Il paradosso dell'asparago in versi

Il paradosso dell'asparago, una poesia che ci è arrivata oggi da Rosinella Celeste e che volentieri condividiamo con voi lettori. Dopo la lettura della domenica (Gli asparagi e l'immortalità dell'anima di Achille Campanile), questi versi diversi ci sembrano significativi per questo ortaggio che colpisce per la sua natura particolare e che, non a caso, in Austria viene chiamato Bacchetta magica della primavera.

Questa luce che precipita in abissi
Seziona il tuo corpo terrigno
-il sole non dimentica-
e stai cucito nel sacco di juta della terra,
misterioso asparago
acuto verticale nobile eppur discreto
elementare, nudo!

Sprofondi nel seno buio
In un distacco dormiente.
E nudo tronco sparato verso il cielo
Sprizzi fuori in primavera,atteso
Come per lavarti gli occhi
-vinte le ore lunghe e fredde-
emergi con colori d’alba
in un grido:”Sono la luce”

Carpiti ai teli neri, i raggi
Tingono di lieve madrepora
L’apice del turione.
Un sogno d’oltremare, d’aria marina
Scioglie in bocca la tua rigidità
In un sapore fluviale
Di umida erba antica come la memoria.

Ma sei anche profumo di neve bianca
Bagnata di luna.

Rosinella Celeste

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