Un panino con "bologna"
Intervista a Davide Passero, ad di Genertel
Come comincia la tua giornata a tavola? Con la cena. Non stupirti, ma da sempre faccio un solo pranzo al giorno, alla sera. Lo so, è contro ogni disciplina nutrizionista, me lo dicono tutti: come fai a resistere tutto il giorno e poi guarda che ti fa male. Poi per caso ho scoperto che anche il professor Veronesi fa lo stesso: è consolante sapere di essere almeno in due.
A che sapore leghi la tua infanzia? Alla mortadella, che ai miei tempi a Milano si chiamava ‘bologna’: più esotica del salame, più economica del prosciutto crudo. Ricordo le merende con panino alla mortadella in una mano e nell’altra l’ultimo numero di Tex Willer. Poi ho cominciato a preferire Zagor: era il segno che stavo crescendo.
Qual è il cibo a cui non riesci a resistere? Tanti. Una abbinata che mi sento di consigliare? Toma e formaggio di fossa, vino rosso Nebbiolo, partita dell’Inter in tv. Per una cena più impegnativa, i sette tagli del lesso con mostarda di Cremona e salsa verde.
A che ricetta credi di assomigliare? Pasta alla carbonara. Lo spaghetto al dente, fumante, intrecciato nel giallo dell’uovo e punteggiato del rosso della pancetta: un piatto da pop art, che non sfigurerebbe con gli hot dog e hamburger di Roy Lichtenstein.
Che piatto avresti voluto inventare? La pizza: te lo immagini se si fosse potuta brevettare? Ma non c’è riuscito neppure il conte di Sandwich con l’omonimo panino imbottito e si è dovuto accontentare del nome. Almeno così ci racconta Woody Allen in ‘Saperla lunga’, uno dei racconti più esilaranti sul tema ‘scoperte culinarie’.
Con che personaggio ti piacerebbe uscire a cena? Potendo osare, andrei da Rick’s a Casablanca con Humphrey Bogart: cafè americain e cucina rigorosamente francese. Se quella sera lui non può, va bene anche Ingrid Bergman.
C’è un cibo che non sopporti? Cervella fritta. Nessuna allusione o doppio significato: sin da bambino mi dava la nausea. Per fortuna non si rischia di trovarla in occasioni ufficiali.
In che regione ti senti più a tuo agio dal punto di vista gastronomico? Piemonte su tutto: carne, formaggi e vini rossi imbattibili, la Barbera anche un po’ mossa, e poi Barbaresco e Barolo. Per i bianchi, ho il cuore in Friuli Venezia Giulia, anche se il Friulano mi piaceva di più quando era Tocai.
Nato e cresciuto a Milano, Davide Passero si è laureato in Politica Economica alla Bocconi e si è perfezionato alla New York University. Ha lavorato, a cavallo tra finanza e tecnologia, per grandi gruppi come Vodafone, Deutche Bank, RAI, Generali. Dal 2005 è Amministratore Delegato di Genertel.
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