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Musica in cucina e in azienda

“Il solista è uno che può fare un tavolo da 8 persone. Il complesso da camera è come il cucinare per una brigata (…), ma in tutto non possono servire più di 25 o 30 persone. Poi c’è la grande orchestra, e lì tutti fanno qualche cosa e possono servire davvero tanti commensali”.

Questa frase dello Chef Gualtiero Marchesi in un’intervista di Giorgio Vitali <http://www.caffe.ch/news/articolo/41190/1> ci fa capire come in un ristorante, una cucina di successo sia il frutto di tante esperienze diversificate, ma che hanno un solo scopo: soddisfare la clientela nei suoi gusti, nelle sue aspettative rese diverse da svariate provenienze e culture.

Spesso nelle imprese si ragiona da “solisti” pensando che la collaborazione, il network, sia solo tempo perso, ma in questo modo, estro e creatività rimanendo circoscritti riducono la portata dei risultati.

Questo non vale solo per le grandi alleanze strategiche tra imprese, ma anche tra colleghi. Limitare il lavoro solo alle nostre competenze significa sottostimare il valore aggiunto che gli altri ci potrebbero dare e non riuscire a vedere il lavoro nella sua globalità.

Essere impresa vuol dire sentirsi parte di una grande orchestra o di una grande cucina e servire con cura più commensali possibili. È anche vero che, per ottenere questo, serve un grande direttore o un grande chef, ma questa è un’altra musica.

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