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L'arte ritrovata, il velo della Beata Boiani torna a Cividale

Il velo della beata Boiani torna a CividaleIl velo della beata Boiani torna a Cividale

E' ritornato a Cividale, il 27 giugno 2016, al Museo cristiano e Tesoro del Duomo, il rarissimo velo detto “Della Beata Benvenuta Boiani”. La leggenda racconta che sia stato ricamato in una sola notte dalla Beata Benvenuta Boiani, giovane suora domenicana nata e vissuta nel XIII secolo. Certo è il periodo in cui viene contestualizzato sia dal punto di vista stilisticosia  da quello tecnico: il XIII secolo. Non certa, invece, è la mano o più precisamente le mani, che lo hanno ricamato: forse appartenne veramente alla famiglia Boiani, oppure alla famiglia della Torre come si potrebbe desumere da una decorazione architettonica, una torre appunto, a ricordo del patriarca del periodo, Raimondo della Torre. Prima di descrivere il manufatto tessile va precisato che molto del merito del nuovo splendore del velo, oltre evidentemente alla lungimiranza dei finanziatori del costo del restauro fiorentino, va a Maria Beatrice Bertone, Ispettore onorario per i tessili della Soprintendenza, che da anni se ne è occupata (vedi in basso bibliografia di riferimento).


Il velo, lungo quasi cinque metri e largo poco più di un metro e mezzo, è composto da un leggero tessuto di lino ed è ricamato con immagini tono su tono per creare delicati giochi di luce. In origine andava posto in posizione verticale; in quel periodo infatti si sviluppò l’uso di porre quadri, rilievi, tessuti chiamati rettavole, retro-tabulum, o super frontali, dietro o anche sopra l’altare che si tendeva ad addossare sempre più alla parete. Lungo tutto il perimetro corre una decorazione  a tralci di vite che introduce a una serie di clipei con rappresentati  ritratti di sante martiri. La caratteristica unica di questo velo sta nella sua continua ricerca di nuovi e continui diversi ricami: righe, losanghe spine, foglie, rami, gigli, stelle, panneggi, ombreggiature: un meraviglioso tripudio di luci e ombre che danno la sensazione della tridimensionalità delle scene illustrate.

L'occasione dell’inaugurazione del velo di lunedì ha coinvolto tutti i progetti di restauro e valorizzazione delle opere d'arte conservate nel Duomo cittadino. L'antico stendardo di Giovanni da Udine del XVI secolo rappresentante l'Annunciazione, un'opera ai più sconosciuta che seguiva il modello proposto da Tiziano Vecellio, la pala d'altare di Palma il Giovane che racconta una lapidazione di Santo Stefano, la valorizzazione dell'Altare di Ratchis, uno dei rari esempi di opera longobarda realizzata su pietra, mediante la creazione di ologramma con una app dedicata.

Bibliografia di riferimento:

M. B. Bertone, Il velo della beata Benvenuta Bojani, «Filoforme», 1 (2001), pp. 3‑5; C. Molin

Pradel, Il restauro del superfrontale detto della beata Benvenuta Bojani, «Filoforme», 1 (2001), pp. 6‑11;

M. B. Bertone, Il superfrontale noto come ‘velo della beata Benvenuta Bojani’, «Forum Iulii», 25 (2001), pp. 67‑74.

M. B. Bertone, Abbigliamento, tessuti e ricami in Friuli, in M. Buora (a cura di), Splendori del Gotico nel Patriarcato d’Aquileia, Udine, Civici Musei Udine, 2008, pp. 132‑149 e 198.

M.B. Bertone, Il patrimonio tessile di Cividale: eccellenze e confronti in Città della strada città della spada. Cividale e Palmanova  a cura di M. A. D'Aronco, Atti del Convegno Cividale-Udine Palmanova, Udine 2013 , pp 83-99.

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