Alieutica: cultura della pesca e del pesce

Gli esperti del mensile qbquantobasta Aurelio Zentilin e Giuliano Orel parlano ogni mese di alieutica nella loro seguitissima rubrica.  Qui a dire il vero qb era ancora quindicinale e tabloid e siamo a una bella cena di redazione da Emilio al Ristorante Montecarlo di Trieste. Pesca, colture marine, storia naturale, specie ittiche, sistemi di pesca: in una parola argomenti di alieutica. Il termine significa "ciò che riguarda la pesca" (e per estensione anche l'acquicoltura) ed è il titolo di un poema didascalico greco, una specie di manuale, la cui aridità espositiva viene temperata attraverso la poesia. Il poema è nato sulle rive dell'Adriatico e potrebbe essere perciò il punto di partenza per ricostruire l'importante storia della pesca e dell’acquacoltura di questo bacino a partire dall'epoca greca e romana, attraverso tutto il millennio della Serenissima, il periodo italo-austro-ungarico, quello italo-jugoslavo, per arrivare al momento attuale, in cui le sue risorse biologiche richiedono una gestione concordata tra sette regioni italiane da una parte e cinque stati sovrani dall'altra.

Oppiano, poeta del II sec. d.C., originario della Cilicia, scrisse "Alieutica" a Melite (Meleda in italiano, Mljet in croato), isola della Dalmazia meridionale, dove suo padre era stato esiliato. È intuitivo dunque

che i pesci, i sistemi di pesca e gli altri argomenti che vi vengono trattati abbiano soprattutto riferimenti adriatici. Per esempio, alcuni versi inducono immediatamente a ricordare un sistema di pesca tipico della riva orientale dell'Adriatico e del Golfo di Trieste, la pesca del pesce azzurro (Sardine, Sardoni, Sgombri) con richiami luminosi. "E quando nera intorno si stende la notte, accortamente sull'agile barchetta il pescatore una gran face accende..." Sicuramente Oppiano fa riferimento a qualche sistema di pesca che precorre le famose tratte dalmate, i cui richiami luminosi, ottenuti bruciando legna resinosa su una graticola, sita a prua della "luminiera o sviciarica", l'odierno caiccio, avevano pressoché esaurito le foreste dell'isola di Curzola (la Corkira Melaina dei greci, Corcira Nigra dei romani, nera proprio per i suoi boschi).

Durante la sua amministrazione di quella costa, Vienna si preoccupò subito di questo progressivo disboscamento e sostenne esperimenti volti a sostituire la legna destinata a usi di pesca con altri combustibili a fiamma brillante: prima il petrolio, poi il carburo. Oggi le 50-100 lampade da 1000 Watt che vediamo brillare sulle saccaleve del Golfo di Trieste nelle notti estive con poca luna non sono altro che la trasposizione moderna di quelle antiche fiamme.

Oppiano, Alieutica, l'Adriatico, Venezia, Vienna, l'Istria, la Dalmazia, il Golfo di Trieste: ecco il "filo rosso" che porta alla simpatia attuale per questo antico termine che riecheggia oggi sempre più spesso attorno alle cose della pesca e dell'acquicoltura, mentre si parla di una Regione adriatica e di un Distretto europeo di pesca dell’Alto Adriatico. Ogni mese una rubrica che si conclude con piacevoli e gustose ricette di pesce

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