Se i veri paradisi sono i paradisi perduti
tazza di caffelatte la mia madeleine
Se i veri paradisi sono i paradisi perduti. Un’ora non è soltanto un’ora, è un vaso colmo di profumi, di suoni, di propositi. I nostri e vostri ricordi. Non necessariamente di un piatto, e non necessariamente di un dolce, ma anche del profumo di prezzemolo tagliato in cucina o del rumore dei fagioli e dei piselli sgranati insieme alla mamma o alla zia. Il profumo dei fiori di acacia in primavera che si trasformano in frittelle, il rumore del minestrone che borbottava mentre si facevano i compiti in cucina.
La madeleine (nella sua versione originale una sorta di plum cake burroso) è un potente attivatore di ricordi, che talvolta ci fanno capire tante cose di noi, di come eravamo e di come siamo diventati.
Scriveteci i vostri ricordi, mandateci le foto delle vostre ricette ricostruite (se avete delle immagini autentiche meglio ancora).
L’indirizzo è
L’autore di ogni pezzo pubblicato su QUBÌ riceverà in premio una pregiata bottiglia di vino Doc del Friuli Venezia Giulia.
In base al materiale e ai suggerimenti che raccoglieremo (da professionisti del food, da appassionati dilettanti e dai lettori, il progetto diventerà più ambizioso. Con ricchi premi finali.
Se anche non ricordate tutti i dettagli delle rciette non preoccupatevi: pensate che quando nel 1907 Proust iniziò a scrivere il primo volume - Dalla parte di Swann - al posto delle madeleine c’era il pain grillé, semplice pane tostato spalmato di miele. Nella seconda stesura il pane tostato era diventato un biscotto, che in francese indica sia le fette biscottate che i biscotti di frolla, e soltanto nella
terza stesura, ricca di note e di correzioni, compaiono le piccole madeleine.
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