è di tipo internazionale, con riferimenti a quella veneziana.

Il ristorante Seven di  Campione d'Italia è situato al settimo piano e offre una vista da sogno sul lago di Lugano. I prezzi sono abbastanza alti ed è richiesto di seguire un dress code piuttosto elegante.
Cibo e tavolo verdeCibo e tavolo verde
I migliori ristoranti nei casinò stranieri

Nei casinò europei, dove ci si può intrattenere con vari giochi, troviamo ristoranti stellati che preparano cucina gourmet, come quelli presenti a Montecarlo, Bellagio o Las Vegas.

A Montecarlo Le Trein Bleu che, nonostante il nome, serve piatti della cucina tipica italiana come le orecchiette alle cime di rapa.

A Lugano si gusta la cucina mediterranea, iscritta da oltre dieci anni nella lista del patrimonio culturale immateriale dell'Unesco. Questa prevede piatti preparati con ingredienti sempre freschi e di stagione. A Bellagio invece, dove il casinò ospita anche opere di Picasso, si assaporano la cucina spagnola e quella francese.

A Las Vegas c'è il famosissimo ristorante Guy Savoy, doppiamente stellato Michelin. L'ambiente è elegante e romantico come a Parigi e la cucina è appunto quella tipica francese.

Vivere esperienze di gioco uniche anche da casa

L’esperienza offerta dai casinò fisici resta memorabile e appassionante, ma durante e dopo il lockdown il gioco svolto online ha conosciuto una crescita enorme. Nel 2020, in Europa, il gaming sul web è cresciuto del 34,7% e, nonostante abbia subito un lieve calo l'anno seguente, ha poi continuato a crescere costantemente. Per i dispositivi mobile l'aumento ha toccato punte del 44,2% nel 2019 e del 47,7% nel 2021, e potenzialmente potrebbe arrivare al 58,2% nel 2025

Tra la vasta gamma di giochi proposti sul web, l’offerta di intrattenimento ispirato al mondo della cucina non manca. Sushi, torte, pizze gourmet, e chi più ne ha più ne metta: i menù offerti dai ristoranti sopracitati sono riproposti anche da alcune slot sul web, perfette per chi ama sia la cucina che il brivido del gioco. Alcuni di questi accattivanti giochi a tema sono, per esempio, “Gordon Ramsay Hell's Kitchen” e “Ninja Chef”, in cui è possibile appassionarsi giocando con una video slot culinaria e mettendo alla prova le proprie doti da chef.

Tramite servizi come questo, le atmosfere coinvolgenti delle sale da gioco si possono vivere anche da casa, grazie alle modalità live che alcuni portali, come per esempio Leovegas casinò, offrono. Su alcuni siti di recensioni è possibile trovare informazioni su questo operatore, certificato dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

La sicurezza, infatti, è il primo aspetto da considerare quando si sceglie di giocare online, e informandosi accuratamente, non si correrà il rischio di imbattersi in operatori di gioco poco sicuri.

 

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Mode e luoghi nelle immagini del Giappone

nihon fuzokuenihon fuzokueNIHON FŪZOKUE - Mode e luoghi nelle immagini del Giappone Edo-Meiji. La mostra è stata inaugurata il 6 maggio 2022 nelle sale del Palazzo Coronini a Gorizia. 

inaugurazione inaugurazione

Se l’esotismo ha sempre esercitato un forte fascino sull’Europa, come testimoniato nel Settecento dal gusto sfrenato per le cosiddette “cineserie”, la passione per l’Oriente e in particolare per il Giappone esplose prepotentemente dopo il 1854, quando l’ingresso della flotta statunitense del commodoro Perry nella baia di Yokohama impose trattative per l’apertura dei porti giapponesi alle navi occidentali. L’improvviso e massiccio afflusso di opere e merci nipponiche in Occidente, dalle porcellane alle lacche, dalle raffinatissime stampe ai netsuke (i piccoli ciondoli comuni all’abbigliamento tradizionale dell’epoca) provocò un'ondata di “giapponismo” che investì ogni settore della produzione artistica dell’epoca.

Le stampe, in particolare, divennero subito oggetto di un collezionismo diffuso. Il conte Guglielmo Coronini Cronberg negli anni Settanta del Novecento acquistò oltre 300 di queste opere, che sono esposte al pubblico per la prima volta nella mostra NIHON FŪZOKUE. Mode e luoghi nelle immagini del Giappone Edo-Meiji. La collezione Coronini Cronberg di Gorizia. Del nucleo di silografie a colori e illustrazioni di volumi a stampa in bianco e nero, sono stati selezionati i pezzi più pregevoli e significativi per raccontare la storia, la vita quotidiana, gli usi e i costumi di un paese che a lungo gli europei percepirono come la quintessenza dell’esotismo. Le opere giapponesi appartenenti alla collezione della Fondazione Palazzo Coronini Cronberg sono testimonianza del successo nazionale e internazionale del filone artistico dello ukiyoe (“immagini del mondo fluttuante”), così come del ruolo centrale che l’editoria ricoprì a partire dall’epoca Edo (1603-1867) nel processo di alfabetizzazione e di diffusione di prodotti a stampa anche a scopo di intrattenimento.

Utagawa Kunisada II Toyokuni IV 1823 1880 Convolvoli e beltà con ventaglio uchiwa dalla serie Genji alla moda abbinamento di fiori 1861 silografia policromaUtagawa Kunisada II Toyokuni IV 1823 1880 Convolvoli e beltà con ventaglio uchiwa dalla serie Genji alla moda abbinamento di fiori 1861 silografia policroma

Gli svaghi del “mondo fluttuante”: beltà, attori e paesaggi
Dopo quasi un secolo e mezzo di guerre civili, all’inizio del XVII secolo il Giappone era entrato in un periodo di relativa stabilità sociale, grazie al governo insediato nella nuova città di Edo (l’attuale Tōkyō) dal casato militare dei Tokugawa e dal Generalissimo, lo shōgun, mentre l’imperatore e la sua corte continuavano a mantenere i propri rituali e un’autorità solo nominale nell’antica capitale Kyōto. Durante gli oltre duecentocinquant’anni del governo Tokugawa, contraddistinto da una politica isolazionistica, il Giappone aveva sviluppato tutte le caratteristiche di una società complessa e moderna.

CONOSCI UKIYO IL MONDO FLUTTURANTE? 

Il mercato editoriale, rivolto anzitutto a soddisfare le richieste della nuova classe dei chōnin, il ceto mercantile che gravitava intorno ai grandi centri urbani, contribuì, infatti, a divulgare luoghi, spettacoli, personaggi famosi, usi e costumi, attraverso libri di scrittori di professione, illustrati dai grandi artisti del tempo, ma anche immagini singole, vendute come souvenir da collezionare. Le stampe prodotte in epoca Edo celebravano anzitutto le speciali attrattive che i grandi centri urbani avevano da offrire: il cosiddetto “mondo fluttuante” o ukiyo, ovvero un mondo di evasione costituito dai quartieri di piacere, come quello di Yoshiwara, nella zona a nordest di Edo, con le sue cortigiane che attiravano visitatori da tutto il Giappone, e il distretto del teatro, dove gli attori kabuki mettevano in scena storie di amori sfortunati o di drammatiche vendette. Strettamente connessi al kabuki erano anche i ritratti di grandi guerrieri della storia cinese e giapponese.

Le immagini di paesaggi, che si svilupparono invece come genere specifico all’inizio del XIX secolo, riflettevano in parte il crescente interesse per il pellegrinaggio e il turismo domestico che, a sua volta, derivava dalla più antica tradizione dei meisho (luoghi famosi). L’affermazione del paesaggio nell’opera di artisti rinomati come Katsushika Hokusai e Utagawa Hiroshige, e la conseguente diffusione delle loro stampe in Occidente, diede al genere una fama universale.


 

Il rapporto con l’Occidente e la Cina in era Meiji


L’era Meiji (1868-1912) rappresentò una fase di intense trasformazioni culturali e istituzionali nella società giapponese. Dopo l’apertura dei suoi porti nel 1854, il Giappone fu vincolato ai trattati commerciali stipulati con le nazioni occidentali. Dal 1868, l’abrogazione della dittatura militare degli shōgun e il ripristino di un potere imperiale effettivo favorirono l’importazione di tecnologie avanzate e l’affermarsi di istituzioni moderne, grazie a cui il Giappone si trasformò rapidamente in una grande potenza industrializzata.

Le stampe, considerate un mezzo di intrattenimento popolare ma anche di propaganda politica e ideologica, riflettono in maniera significativa i rapidi cambiamenti di questo periodo, dando spazio a nuovi soggetti, come le scene del conflitto con la Cina (1894-1895), con la raffigurazione di armi e armamenti di nuova generazione e battaglie navali, l’incontro con l’Occidente con le sue novità scientifiche e tecnologiche e i suoi aspetti esotici, come il circo con gli elefanti. Allo stesso tempo si assiste all’introduzione di espedienti tecnici tipicamente occidentali come la prospettiva, gli effetti chiaroscurali, le ombre e il disegno dal vero.

Natura, mode e vita quotidiana del Giappone nei libri silografici illustrati


Una parte consistente delle opere giapponesi conservate nelle collezioni Coronini è costituita non da stampe singole ma da pagine provenienti dai popolarissimi e diffusissimi libri illustrati. I primi libri a stampa, prodotti fin dall’inizio del XVII secolo con la tecnica dei caratteri mobili, sostituiti in seguito da blocchi silografici che comprendevano l’intera pagina, erano soprattutto testi di carattere storico e religioso. Ciò che contava era principalmente la qualità estetica della scrittura, mentre le immagini avevano un ruolo minore e subordinato al testo. Con il tempo e la crescita delle potenzialità economiche legate alla produzione e distribuzione dei libri, le immagini, realizzate spesso da artisti famosi dello ukiyoe come Suzuki Harunobu o Katsushika Hokusai e i suoi allievi, acquistarono un’importanza sempre maggiore, diventando il contenuto principale se non esclusivo di questi prodotti editoriali.

I libri illustrati divennero rapidamente un genere di grande successo, in grado di trasformarsi nel tempo, di adattarsi ai mutamenti dello stile e del gusto e di affermarsi come uno dei principali canali di diffusione del sapere, della cultura, della letteratura storica e contemporanea, dell’intrattenimento e delle nozioni pratiche. Come bene testimoniano gli esemplari Coronini, i temi trattati erano infatti i più svariati: si trovano testi di calligrafia, manuali di pittura, repertori di animali e piante, rappresentazioni di attività quotidiane e viaggi, immagini satiriche. Pagine sciolte che, nei loro tratti ora essenziali ora più elaborati e ricercati, offrono un affascinante spaccato della società giapponese in un periodo storico di straordinaria vitalità culturale e di grandi trasformazioni.

La mostra è ideata da Rossella Menegazzo e Virginia Sica dell’Università degli Studi di Milano. Il catalogo edito dalla LEG è a cura di Cristina Bragaglia Venuti, Rossella Menegazzo, Cristian Pallone, Virginia Sica. Realizzata grazie al contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, con la collaborazione dell’Archivio di Stato di Gorizia e del Comune di Gorizia e, per gli eventi collaterali, dell’Associazione YKIAT di Trieste con la partecipazione del Civico Museo di Arte Orientale di Trieste, la mostra gode del patrocinio del Consolato Generale del Giappone a Milano, del Dipartimento di Lingue, Letterature, Culture e Mediazioni dell’Università degli Studi di Milano, del Dipartimento di Beni culturali e ambientali dell’Università degli Studi di Milano, del CARC (Contemporary Asia Research Centre)  e di AISTUGIA (Associazione Italiana per gli Studi Giapponesi) e per il catalogo anche della collaborazione del Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture straniere dell’Università degli Studi di Bergamo.
Orari: da mercoledì a domenica 10.00 – 13.00 15.00 – 18.00

 

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Calici e camici con Paolo Brinis

Calici e camici cover Calici e camici cover

MERCOLEDI' 27 APRILE 2022 all'Antico Caffè San Marco di Trieste Paolo Brinis presenta il suo libro "Calici & camici" (Cinquesensi editore). Dialoga con l'Autore la dottoressa ssa Elena Paternostro. Appuntamento per le ore 18. Un libro di incontri e di amicizia, di passioni condivise e di amore per il vino. Il giornalista di News Mediaset Paolo Brinis, una lunga militanza fra vigneti e cantine, incontra, presenta e interroga uno scelto manipolo d’illustri rappresentanti di ogni campo della medicina, molti dei quali sono anche apprezzati viticoltori, per capire meglio i benefici (molti) ma anche i pericoli (pochi ma gravi) che si possono incontrare nella relazione col prodotto più simbolico e rituale della nostra civiltà.

Un’opera dove nessuno sale in cattedra ma che, tra ricordi, consigli, aneddoti e divagazioni, vuole suggerire consigli  e proporre qualche risposta nella simpatica atmosfera di un convivio tra amici.

PAOLO BRINIS | Giornalista della redazione di News Mediaset, da 30 anni racconta il Nord-Est Italia per i notiziari del Gruppo televisivo: TG4, TG5, Studio Aperto e TGCom24. Ha vissuto importanti esperienze giornalistiche anche in Israele, Iraq, Regno Unito e Giappone. Tra i suoi interessi ci sono l’arte contemporanea e la cultura vitivinicola. Fuma sigari cubani molto raramente, ma è comunque affascinato da tutto ciò che abbia con loro a che fare, tanto da averne scritto nel libro Il giro del Mondo in 80 sigari.

 

è bello ed è gratis

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Manuale di cucina per indecisi. Vi presentiamo l'autrice

annalisa sandriannalisa sandri

Manca poco. Manca poco. Sta per uscire un nuovo libro di qubì editore, che pubblica anche il mensile cartaceo qbquantobasta. 

Il titolo del libro è Manca il sale? Manuale di cucina per indecisi e inaugura la nuova collana qubETTI 100e + grammi di cultura.

PREORDINA SUBITO LA TUA COPIA AUTOGRAFATA! 

 

manca il sale ultima di copertina manca il sale ultima di copertina

CHI È ANNALISA SANDRI. Udinese per nascita, avvocato per professione, food blogger per passione. Annalisa Sandri gestisce dal 2014 Manca il Sale – blog di cucina per indecisi ed è un volto noto delle emittenti regionali FVG, dove ha anche condotto per alcuni anni uno spazio settimanale dedicato alla cucina. L'autrice è Annalisa Sandri. Ve la presentiamo con le parole tratte dal volume, un imperdibile compendio di ricette facili veloci e sperimentate. 

Ha partecipato in qualità di giudice e coach alle ultime quattro edizioni di The best sandwich in onda su Telefriuli. Ha tenuto corsi di cucina e vinto alcuni contest dedicati. È consultore della delegazione di Udine dell’Accademia Italiana della Cucina. È stata ambasciatrice della città di Udine nella trasmissione di RaiUno Linea Verde va in città e scrive sul mensile  qb quanto basta.
Manca il sale?  Manuale di cucina per indecisi è il suo primo libro.

Chiedilo a qb

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Guida galattica alla costituzione. A fumetti

Costituzione a fumetti coverCostituzione a fumetti cover

Guida galattica alla Costituzione. La Costituzione a fumetti, il libro realizzato dall'Associazione Storica Società Operaia di Pordenone in collaborazione con PAFF! di Pordenone, un'inedita trasposizione dei principi ispiratori della Carta Costituzionale e la storia della sua elaborazione. La publicazione è destinata agli studenti.Direzione editoriale del progetto di Sara Pavan. Autori Alessandro Lise e Alberto Talami con un'appendice di Sara Loffredi.  

Tavola internaTavola interna

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Villa Manin. Pro Loco FVG inaugura mostra Poleârt

Inaugurazione foto Elia FalaschiInaugurazione foto Elia Falaschi

Inaugurata a Villa Manin di Passariano di Codroipo la mostra Poleârt, che mette in luce le abilità degli artigiani locali: il primo evento della ripartenza delle attività delle Pro Loco regionali nel complesso dogale. All'inaugurazione sono intervenuti il presidente del Comitato regionale delle Pro Loco FVG Valter Pezzarini, l'assessore alla cultura del Comune di Codroipo Tiziana Cividini, Helene D'Ambrosio responsabile Servizio Informazione e Accoglienza Turistica di Promoturismo FVG e i giovani curatori della mostra, operatori volontari del servizio civile universale Giulia Vatri, Eugenia Venier ed Enrico Fantino, insieme all'artista protagonista della prima parte del progetto Giulia Vesentini che presenta opere realizzate insieme a Matteo De Giusti. Presenti anche i sindaci di Lestizza Eddi Pertoldi e di Varmo Fausto Prampero.foto Elia Falaschifoto Elia Falaschi

IL PROGETTO

Il Comitato Regionale delle Pro Loco - UNPLI Friuli Venezia Giulia APS, con sede a Villa Manin di Passariano ha accolto tre operatori volontari del Servizio Civile Universale attraverso il progetto “Artisti e artigiani di ieri, oggi e domani per una nuova cultura glocal in Friuli Venezia Giulia”. Il progetto ha come obiettivi la ricerca e la valorizzazione dell’attività di artisti e artigiani operanti nel Friuli Venezia Giulia, in questa prima fase Codroipo, Lestizza e Varmo.

 Poleârt raccoglierà un susseguirsi di iniziative con l’arte e l’artigianato locali come protagonisti. Il nome Poleârt è la fusione di “Poleâr”, dal friulano “pollice”, e “art”, a sottolineare l’importanza dell’esperienza tattile nella creazione manuale di progetti unici.

La prima di queste iniziative è la realizzazione di una piccola esposizione che alternerà per alcuni mesi i lavori di diversi artisti e artigiani locali negli spazi dell’Ufficio Turistico di Villa Manin. La prima a esporre è JoVe – Giulia Vesentini, Maestra Mosaicista, diplomata alla Scuola Mosaicisti del Friuli di Spilimbergo,  con laboratorio a Varmo, che mostrerà le sue creazioni nell'ufficio turistico della Villa Manin dal 1 al 20 marzo 2022.

"Poleârt - aggiunge il presidente del Comitato regionale Pro Loco Valter Pezzarini - vuole essere progetto pilota per offrire spunti di sviluppo ai futuri Operatori Volontari del Servizio Civile Universale che subentreranno nei prossimi anni, per creare una rete di artisti e artigiani solida e affermata localmente e non solo. Un'esperienza, quella del Servizio civile nelle Pro Loco, che apre al futuro. Negli anni passati i nostri progetti di servizio civile, a partire dal 2003, hanno coinvolto oltre 500 giovani sul territorio regionale e diversi di loro sono rimasti poi attivi come volontari nelle loro Pro Loco, e alcuni di loro hanno trovato lavoro in ambito turistico grazie anche a quanto imparato nell'anno trascorso insieme a noi".

 

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Degustazione di Corti a Cortina

de la postede la posteDegustazione di Corti a Cortina.  L’Hotel de la Poste di Cortina d’Ampezzo propone venerdì 18 febbraio 2022 la Degustazione di Corti, una preview di Cortinametraggio, il Festival di Corti nato dall'idea di Maddalena Mayneri, che ogni anno seleziona le migliori produzioni di registi affermati ed emergenti e che si svolgerà dal 20 al 27 marzo 2022.

cortinametraggiocortinametraggio

Lo chef Andrea Zannoni de Il Posticino propone una degustazione di piatti ampezzani, che saranno intervallati dalla proiezione in anteprima di 3 corti: Come a Mìcono, di Alessandro Porzio, Slow di Giovanni Boscolo e Daniele Nozzi, The Morse Code di Daniele Blando e Barbara Cravelli.

In menù: millefoglie di pasta phillo con salsa orangette, carpaccio di vitello e scaglie di grana; gnocchetti di patate allo zafferano con salsiccia con sfere di aceto balsamico; roast beef con salsa senape antica e patate all’ampezzana; tortino al cioccolato con cuore liquido su poché ai frutti rossi e l’immancabile alzata di pasticceria fresca e secca.

Informazioni e prenotazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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Amore e passione. Baci in edizione limitata

baci Perugina in rossobaci Perugina in rosso“Amore e Passione”, la Limited Edition Baci Perugina con la creatività di Dolce&Gabbana. Morbido cuore al gianduia con inaspettate e dolci inclusioni al lampone, una croccante nocciola intera, il tutto avvolto da cioccolato bianco di colore rosso ottenuto con soli ingredienti naturali. Un Bacio rosso. . Anche le confezioni di Baci sono "tempestate" di gemme e pietre preziose di un rosso intenso e brillante. E scintilla di rosso anche l’incarto in alluminio di ogni singolo cioccolatino.
Il gusto è frutto della maestria degli esperti cioccolatieri della Scuola del Cioccolato Perugina, vero e proprio laboratorio creativo in cui si fa sperimentazione e innovazione secondo il saper fare italiano. 

Instagram: https://www.instagram.com/baciperugina_it/
Facebook: https://www.facebook.com/BaciPeruginaIT

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Un’opera patriottica in un Castello asburgico

 

Castello di MiramareCastello di Miramare

È stata presentata il 4 febbraio 2022 nella sala del Trono del castello di Miramare l’opera di Annibale Strata “Allegoria di Trieste e l’Istria” che rimarrà a Trieste per dieci anni grazie al progetto del MiC “100 opere tornano a casa. Dai depositi ai musei”. La tela è stata posizionata negli Appartamenti del duca d'Aosta. Alla presentazione, con la direttrice di Miramare Andreina Contessa, ha partecipato Enrica Pagella, direttrice dei Musei Reali di Torino dai quali proviene l'opera.

100 opere tornano a casa100 opere tornano a casa

“Le opere d’arte a volte segnano i momenti epocali e sono loro stesse segnate dalla storia”. La direttrice del Museo storico Andreina Contessa interpreta così l’arrivo a Miramare del quadro di Annibale Strata “Allegoria di Trieste e l’Istria” installato negli Appartamenti del duca d’Aosta. Il progetto si inserisce nella più vasta operazione del Ministero della Cultura che consiste nel riportare in vita, grazie a un sapiente restauro, opere custodite nei depositi di grandi musei italiani per esporle in luoghi della cultura altrettanto importanti.

Il dipinto “Allegoria di Trieste e dell’Istria” di Annibale Strata, donato al re Vittorio Emanuele II nell'autunno del 1861 da patrioti triestini, con il chiaro intento di sostenere la causa dell’annessione di Trieste e dell’Istria al neonato regno d’Italia, è esposto ora negli Appartamenti del duca d’Aosta nel Castello di Miramare; “un’operazione che può essere vista come provocatoria perché si tratta di un quadro dalla connotazione fortemente patriottica (il suo autore era stato un combattente nei moti del 1948) che viene collocato in una dimora asburgica – ha spiegato la direttrice Contessa -. Questo quadro ci insegna l’importanza di guardare la storia anche da un punto di vista diverso, quello della Trieste multiculturale e multietnica, che pure ha ricevuto molto dagli Asburgo, ma che aveva mantenuto una forte connotazione linguistica italiana e che a metà dell’Ottocento anela all’indipendenza. È un’opera che porta i segni della storia e rappresenta diverse anime della città, in un certo senso come lo stesso Castello di Miramare, dove gli echi degli eventi storici si incontrano e si parlano”.

Sala del Trono conferenza stampa Sala del Trono conferenza stampa

Enrica Pagella, direttrice dei Musei Reali di Torino dai quali l’opera proviene, ha raccontato la complessità del restauro al quale è stata sottoposta, dopo il suo coinvolgimento nel disastroso incendio della Cappella della Sindone nel 1997. “Dopo l’intervento di consolidamento della pittura – ha detto la direttrice Pagella – è stata ripristinata la cornice purtroppo privata dello stemma sabaudo e il collare dell’Ordine dell’Annunziata, irrimediabilmente compromesso”.

Pagella si è anche soffermata sull’importanza del progetto ministeriale “che permette di togliere dall’oblio importanti opere rendendole nuovamente fruibili al pubblico ponendo l’attenzione sui contenuti che veicolano”. Nel caso della tela di Annibale Strata – un “pittore combattente” poco studiato e che invece ha lasciato quadri di pregio, anche a Gorizia – si offre “un interessante parallelo per riflettere su come lo scorrere del tempo e della storia presenti inedite alleanze, come quella tra le comunità di Trieste e Torino. È una tela originale – ha concluso Pagella – anche perché testimonia un tipo di pittura di stampo accademico eppure rappresentante un tema di cronaca che fino all’Unità non era praticata”.​

 

 

 

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