Food. Passioni oppure esasperate ossessioni?

courtesy Yelp for restaurantsFOOD Passioni nuove? Emanuele Bonati risponde alle nostre domande su cosa salverebbe e cosa eliminerebbe nelle proposte dei ristoranti per il prossimo 2023.  Lo spunto è sorto commentando un articolo del Gambero rosso molto appuntito e puntuale.  Qui ne abbiamo dato un succinto riscontro invitandovi a leggere l'articolo completo

Emanuele. Passioni nuove? Diciamo nuovi interessi, desiderio di approfondire cose che magari non sono più nuovissime, ma che stanno prendendo una direzione interessante.

I piatti vegetariani, che hanno acquistato gusto, rotondità, originalità – anzi, meglio, la cucina vegetale tout court, che sembra avere trovato la strada del sapore.

Le fermentazioni, che stanno subendo lo stesso processo, venendo incontro al gusto di noi avventori comuni.

Il mondo della pizza, che continua ad arrovellarsi fra tradizione e innovazione, e che produce risultati di tutto rispetto.

Le cucine straniere autentiche che stanno rinnovando la nostra percezione del “diverso” culinario.


Ossessioni, vere e proprie esasperazioni?


Continuano a imperversare (oddio, magari un po’ meno?) piatti e ingredienti che probabilmente hanno segnato il decennio scorso, presentati in tutte le accezioni possibili, più o meno blasonate. Basta con il tentacolo bollito piastrato abbrustolito arrostito caramellato, su purea crema soffice nuvola di patate cavolo topinambur sedano rapa.
Basta ai pistacchi più o meno bronteschi disseminati ovunque (attenzione: stanno arrivando, a rinforzo, le nocciole). Pistacchi che sembrano essere diventati l’ingrediente principe dei panettoni, in crema, assieme a uvetta e canditi. Mentre i panettoni classici, assediati dalle varie farciture extravaganti, iniziano a ricoprirsi di glasse, caramelli, mandorle, zuccherini.

Lo zenzero rimane la rucola del nuovo millennio.

I tortini ai trentatré cioccolati, dal cuore caldomorbidofondente, sopravvivono assieme al tiramisù (peraltro così buono da essere comunque un must, anche nelle diverse variazioni – ancora pistacchio…) nelle carte dei dessert dei ristoranti, in cui l’innovazione si è fermata alla cheesecake.
Il pane rimane in una terra di mezzo, fra passione ed esasperazione. La nuova leva di panificatori, e di micropanifici, si muove con efficacia (ancora, scusate) fra tradizione e innovazione, Ma a volte sembra che le nuove proposte si assomiglino un po’ tutte.

Aggiungo con piacere il commento di Daniela Ferrando.

Cara Fabiana, caro Emanuele, io sposo il vegetale a oltranza, e la parola stessa #vegetale, che disinnesca la connotazione ideologica di vegano/vegetariano.

Vedo bene l' #olioevo e non solo perché sono di parte.

Non ne posso più (ma non è da quest'anno) di schiume, spume, orribili pennellate che striano il piatto. Non amo i volatili e i relativi voli pindarici culinari. Per dire.

 

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Cipolla rossa di Cavasso è PAT

foto Francesco Zanet

Cipolla rossa di Cavasso è diventata PAT, prodotto agroalimentare tradizionale. Un 2022 positivo per l'Associazione Produttori della Cipolla Rossa di Cavasso Nuovo APS che, con il miglioramento della situazione sanitaria ha potuto nuovamente partecipare a fiere e mercati, principali occasioni di promozione e vendita dei prodotti dei suoi associati.

Prodotti - dalla cipolla cruda ai lavorati - che per la prima volta nel 2022 hanno potuto godere del marchio del PAT grazie all'inserimento nel registro del Ministero dell'Agricoltura che riconosce i Prodotti Agroalimentari Tradizionali.

foto Francesco Zanet  cipolla rossa di Cavasso nuovo

"L'entrata in questo albo rappresentativo del Made in Italy - ha commentato la presidente dell'Associazione Michela Spigolon -, avvenuta ad aprile, ci ha permesso di aggiungere un importante elemento nella nostra promozione. Un marchio che certifica ulteriormente la qualità della nostra produzione sempre più conosciuta e apprezzata dai consumatori e dai ristoratori".

 ph Francesco Zanet cipolla rossa di Cavasso nuovo

I numeri del sodalizio sono infatti strettamente legati alle dimensioni territoriali in cui l’ortaggio nasce

Sono una dozzina i produttori associati, persone che conducono un orto personale e aziende agricole strutturate. I soci sono gli eredi della storia della Cipolla Rossa di Cavasso Nuovo, coltivazione che per secoli ha sostenuto le economie della famiglie del paese con la vendita nei mercati di pianura. Da sempre la cipolla cavassina era apprezzata per il suo gusto dolce e delicato e per la sua digeribilità. Nella seconda metà del Novecento questa varietà, ormai coltivata da pochi, ha rischiato di estinguersi. "Ma per fortuna in qualche orto privato era rimasta - ha aggiunto Spigolon - e così grazie all'Associazione formata da produttori locali è partita la riscoperta e l'introduzione nel mercato agroalimentare. Tra l'altro la nostra cipolla si è dimostrata molto duttile, diventando uno stimato ingrediente di qualità".

ph  Francesco Zanet

Ora è tempo di programmare il 2023.

“Le cipolle della raccolta di quest’anno - ha concluso la presidente - sono state apprezzate da tutti coloro a cui le abbiamo proposte lungo questi mesi autunnali appena trascorsi, nei mercati e fiere di settore in Friuli Venezia Giulia e nel territorio nazionale. E ovviamente pure nella nostra Festa d'Autunno e Festa della Cipolla Rossa a Cavasso Nuovo, che si tiene ogni anno nella prima domenica di ottobre. Ora guardiamo al futuro anche con un progetto comunicativo-fotografico".

 

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Festa del torrone di Camerino il 6 gennaio

Torrone di Camerino

Festa del torrone di Camerino il 6 gennaio 2023. Il torrone è un prodotto tipico che fa parte integrante delle tradizioni della città famosa anche per la sua antica Università. La prima testimonianza documentale nelle Marche dove si trova il termine torrone, riferito al dolce natalizio come lo intendiamo oggi, risale al 1793, come risulta da un atto depositato presso il notaio camerte Stefano Ricci. Ma è lecito pensare che il “torrone di Camerino” sia nato molti secoli prima.

Camerino panorama

È la famiglia Attili che ha voluto fare rivivere per sottrarlo al rischio dell'oblio questo patrimonio del territorio che nel 2020  ha ricevuto la De.C.O. 

festa del torrone locandina

A partire dalle 15:00, la Festa del torrone si svolgerà all’interno del “Sottocorte Village”, articolandosi in un ricco programma di eventi che, tra l’altro, comprende l’attesissima premiazione della “Gara dei torroni fatti in casa”. 

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Si procederà poi alla misurazione del torrone: del resto  il 7 gennaio 2007, con un torrone lungo ben 408,61 metri, Camerino entrò nel mitico “Guinness dei primati”. A seguire, la “Tradizionale cerimonia del taglio del torrone” e, subito dopo, l’agognato momento della degustazione chiuderà la manifestazione. 
Tutte le info sulla manifestazione nel sito QUI 

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Ossessioni gastronomiche: gli spunti del Gambero rosso

panettone e gelato

Ossessioni gastronomiche 2022: i trend  ai quali non siamo riusciti a sfuggire. Ne scrive in una newsletter il Gambero rosso in un interessante articolo in dettaglio. Vi segnaliamo i trend per sommi capi, invitandovi a scriverci se concordate con queste osservazioni sulle mode che dilagano senza scampo, fino alle prossime imperdibili novità. Se vi piacciono o se vi disturbano.  O a segnalarci quelle che sono state per voi le ossessioni talvolta eccessive nelle proposte. 

Per approfondire e leggere l'articolo completo cliccate QUI

 

 

Vini naturali nella ristorazione. Estremi, ribelli, di piccolissimi produttori, anche garage wine. 

Hôtellerie: hotel extralusso con proposte pop, accanto ai ristoranti stellati ci sono  bistrot, cocktail bar, trattorie, gastronomie con cucina. Per turisti e per tutti i cittadini tutti.

Attrezzature per la fermentazione dei cibi non solo per crauti et similia, ma quasi per tutto, dall'uovo all'aglio, dal brodo alla pasta di soia. 

Lattuga nella cucina degli chef. Arrostita, fermentata, affumicata, cotta al vapore, trasformata in brodo o in gelato.

Lattuga fermentata in latticello di capra con maionese e polvere di masala, Lattuga alcolica e crema di latte, Lattuga, arachidi e pepe rosa, piatto ormai storico. Lattuga al cedro. Lattuga con gamberi, fragole, tabasco e salsa rosa. Lattuga al vapore con aglione caramellato e prugne fermentate. Lattuga con marmellata di limone, katsuobushi, salsa di merluzzo al verde. Lattuga in gelato con olio, un pizzico di sale, aceto balsamico tradizionale. 

Pizza rossa al padellino, piccola teglia metallica utilizzata per cuocere la pizza nella tradizione dell’arte bianca torinese. ma anche nel ruoto della Campania o nel ruccolo potentino.

Mixology: drink no alcol da abbinare a tavola ai cibi. 

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Cotechino e lenticchie nel nome della tradizione

cotechino e lenticchie

Cotechino e zampone rinnovano la tradizione del cenone dell'ultimo giorno dell'anno. Il Consorzio Zampone e Cotechino Modena IGP stima di chiudere il 2022 con una vendita di Zampone e Cotechino Modena IGP di oltre 2.700.000 kg per un valore al consumo di circa 30 milioni di euro. In pratica quasi 1 milione di Zamponi Modena IGP e più di 3 milioni di Cotechini Modena IGP.

cotechino  di Modena IGP

Se non siamo (se non siete) riusciti a procurarvi il vero musetto artigianale friulano, è probabile che sceglieremo anche noi il cotechino Modena IGP. Per essere sicuri di acquistare un prodotto certificato, controllate l’etichetta: ci devono essere il tassello con il logo del Consorzio e quello del bollino europeo dell’IGP,

Lo sapete che dal punto di vista nutrizionale lo Zampone e il Cotechino Modena IGP hanno meno di 270 kcal per etto, quanto quelle di una mozzarella fior di latte?

 A noi piace il classico quindi il controno va scelto fra lenticchie o purea di patate. Ma cliccando qui potete scoprire molte altre ricette creative dai bignè alla fonduta con Cotechino Modena IGP ai vol au vent con lenticchie e Cotechino con chicchi di melagrana, ai bicchierini di Cotechino con vellutata di piselli e taralli sbriciolati. Grazie a foodaffairs.it per i suggerimenti. 

 

 

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La San Marco: da Gradisca macchine professionali per il caffé nel mondo

macchina caffe la san marco

La San Marco di Gradisca nel 2022: 5000 macchine per il caffè distribuite in tutto il mondo.  L’azienda, nel 2022, è stata partner, a Trieste in ottobre e a Napoli in novembre, dell’evento Leva Contest, una gara ideata per valorizzare le capacità del barista. Alla gara svoltasi a Triesteespresso, ha trionfato la coppia Alice Cernecca ed Ebe Sai Crescente che, con 714 caffè espresso estratti in un’ora, ha battuto il precedente record mondiale.

leva contest 2022 vincitrici del contestLa San Marco, che detiene l’esclusivo brevetto internazionale Leva CLASS® (Controlled Lever Anti-Shock System) ha calcolato quanti caffè si sarebbero potuti preparare, all’ora, con le 5000 macchine professionali vendute nel mondo dall’azienda, nel 2022: il numero è impressionante, 1 milione 490 mila caffè.

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“Siamo consapevoli della forza del nostro brand a livello internazionale e, anche alla luce della crescita della cultura del caffè nel mondo - dichiara l’ingegnere Roberto Nocera, amministratore delegato dell’azienda La San Marco. Le nostre macchine - afferma Nocera - a distanza di più di 100 anni dalla loro comparsa sul mercato, ancora si distinguono per la qualità oltre che per il design, risultando sempre innovative”.

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L'oro nero di Aquitania Pruneaux d'Agen IGP

Pruneaux d'Agen essiccate e non

Oro nero di Aquitania. Colore nero brillante, consistenza morbida, la polpa va dal giallo all'ambra, il sapore è gustoso e dolce. Sono le Pruneaux d’Agen IGP, prelibatezza proveniente  dai frutteti di susine Ente du Lot et Garonne, nel Sud-Ovest della Francia,  garantite dalla qualità europea certificata. 

Derivano probabilmente da una prugna-dattero, tonda e gustosa, originaria della Siria, i cui semi dovrebbero essere stati portati in occidente dai Crociati. La sua coltivazione conobbe una grande fortuna nel Medioevo: verso la metà del XIV secolo i monaci dell'abbazia di Clairac scoprirono che la prugna essiccata al sole acquistava un sapore molto gustoso, trasformandosi in un ottimo alimento conservabile. 

Potrebbe interessarti anche la ricetta https://qbquantobasta.it/ricette/pollo-alle-prugne-pruneaux-d-agen

 

 

Il nome del prodotto è dovuto al fatto che, un tempo, il loro trasporto verso l'Inghilterra avveniva soprattutto per via fluviale, partendo dal porto di Agen.

pruneaux

Per ottenere le Pruneaux d’Agen vengono applicati rigidi disciplinari. 

L'albero viene preparato alla produzione per  tre anni e i primi frutti si possono raccogliere solo dal settimo anno in avanti. Le susine si raccolgono tra il 25 agosto e il 25 settembre con l’ausilio macchine che scuotono gli alberi e, contemporaneamente, raccolgono i frutti. Solo le migliori vengono lavate e sistemate su vassoi fatti con assicelle di legno o canne intrecciate.

Poi le prugne vengono disidratate a temperatura controllata (55-60 °C), in speciali forni che le mantengono intere e consistenti, con la pelle corrugata ma senza fessure. Al termine del processo, che dura alcune ore, sono suddivise per calibro, quindi reidratate immergendole per poco tempo in acqua a 80°C. La conservazione non prevede zuccheraggio.

pruneaux dagen fourres a la creme de pruneauxSono straordinariamente versatili e possono essere trasformate in crema di prugne, utilizzate per riempire le tipiche pruneux fourrés (prugne farcite), o in confettura. Vengono prodotti anche cioccolatini alla prugna, prugne allo sciroppo, al vino e all'Armagnac, praline, bon bon di prugne e acquavite.

pruneaux farcite in scatola

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Tutto quello che volevi sapere sulla maionese...

Tutto quello che volevi sapere sulla maionese e non hai mai chiesto. Come si fa esattamente? Chi l'ha inventata? Che differenza fra la maionese home made e quella acquistata pronta? Perché gli chef la chiamano Mayo? E la maionese vegana come si fa?  Esiste la maionese senza uova? Qual è la maionese più buona al mondo?

(prima puntata) Maionese è una salsa, più precisamente un'emulsione a base di tuorli, olio e aceto o succo di limone. Molti la chiamano Mayo alla francese abbreviando mayonnaise, come si abbrevia in evo l'olio extravergine di oliva. 

maionese in un minuto da fattoincasadabenedetta

Maionese è versatile e utilissima in cucina. Sembra (è) facile da fare, ma basta un niente per farla impazzire. E noi con lei. L'impazzimento avviene quando l'olio resta separato dall'uovo. 

Perché la maionese impazzisce? 

La causa sarebbe dovuta al fatto che le uova sono troppo fredde, quindi tiratele fuori dal frigo in anticipo (ma perchè mettete le uova in frigo? non è mica necessario). ìIn genere però impazzisce perchè la quantità di olio è eccessiva e non si sbatte l'emulsione in modo energico, quindi le molecole grasse non si distribuiscono uniformemente tra quelle acquose.

Che fare per porvi rimedio? La mitica Sonia Peronaci suggerisce ciò: in una ciotolina sbatti leggermente un tuorlo a temperatura ambiente (mi raccomando) e, una cucchiaiata alla volta e senza fermarti mai, amalgama la maionese impazzita: voilà, recuperata e buonissima! 

Anche gli esperti di finedininglovers ci danno le loro dritte:  Prendete qualche cucchiaiata della maionese impazzita e mettetela in un’altra ciotola. Sbattetela energicamente con una frusta, aggiungendo lentamente un po’ di acqua o aceto. Mano a mano che il composto si addensa, aggiungete altra maionese impazzita e ripetete l’operazione fino a che tutta la salsa sarà recuperata. Aggiungendo alla maionese troppo liquida una componente acquosa, infatti, si ristabilisce il giusto rapporto con quella oleosa. 

 

Quando nasce la maionese? Chi l'ha inventata? 

 

La storia (o leggenda) francese afferma che fu Luis François Armand de Vignerot du Plessis, duca di Richelieu, a portarla in Francia dopo la vittoriosa battaglia contro gli Inglesei nel 1756 a Mahón (mahonnaise) nell'isola di Minorca. Altre fonti, sempre francese dicono che il riferimento sarebbe invece alla città di Bayonne, nel sud della Francia, altri ancora che il nome deriverebbe dal francese antico moyeau, "tuorlo d’uovo". 

Ma poichè la città di Mahón prenderebbe il suo nome, forse, dal generale cartaginese Magone Barca, fratello di Annibale, potrebbe trattarsi di un antico di un antico condimento punico 😉

(continua) seguici nei prossimi appuntamenti di parole golose per scoprire il resto della storia della maionese.

Ti spoilero solo che la maionese più buona del mondo sarebbe giapponese.  Si chiama Kewpie e la sua ricetta è diventata virale su Tik Tok. kewpie

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Conosci lo sfincione? Leggi qui, te lo racconta qubì!

Sfincione, ricetta siciliana alta e soffice, pietanza irrinunciabile nel corso delle festività di dicembre. Qualcuno lo definisce una specie “pizza”, ma l'impasto  è diverso, alto, soffice e spugnoso. Il condimento? Pomodoro, acciughe, origano, pangrattato e caciocavallo ragusano. È inserito nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT).

Lo sfincione lo si mangia tutto l’anno, ma a cominciare dalla Festa dell’Immacolata, è una vera e propria istituzione prenatalizia. 

 

Perché si chiama così il morbido Sfincione?


Sfincione palermitanoLo Sfincione si chiama così proprio perchè è morbido, il nome deriva dal latino spongia, a sua volta dal greco spòngos, cioè “spugna”; secondo altri deriverebbe dal nome arabo di una dolce frittella al miele. Anche per questo piatto ci si imbatte nelle suore come nel caso di molti altri dolci e piatti del centro sud d'Italia.

Si dice che a inventarlo furono alcune suore del monastero di San Vito a Palermo per creare un piatto diverso dal solito pane di tutti i giorni. Affermano però gli storici che lo  Sfincione di San Vito era molto diverso da quello attuale (e senza pomodoro).

Chistu è sfinciuni. Fattu ra bella vieru. Chi ciavuru. Uora ‘u sfuinnavu. Uora ‘u sfuinnavu. Questo è sfincione. Fatto davvero bene. Che profumo. L’ho sfornato proprio ora. 

sfincione bianco di Bagheria courtesy Siciliafan

C'è lo sfincione palermitano da carretti di street food e da panificio o rosticceria e poi c'è lo Sfincione Bianco di Bagheria, privo di pomodoro, ma con tuma (formaggio siciliano da latte crudo di pecora tagliato  a fette) e ricotta. Con una lunga bellissima storia che vi racconteremo in un altro appuntamento di #parolegolose. 
Lo sfincione è un antipasto perfetto: si taglia a tocchetti e si spizzulia, cioè si “spizzica”. 

 

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Il racconto del torrone (più lungo del mondo)

Camerino. ll Torrone più lungo del mondo

Il racconto del Torrone. Il torrone più lungo del mondo è di Camerino.  Il Torrone di Camerino, prodotto simbolo della Città Ducale, è protagonista di un racconto popolare di quelli che attraversano le generazioni e che sono capaci di abbattere le barriere del tempo. La tradizione di questa autentica golosità si perde nei secoli: il primo documento nelle Marche nel quale si utilizza il termine torrone, riferito al dolce natalizio come lo intendiamo oggi, risale al 1793, come risulta da un documento depositato presso il notaio camerte Stefano Ricci.

Torrone di CamerinoUn dolce profondamente radicato nella tradizione popolare camerinese il torrone, in passato veniva infatti realizzato in ogni focolare domestico, con devota ritualità.Poi ha quasi rischiato di scomparire, per poi risorgere grazie all’impegno di una famiglia, gli Attili, che hanno riportato in auge un vero e proprio patrimonio del territorio.

Nel 2020 il Torrone di Camerino ha ricevuto il riconoscimento della De.C.O. grazie anche ai ricercatori del corso di laurea di Scienze gastronomiche dell’antica Università di Camerino.

Camerino panorama

Sabato 10 dicembre 2022 dalle 17:30, all’Étoile Bistrot di Camerino andrà in scena Il racconto del torrone, un frizzante show che si avvale della presenza di Tinto, voce storica di Decanter Radio Rai 2 e volto noto di Camper su Rai 1, in compagnia del mastro gelatiere Raoul Trozzo e di Barbara Settembri chef dell’Accademia di Tipicità. Fondamentali saranno i racconti di Paolo Attili, cultore e custode del Torrone camerinese nonché patron di “Casa Francucci”, e di Marisa Pennesi Copponi, memoria storica dell’enogastronomia locale.

Torrone percorso classico

L’evento darà il via al countdown del programma di manifestazioni organizzate per le feste natalizie, costituendo un’anteprima dell’attesissimo appuntamento del 6 gennaio 2023, quando a Camerino tornerà la Festa del Torrone, nuova sede di tappa del Grand Tour delle Marche 2022

Tutte le info sulla manifestazione QUI 

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Panettone al Lambrusco, novità da provare

panettone bauletto al lambrusco

Natale 2022. Venturini Baldini presenta il panettone al Lambrusco in sinergia con il pasticcere Franco Incerti. Un panettone dalla forma “a bauletto”, una versione speciale nella quale l’uvetta viene fatta macerare per una notte nel Lambrusco Montelocco di Venturini Baldini, poi viene estratta e inserita nell’impasto nell’ultima fase di lavorazione.

Il dolce natalizio è a lievitazione naturale con lievito madre vivo, burro a centrifugazione, farina italiana, uova di classe A+.

L’uvetta al sapore di Lambrusco di casa Venturini Baldini conferisce un tocco di magia al panettone. Un unicum da abbinare a uno spumante Venturini Baldini, anche rosé.

Il prezzo del panettone (da 500 grammi) è di 20 euro.

Per maggiori informazioni:

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