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Il tarallo pasquale napoletano Tortano e la Tortanella

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Il tarallo pasquale napoletano Tortano e la Tortanella che ne richiama i sapori sono i protagonisti della Pasqua di Taralleria Napoletana. Il tòrtano, molto simile al casatiello, è una torta salata dall’impasto tradizionale con sugna e pepe, ripiena di uova, salumi e formaggi. 

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Taglio del nastro a Olio Capitale 2024

locandina 2024 locandina 2024

Taglio del nastro a Olio Capitale 2024 venerdì 8 marzo, alle 10.30. Alle 11. 00 convegno inaugurale “Le Radici dell’Oleoturismo. Alla scoperta delle Comunità dell’Olio” organizzato dall’Associazione Nazionale Città dell’Olio in collaborazione con la Camera di commercio Venezia Giulia.

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Olio Capitale torna protagonista in Porto Vecchio

conferenza stampa conferenza stampa Olio Capitale torna protagonista in Porto Vecchio. Dall'8 al 10 marzo 2024 con 220 espositori nel Generali Convention Center Trieste. Hall 27 e Hall 28.  NAVETTA GRATUITA DAL CENTRO CITTÀ PER RAGGIUNGERE L’ESPOSIZIONE

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Tutte le jote sono vere

jota classica triestina, ricetta pubblicata sul numero di febbraio 2024 di QUBÌjota classica triestina, ricetta pubblicata sul numero di febbraio 2024 di QUBÌ

Tutte le jote sono vere (terza e ultima puntata).  © Non si può parlare di una paternità della jota, né si può dire quella che è la "vera" jota. Tutte le jota sono vere: la gente faceva, anzi doveva fare, con quello che aveva a disposizione. In quasi tutte ci sono i fagioli, in alcune compaiono le patate e il mais: tre "novità" americane. Prima di Colombo le ricette erano diverse, tanto è vero che in alcune compare tuttora l'orzo, cereale che è qui dal Neolitico.  

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La jota dalla Carnia all'Istria

La jota dalla Carnia all'Istria (seconda parte). La jota è, o era, nota da Collina di Forni Avoltri fino a Rijeka / Fiume. Per l'uomo della strada si tratta, ora, di un cibo caratteristico soprattutto della Carnia e di Trieste. In realtà era di tutto il Friuli e di tutta l'Istria: lo si può facilmente evincere dai vocabolari dialettali, dai libri di cucina, dalle guide turistiche.    © 

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Jota: quando una parola si fa minestra

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JOTA: quando la parola si fa minestra. Dalla Carnia all'Istria, da cibo per poveri a emblema gastronomico di una grande città- Rnos Costantini ci racconta in tutti i particolari l'affascvinante e per certi aspetti sconosicuta storia della iota (jota). Estratto dall’articolo pubblicato nel numero 5 del giugno 2010 di Tiere furlane © 

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Il tarallo napoletano diventa tarallove

tarallovetaralloveIl tarallo napoletano diventa tarallove.  San Valentino si può festeggiare anche con un tarallo napoletano (ben diverso, come auspico vi sia noto, dai taralli e tarallini pugliesi, altrettanto buoni ma diversi). Per la ricorrenza di san Valentino, ma anche per tutto febbraio, ce n’è uno rosso: è il Tarallove.

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Krapfen ai semi di papavero e altri dolci sappadini

krapfen ai semi di papaverokrapfen ai semi di papaveroDurante il Carnevale nel Sappadino si preparano i classici dolci di questa festa, proposti nella variante locale. I crostoli (kriskilan) prevedono nell’impasto l’aggiunta di albumi montati a neve ben ferma e anche le frittelle (muttn) differiscono per forma e ingredienti da altre consuetudini. I più tipici, che pescano nella tradizione d’oltralpe, sono i krapfen al papavero (mogen kropfn).

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5 febbraio. Si festeggia sant'Agata

Minne di Sant'Agata courtesy CustonaciwebMinne di Sant'Agata courtesy Custonaciweb#parolegolose. Sant'Agata. Santa patrona di Catania. Si festeggia con un dolce dalla suggestiva storia. Dopo la Settimana Santa di Siviglia e il Corpus Domini di Cuzco, è considerata la terza festa popolar-religiosa più famosa al mondo

Un dolce che simboleggia la festa.

Le cassatelle o Minne di Sant’Agata sono dolci di forma semisferica che rappresentano i seni della giovane strappati con delle tenaglie, secondo tradizione tramandata, per obbligarla ad abbandonare la sua fede e a cedere alle lusinghe di Quinziano, proconsole della città.  

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