L. A. Muratori: dalla farina alle frittelle (Modus fritellizandi)

frittelle di L. A. Muratorifrittelle di L. A. Muratori

#ricettedaleggere. Oggi a fine febbraio, a Carnevale ormai archiviato, mi regalo e spero di fare un dono gradito anche a voi, alcuni cenni gastronomici di un autore come Ludovico Antonio Muratori. Storico, scrittore, numismatico e bibliotecario italiano, peronaggio di spicco del Settecento italiano e considerato il padre della storiografia italiana. Dal volume La cucina degli scrittori, della Regione Emilia Romagna vi proponiamo alcuni stralci di Gabriele Burzacchini,

L’Elogio della farina in relazione alle vivande con essa preparate (Farinae elogium iuxta dapes ex ea confectas) è costruito con un misto di spezzoni poetici e di prosa, alla maniera degli elogia epigrafici. Maccheroni, pane quotidiano (giornalem panis… bisognum), la sfoglia utilizzata per torte, tortelli e tortellini, quindi gnocchi, tortiglioni (tortiones).

La ricetta delle frittelle (Modus fritellizandi) è un ameno poemetto in 82 esametri a esaltazione di questa vivanda, che Muratori fa risalire con arguzia a una provvida invenzione di Prometeo, il Titano che fece agli uomini il dono del fuoco. Non ad Apollo né alla Musa il poeta chiede tutela, ma a Cuccagna, affinché gli sia propizia con brodo, frittelle e zucchero; l’ispirazione gli verrà dal vino: il campano, la malvasia, il greco, il moscato. Le frittelle egli dichiara di preferire a braciole, salsiccia, cervellati, mortadelle, lonze e salami. Ed ecco la genesi della trovata di Prometeo.

Questi, dopo aver rubato il fuoco al carro del sole ed avere foggiato con tal lume una statua viva, capace di camminare, parlare e godere di sentimenti, constatato che l’uomo novello, non nutrendosi a dovere, era di giorno in giorno malaticcio, gli elargì i frutti della terra: cetrioli (cedrones), meloni, pomi, pere, albicocche (muniacas), ciliegie (cerasas), uva, prugne (brugnas). Ma questa alimentazione vegetariana, fatta solo di frutti freddi (fructus freddi), tormentava il poveretto causandogli cattivi umori. Prometeo allora, per avere istruzioni sul da farsi, decise di consultare gli oracoli, che diedero il seguente responso: nato dal fuoco trafugato, l’uomo dovrà continuare a vivere nei giorni a venire mangiando fuoco. Lo scaltro Titano escogitò quindi la soluzione. Mette innanzitutto l’uomo a scaldarsi davanti a un bel fuoco. Comincia quindi a mescolare minestra cotta (mox coctam in piatcrescenti e crescentine, lasagne, tagliatelle, lunghetti, gnocchetti, grattini, vermicelli grossi e sottili, frittelle, pasticci, spongate, zuccherini, offelle, sfogliate, sughi di mosto, borlenghi (in suolis bene untatos… burlengos).

La terapia si dimostra efficace e l’uomo recupera salute e vigore. Tutto l’Olimpo concorre alla creazione: Bacco procura uva, Cerere farina, Pan caciotta e ricotta, Vulcano padella e fuoco, Nettuno acqua, inoltre l’India fornisce raffinate spezie (molles… speciarias) e il re dei Calabroni delizioso miele (squisitissima mella). Vale la pena riportare qui di seguito il testo, corredato di traduzione, dei versi conclusivi del poemetto, con la rappresentazione della preparazione (coepit mesdare minestram), aggiunge cacio grattugiato (grattatas… formellas), cannella, uva passa, ricotta, poi setaccia la farina (farinam sdazzat), rimescola il tutto insieme (simul omnia mesdat) e lo stempera con acqua di fonte (fontanis distemprat aquis); mette poi sul fuoco una padella con un’adeguata quantità di burro biondeggiante (padellam caricam flavente butiro) e vi soffrigge, rivoltandoli con la mescola, i mucchietti in fila (longo… ordine) dell’impasto sopra descritto, togliendo di volta in volta le frittelle.

Ille sibi leccat ditos, alterque biasando
Paene affogatur. Vos et gaudere rimiro
Dum me sentitis grassas nominare fritellas,
Atque fritellarum nomen fortasse saliuam
Ad bassum mandare facit, drizzareque collum.
At reticere uolo, ueniat ne Musa frapocum,
Atque uiuandarum Phoebus chiamatus odore,
Pignattas rumpat, padellam sbernet, et omnem
Sconuolgat, meschietque, fame impellente,
[cusinamInterea quisquis lodet, mangietque fritellas,
Ac uniuersa bonis pascatur musa fritellis.
(traduzione) Un tale si lecca le dita, un altro masticando
per poco non s’affoga. Vi osservo anche godere
al solo sentirmi nominare le grasse frittelle,
e il nome delle frittelle forse saliva
vi fa mandar giù, e drizzare il collo.
Ma voglio osservare il silenzio, che non venga
la Musa fra poco,
e Febo, richiamato dall’odore delle vivande,
rompa le pignatte, distrugga la padella, e tutta
quanta
sconvolga, e metta sossopra, sotto la spinta
della fame, la cucina.
Intanto ognuno lodi e mangi frittelle,
e universa la musa si nutra di buone frittelle.

Se volete delle frittelle filologiche, come si facevano nel Settecento, seguite dunque questa ricetta.

 

Frittelle (Modus fritellizandi)

Ingredienti minestra cotta (ottenuta da pasta di qualsiasi formato) formaggio grattugiato cannella uva passa ricotta farina setacciata acqua burro miele Preparazione Creare un impasto mescolando minestra cotta, formaggio grattugiato, cannella, uva passa, ricotta, farina setacciata; mescolare il tutto stemperando con acqua e preparare mucchietti di impasto; metterli quindi a friggere in padella con adeguata quantità di burro e rimestare frequentemente; una volta rosolate, condire le frittelle con miele e servire ben calde.

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