Verde sublime al parco Coronini Cronberg

verde sublime inaugurazioneverde sublime inaugurazione

Verde sublime. È dedicata al sentimento del “sublime”, il misterioso e affascinante insieme di sensazioni che è possibile provare solo di fronte a certi grandiosi spettacoli naturali, la nuova mostra della Fondazione Coronini di Gorizia, articolata tra la sala esposizioni delle Scuderie e la sale del Palazzo di viale XX Settembre.

La mostra si propone di ricostruire la storia del Parco voluto dal conte Alfredo Coronini, seguendone l’evoluzione tramite fotografie e documenti d’epoca conservati nell’Archivio Storico Fotografico Coronini Cronberg e nell’Archivio di Stato di Gorizia. Per la prima volta, sono esaminati anche gli interventi più recenti, eseguiti dopo la morte del conte Guglielmo Coronini, a cominciare dall’importante ruolo avuto dal professor Luciano Viatori, a cui si deve in particolare la sistemazione della zona intorno alla piscina, denominata in suo ricordo “Giardino Viatori”, fino ai lavori di messa in sicurezza e pulitura degli ultimi anni, effettuati sulla base di un preciso progetto a lungo termine, finalizzato a restituire al Parco la sua essenza originale di giardino paesaggistico. Allo stesso tempo, attingendo alle opere conservate nelle collezioni Coronini, ma anche ma anche a quelle di alcuni importanti enti della Regione, si intende illustrare come l’immagine della natura che, tra l’età neoclassica e quella romantica, sta all’origine dei giardini paesaggistici all’inglese, trovi riflesso nella contemporanea rappresentazione artistica del paesaggio.

ORARI: L’esposizione è visitabile fino al 10 gennaio 202, mercoledì-venerdì 10 -13 e 15-18;  sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.

Spilla orchidea del gioielliere Leopoldo Janesich fine del XIX secoloSpilla orchidea del gioielliere Leopoldo Janesich fine del XIX secolo

spilla della prima metà dell'Ottocento in oro e ametistespilla della prima metà dell'Ottocento in oro e ametiste

 

RECAP. La realizzazione del Parco Coronini negli ultimi decenni del XIX secolo da parte del conte Alfredo Coronini Cronberg si inserisce nel momento storico in  cui Gorizia, coltivando l’ambizione di presentarsi come “Nizza austriaca”, ossia come centro di villeggiatura per i ricchi pensionati dell’impero austroungarico, vide un generale fiorire di parchi e giardini, pubblici e privati. Ma la scelta del conte Alfredo è  quella di sistemare la vasta area prospiciente il suo Palazzo secondo i criteri di un giardino paesaggistico all’inglese,che soppiantò i giardini formali di età rinascimentale e barocca. 

Molteplici furono le suggestioni che favorirono tale trasformazione: i paesaggi classici di pittori come Claude Lorrain e Nicolas Poussin, amati e collezionati dalla nobiltà di oltremanica, e quella dei giardini orientali, in particolare cinesi, descritti dai viaggiatori europei e ammirati per la loro “disordinata bellezza”. Sul finire del Settecento, questa rappresentazione della natura, fatta di scorci suggestivi e visuali emozionanti e inaspettate, risultò particolarmente congeniale anche al nascente pensiero romantico, fondato sul sentimento del “sublime”, ovvero quel misterioso e affascinante insieme di sensazioni che è possibile provare solo di fronte a certi grandiosi spettacoli naturali.
Non a caso i pittori del Romanticismo, da Turner a Friedrich, si espressero anzitutto nella pittura di paesaggio, inteso non più come nostalgica rievocazione classica, ma come uno spettacolo sempre diverso, vivo ed emozionante, fatto di varietà, spontaneità, luce e colore. Allo stesso tempo l’Ottocento fu anche il secolo nel quale si assistette a un crescente interesse per la botanica, sollecitato dal continuo arrivo in Europa di nuove specie provenienti da ogni parte del mondo e rinvenute durante le spedizioni scientifiche. Fu così che piante e fiori invasero il settore delle arti, non solo la pittura, con le  nature morte di fiori e frutti, ma anche in particolare le arti decorative. La passione per i decori floreali, tuttavia, fu fortemente alimentata anche da un altro fenomeno tipico del XIX secolo, il “linguaggio dei fiori”, ovvero l’insieme dei significati simbolici attribuiti ai fiori e che, con le loro implicazioni sentimentali erano ampiamente utilizzati nell’ambito nella poesia, nei libri di ricordi e nei biglietti di auguri. 

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