Fil rouge o Fil Bleu

Madonna del PartoMadonna del Parto

Fil Rouge è letteralmente “filo rosso” con il significato di “filo conduttore” (alternativa: leitmotiv, sempre di origine straniera, in questo caso riferentesi a tematica musicale). Sembra che l’espressione fil rouge derivi dall’attività marinaresca: per districare le gomene di una nave si utilizzava infatti un filo rosso che rendeva più facile separare l'una dall'altra le corde aggrovigliate.
Ma esiste anche una leggenda popolare orientale, “il filo rosso del destino”, secondo la quale ogni persona porta fin dalla nascita al mignolo della mano sinistra un invisibile filo rosso indistruttibile che lo lega alla propria anima gemella. Non importa il tempo che dovrà passare o lo spazio che separa le due anime, perché il filo che le unisce non si spezzerà e nessuna circostanza potrà impedire alle due metà di incontrarsi.
Noi, in questo marzo che profuma di primavera e quindi di cose belle che nascono, preferiamo parlare del Fil Bleu che abbiamo lanciato nel numero di gennaio e che ci consente di collegarci - in un ideale cammino di scoperta - con il paese di Cuccagna di cui vi abbiamo raccontato in febbraio. Ecco allora che parliamo di guado, o gualdo, cioè di Isatis tinctoria, pianta della famiglia delle Brassicacee, parente di cavolo e verza.

I colori e la loro realizzazione erano un tempo appannaggio delle Corporazioni; chi ne rivelava i segreti era condannato all’esilio perpetuo, chi ne deteneva il monopolio era ricchissimo. Quando Carlo V catturò il re di Francia Francesco I fu proprio un commerciante di guado della Linguadoca a farsi garante per il riscatto!
La coltivazione della pianta tintoria si sviluppava tra le città di Tolosa, Carcassonne e Albi. Cocagne e coques erano i nomi dei pani di pasta tintoria pronti per la vendita. Ed ecco l’origine dell’espressione pays de cocagne – paese della cuccagna – per indicare un luogo di straordinaria abbondanza e prosperità. Un approfondimento questo che si è reso necessario per rispondere anche alla tante e-mail che abbiamo ricevuto riguardo l’editorialone di gennaio.

E per questo numero di marzo: buona lettura!
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