Vacanze 2022 il ritorno del pranzo al sacco

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Il packed lunch vede i salumi grandi protagonisti del trend estivo di quello che in Italia si chiama pranzo al sacco (colazione, pranzo, merenda, che viene consumato all'aperto, trasportando il cibo in vari tipi di borse). I salumi preferiti? Prosciutto cotto, crudo e mortadella conquistano i primi gradini del podio (rispettivamente il 27,1%, il 21,9% e il 18,8% dei consumi totali di salumi nel nostro Paese, dati Assica 2021).

Ma con le alte temperature le modalità di corretta conservazione sono fondamentali per evitare lo sviluppo di microrganismi patogeni e alterativi. I pre-affettati vanno mantenuti in frigorifero (o borsa frigo) nella loro confezione, non oltre la data di scadenza, oppure, se affettati al banco, nella busta salvafreschezza o in un contenitore chiuso, e consumati preferibilmente entro poche ore (12 per il prosciutto crudo, 48-72 massimo per il cotto).

Conservare correttamente un salame intero è meno intuitivo e, a seconda della tipologia, vanno previste diverse accortezze. 

La prima differenza da considerare è fra salami preconfezionati e salami sfusi. I primi, la cui stagionatura è stata “bloccata” durante il processo di lavorazione e trasformazione, sono meno delicati e si conservano più a lungo. Sono normalmente venduti sottovuoto o confezionati in atmosfera protettiva e il peso è già stampato sulla pellicola della confezione. Quelli sfusi a peso variabile, invece, vanno incontro a un calo di peso per effetto della naturale perdita di umidità durante la conservazione ed è meglio consumarli entro alcuni giorni, scartando la prima fetta qualora sia già stato aperto e non consumato nelle ore precedenti.

Per entrambe le tipologie il salame deve essere conservato in un ambiente refrigerato a una temperatura di circa 4 °C e, una volta affettato, si consiglia di proteggere la superficie di taglio con della pellicola.

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