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Maschere tradizionali del Carnevale resiano

Il Carnevale in Val Resia è una delle manifestazioni più importanti della comunità locale e ha come elemento fondamentale le danze al suono dei tipici strumenti musicali resiani, la cïtira [ zitira] (violino) e la bünkula (violoncello). Le danze si protraggono per ore ed ore, nelle osterie e negli spazi predisposti per i festeggiamenti. Si balla, tempo permettendo, anche all’esterno. Tutte le info sul Carnevale resiano 2017 al link Püst 2017 Carnevale in Val Resia. Ma il Carnevale resiano si caratterizza soprattutto per le particolari maschere, che sono di due tipi: te lipe bile maškire, le belle maschere bianche, le più conosciute perché sono presentate anche nelle esibizioni del Gruppo Folkloristico Val Resia e i babaci/kukaci [babazi / kukazi], le maschere brutte.

Nelle Te lipe bile maškire si indossano una o più gonne bianche ornate da merletti e nastri. Le gonne sono generalmente tre con le seguenti altezze: la più lunga arriva ai piedi, la seconda più corta arriva a metà polpaccio e la terza al ginocchio. Se è una sola, può avere i pizzi e nastri che la fanno sembrare composta da tre gonne. La camicia è bianca anch’essa può essere adornata da merletti o piegholine. Attorno alla gonna e sulla camicia ci sono dei nastri colorati; le scarpe sono chiare così come le calze. Come copricapo le maschere si completano con un bel cappello alto adorno di fiori di carta colorata e piccoli sonagli. In mano le maschere possono avere fazzoletti e campanelli che suonano mentre ballano.
Generalmente sono le donne che si vestono così e, in passato, dovevano essere solo quelle giovani e non ancora sposate. Se sono gli uomini a portare questo costume l’elemento più evidente di differenza è rappresentato dal cappello più basso rispetto a quello femminile. Il nome della maschera maschile è maškarun. Queste maschere venivano confezionate un tempo dalle ragazze le cui famiglie avevano una certa disponibilità economica. Non tutti potevano permetterselo.

I babaci/kukaci [babazi/kukazi] sono maschere molto più semplici e non richiedono particolare cura e attenzione nel confezionamento. E’ sufficiente vestirsi camuffandosi, con abiti vecchi o semplicemente mettere la giacca a rovescio oppure una vecchia vestaglia. Qui la fantasia può spaziare. Il viso può anche essere sporcato con fuliggine o con carboncino oppure coperto. Questi due tipi di maschere sono ancora presenti negli attuali carnevali. In passato, vestiti da babaci/kukaci [babazi/kukazi], si faceva visita nelle case. A portare il gruppo era, di regola, una persona non mascherata che, bussando sulla porta di casa, chiedeva il permesso di entrare con il gruppo mascherato. Se la risposta era positiva il gruppo entrava, faceva qualche danza e poi proseguiva la visita nelle altre case. Si potevano fare anche improvvisare delle scenette per non far trasparire la propria identità ai proprietari della casa incuriositi.

credit foto: Christian Madotto.

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