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Tempo di zucche, in friulano cocis, italianizzato cozze

 quadro di Otto d'Angelo

Tempo di zucche … e per i furlani tempo di cozze. Qualche anno fa pubblicammo sul nostro mensile un articolo del professor Enos Costantini, che in questi giorni autunnali torna di grande attualità.  Una paicevole lettura per il fine settimana. Anche le zucche hanno le loro storie. "Finito il tempo delle zucchine comincia quello delle zucche. La natura è meravigliosa: le prime ci danno acqua e sali minerali nei calori estivi, le seconde ci danno energia e vitamine necessarie per dâi la cuintre al freddo del verno.

zucche nell'orto
Le zucche attualmente più diffuse nei nostri orti (Cucurbita maxima e Cucurbita moschata) provengono dall’America e ci sono state regalate dagli Indios. Questi coltivavano in associazione il granturco, il fagiolo e la zucca, tanto per motivi agronomici che per motivi nutrizionali. Le nostre nonne, svelte a imparare la lezione, facevano la stessa cosa; poi sono arrivati i diserbanti chimici e un sapere millenario è crollato. 

 zucche in vendita zona Maniago

Gli Indios coltivarono le zucche dapprima per i semi che, come noto, sono assai nutritivi, poi selezionarono delle varietà con polpa commestibile. Queste, una volta arrivate in Europa, a differenza della patata, si diffusero rapidamente. Ne dà testimonianza un friulano, tale Giovanni da Udine (1487 – 1561) che, trovandosi a Roma a dipingere la villa “La Farnesina”, diede sfogo a tutte le sue conoscenze botaniche, orticole e pomologiche. Correva l’anno 1517 e negli esuberanti festoni dipinti dal nostro Zuan, accanto a frutta e verdura tipicamente nostre, trovano spazio degli ospiti ancora freschi di viaggio quali le zucche e il mais. Se andate a Roma, dopo l’abbacchio di prammatica in una delle tante buone trattorie, fate una capatina alla Farnesina: è una botta di arte e di storia dell’agricoltura.

farnesina fregio 1000

 

Farnesina Giovanni da Udine
La parola cucurbita è latina: ciò significa che da queste parti c’erano delle zucche prima dei viaggi di Cristoforo Colombo. Sì, ma i botanici sono persone strane: chiamano Cucurbita le zucche degli Indios e Lagenaria quelle precolombiane. Queste ultime sono ormai più che altro delle curiosità; a esse appartiene la cosiddetta ‘zucca del pellegrino’, quella a fiaschetto per intenderci.  

zucca fiaschetta da vino e del pellegrino

In friulano è (era) nota come coce di bevi o coce di vin, entrambi nomi che ne indicavano l’uso in modo preciso. Tale coce è documentata in molte delle nostre chiese: ponete attenzione ai San Giuseppe che fuggono in Egitto e ai pellegrini che non mancano nell’arte sacra. 

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