Scritto da Fabiana Romanutti il . Pubblicato in Parole golose.

Avete festeggiato il pasticciotto day?

pasticciotto salentinopasticciotto salentino

#parolegolose #ripartenza. Pasticciotto day. Non sapete che cos'è il pasticciotto? Ora ve lo racconto. Trattasi di un dolce salentino. Un guscio di frolla farcito di crema pasticcera, cotto in forno e da gustare con il tradizionale caffè in ghiaccio.

Il primo Pasticciotto day è stato indetto il 1 giugno 2020 per festeggiare la fine del lockdown. Bar e pasticcerie leccesi lo hanno venduto a 60 centesimi! 

Narra la leggenda che l'invenzione fu di Andrea Ascalone, pasticcere di Galatina del XVIII secolo. Infornando crema pasticcera e impasto avanzato di una torta avrebbe creatoun dolce secondo lui poco armonico, un “pasticcio”. Un  pasticciotto che invece piacque moltissimo. In realtà esistono fonti molto più antiche e comunque va segnalato che il pasticciotto nella zona di Martina Franca si chiama Bocconotto. La massima diffusione di questo dolce a livello artigianale si ebbe nel secolo scorso nelle zone di Lecce e Galatina, dove fu commercializzato, nella tipica forma ovale e nella versione con lo strutto, dal maestro pasticcere Luigi Sabella (1930).

Se il pasticciotto prende la forma di una torta rotonda, è molto simile alla torta basca (pastel vasco o gâteau basque). Nella versione napoletana, oltre alla crema pasticcera all'interno è presente la marmellata di amarena. 

 

Derivato del pasticciotto è il fruttone: la di pasta frolla è ripiena di pasta di mandorle fresca e marmellata (di mele cotogne nella versione classica), il tutto ricoperto da uno strato di cioccolato fondente. A differenza del pasticciotto, il fruttone va servito freddo. Anche del fruttone esiste la versione a torta.

Cenni storici da Wikipedia. 

La più antica attestazione del termine ‘pasticciotto’ di cui si ha notizia risale al 1538 e si trova nel carteggio del letterato marchigiano Annibal Caro (1507-1566). In particolare, alla fine di una lettera (30 aprile 1538) indirizzata a Silvestro da Prato scrive: «Fatela distendere al nostro Comico, perché sia a ordine alla nostra tornata. Intanto, venendo egli a Roma prima di noi, buttagliene in canna qualche pasticciotto, come solete, per rintuzzarlo quando vi dà la baja della vostra Tita. Di Velletri, alli 30. d’Aprile. 1538.»

La prima fonte documentale che testimonia dell'esistenza del pasticciotto nella forma corrente risale al 1707, come si scopre nell'archivio della Curia Vescovile di Nardò, nell'inventario redatto il 27 luglio 1707 in occasione della morte del vescovo Orazio Fortunato. Tra le altre masserizie compaiono: «barchiglie di rame da far pasticciotto numero otto». Tuttavia si tratta di una testimonianza che mette in relazione il nome con la forma del pasticciotto, ma non dice nulla circa la sua composizione.

Alcuni studi hanno individuato le tappe salienti del percorso evolutivo sia del nome, spesso associato a un'incredibile varietà di ricette salate oltre che dolci, sia delle componenti del pasticciotto salentino, attraverso le fonti letterarie più attendibili sull'argomento: i ricettari gastronomici, partendo dalla ricetta antica (1570) di Bartolomeo Scappi, mettendo in rilievo le testimonianze dei ricettari di Vittorio Lancellotti da Camerino (Lo Scalco Prattico, Roma, 1627), Giovan Battista Crisci (Lucerna de Corteggiani, Napoli, 1634), Antonio Latini (Lo Scalco alla Moderna, Napoli, 1694), e analizzando infine i suggerimenti contenuti nei ricettari di Vincenzo Corrado (Il Cuoco Galante, Napoli, 1778) e di Ippolito Cavalcanti (Cucina teorico-pratica, Napoli, 1837).

Sarà vero?

Una leggenda leccese attribuisce invece l'invenzione del pasticciotto a Francesco Alvino, circostanziando l’episodio al 1911, come si legge nel libro di ricette di Rossella Barletta, la quale nel suo racconto associa la forma del pasticciotto alle decorazioni presenti nella facciata del Sedile e a destra della facciata della chiesa di Santa Croce, rispetto alle quali l’Alvino si sarebbe ispirato per inventare questo prodotto.

Riconoscimenti
Il pasticciotto è riconosciuto come dolce tipico delle città di Lecce e Galatina. È presente nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali della Regione Puglia, redatto dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (ai sensi dell'art. 8 del D.Lgs. 30 aprile 1998, n. 173), con Decreto 22 luglio 2004 - Quarta revisione dell'elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali (GU Serie Generale n.193 del 18-08-2004 - Suppl. Ordinario n. 144).

 

Prossimo appuntamento con il pasticciotto a Lecce dal 7 all’11novembre 2020. 

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