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Intervista a Filippo Cogliandro, ambasciatore della ristorazione antiracket

Filippo Cogliandro, ambasciatore della ristorazione antiracketFilippo Cogliandro, ambasciatore della ristorazione antiracket

Filippo Cogliandro, eletto Ambasciatore della Ristorazione Antiracket nel mondo, opera nella difficile realtà calabrese. Fedele alla sua convinzione che “il silenzio uccide”, coglie l’occasione per far conoscere la sua esperienza di imprenditore che si è ribellato alla logica del “pizzo” con Le Cene della Legalità, il suo progetto nato a Firenze nel 2012 per raccontare  con un tour nelle diverse città italiane e all’estero il suo lavoro di chef abbinato alla cucina del territorio ospite. La cucina  serve da pretesto e da tema per celebrare uno scambio di emozioni e di conoscenze, una rete sociale per raccontare  alla gente la sua storia, un modo di incontrarsi per scrivere insieme la nuova pagina di una storia comune.

Filippo, chi è lo chef Filippo Cogliandro?
A volte io dico “chef per caso” perché, come diceva Guy De Maupassant “solo gli imbecilli non sono ghiotti… si è ghiotti come poeti, si è ghiotti come artisti” e io volevo essere un artista, ma evidentemente non avevo l’ispirazione; oggi mi posso definire un uomo “libero” con la passione della cucina.

Cosa ci racconta la tua cucina?
La mia cucina è il mio mare, la mia terra, i ricordi, la mia vita….sono convinto che la cucina è un insieme armonioso di emozioni e ricordi, volontà e creatività, passione e sacrificio, un lavoro che scegli, ma forse ti sceglie…

Come sono nate le “Cene della Legalità” ?
Sono nate per caso, un giorno sono stato contattato da una giornalista  fiorentina, per una intervista sugli accadimenti, sia a me che a mio padre, la richiesta del pizzo, il rifiuto alla scorta, l’amicizia e il sostegno di don Ciotti. Si è stabilito fra noi un rapporto di stima; in seguito ci siamo sentiti e, parlando, ci è venuta l’idea delle Cene della Legalità per portarle in tutta l’Italia e raccontare la mia storia e perché, attraverso la cucina, si diffonda il messaggio della legalità, sia agli intervenuti che agli allievi delle Scuole Alberghiere che formano la mia brigata come stagisti.  Il progetto è stato registrato a nostro nome e lo stiamo portando sia in Italia che in Europa; come Fondatore del Progetto sono stato invitato nei festeggiamenti dei 25 anni del settimanale Panorama per un tour – Panorami d’Italia - iniziato proprio da Reggio Calabria. Oggi, a seguito del mio impegno sono stato nominato Ambasciatore della Ristorazione Antiracket nel mondo. Il mio desiderio è parlare, segnalare, far sapere, infatti ogni mia intervista termina con la mia frase "il silenzio uccide".

La tua cucina è tradizione o sperimentazione?
La tradizione dai i miei ricordi, la sperimentazione dal mio mare: il mare della Calabria è il mio elemento, io sono nato sul mare e al mare rubo l’ispirazione, la creatività che mi viene dal pescato giornaliero al mercato, gli abbinamenti con le verdure stagionali, il pesce “povero” arricchito dalla mia fantasia. Nella mia cucina ci sono il colore e i profumi della mia amata Calabria.

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