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Le tempere di Angiolino pittore cantastorie a Villa Manin

inaugurazione Angiolinoinaugurazione Angiolino#ripartenza. Riprende con un'esposizione dedicata alle tempere di Angiolino, pittore autodidatta del ‘900 friulano, l’attività espositiva di Villa Manin a cura dell’ERPAC, Ente Regionale per il Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con il Comune di San Giorgio di Nogaro.

 La mostra: Le tempere di Angiolino, imbianchino, ferroviere, pittore così appassionato da accompagnare ogni suo dipinto con una storia, costituiscono un grande affresco che ci racconta gli orrori della guerra e come questi siano stati vissuti da un giovane che ha voluto trasferire sulla carta le sue emozioni e la sua adesione agli ideali di libertà e democrazia. Un caso speciale e unico a livello nazionale per l'energia creativa e la passione sottese alla realizzazione di queste opere che rappresentano un inno alla pace.

Le opere proposte sono state da alcuni paragonate a degli ex-voto: certamente si possono ascrivere a un’arte autenticamente popolare, ma se si osserva con attenzione il disegno, l’uso dei colori fa percepire un grande movimento delle forme, che riescono persino a far sentire le urla dei naufraghi, il crepitare delle mitragliatrici, l’assordante boato di un bombardamento. Sono tavole che riescono a non lasciare indifferenti chi le guarda.

Filiputti Affondamento del RexFiliputti lo scoppio della bomba

A illustrare le opere saranno mantenute le didascalie originali, compilate dallo stesso Angiolino, che ci raccontano di battaglie sul mare, di bombardamenti di paesi e città e di vari episodi della lotta partigiana in Friuli. Nella sua fantasia, le letture di romanzi di avventure si mescolano con i racconti dei marinai e con episodi da lui vissuti personalmente: le immagini, ricche di inventiva e di grande immediatezza espressiva, si possono leggere come una grande storia collettiva a fumetti, una sorta di originale graphic novel.

Chi era Alfonsino Filiputti Angiolino (1924-1999)

Angiolino è solo un soprannome, un vezzeggiativo con cui la madre Anna Fabbri, levatrice di San Giorgio di Nogaro, originaria di Pianoro in provincia di Bologna, era solita chiamarlo in ricordo del fratello, pittore e scultore, oltre che famoso burattinaio. Col passare del tempo, però, il nome vero, Alfonsino Filiputti, viene dimenticato e per tutti rimane solo Angiolino. Fin da piccolo disegna di tutto usando i supporti più vari. Dopo le elementari è costretto ad abbandonare gli studi per le difficoltà finanziarie della sua famiglia, ma continua a dipingere con passione.

Durante il secondo conflitto mondiale illustra la guerra sul mare grazie ai racconti del padre e dello zio Arturo, entrambi marinai; successivamente le principali vicende belliche sui vari fronti e infine la lotta partigiana in Friuli, per un totale di 364 tempere. Filiputti è oggi considerato un “pittore-cantastorie” per le didascalie che accompagnano ogni suo lavoro: non si tratta di semplici descrizioni, ma di racconti stringati, anche se spesso sgrammaticati, che racchiudono impressioni, sensazioni, idee e fantasie. Imbianchino e successivamente ferroviere, Angiolino continuò a dipingere anche nel dopoguerra: con le sue immagini raccontò l’alluvione del Polesine e la piena del Tagliamento, il terremoto del 1976 in Friuli e la storia della squadra di calcio della Sangiorgina. 

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