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Lotta alla contraffazione e tutela

Le certificazioni di qualità e la lotta alla contraffazione protagonista alla Camera di Commercio
L’apertura di Prosecco bubbling style on show anticipata dal convegno “Le certificazioni di qualità per la tutela internazionale dei prodotti del Made in Italy” Il tema “Le certificazioni di qualità per la tutela internazionale dei prodotti del Made in Italy”, affrontato nel convegno organizzato da Aries, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Trieste in collaborazione con il Comando regionale del Friuli Venezia Giulia della Guardia di Finanza, in partenariato con il Segretariato Generale OICP-Interpol di Lione-Gruppo permanente Anticontraffazione e con il sostegno della Provincia di Trieste nell'ambito di Prosecco bubbling style on show, risulta di particolare attualità in questo periodo. In un momento economico così difficile proprio il valore aggiunto fornito dai prodotti di qualità italiani può fare la differenza in una concorrenza sul mercato mondiale sempre più agguerrita. Solo nell'agroalimentare si calcola che il “supermarket del tarocco” - tra Italiansounding, agropirateria e imitazioni - si traduca in una perdita d'affari di 60 miliardi di euro l'anno, ovvero 7 milioni di euro l'ora. Un valore che, in assenza di ulteriori e più efficaci deterrenti, è destinato a crescere. Basti pensare che nel nostro Paese si realizza più del 21% dei prodotti a denominazione d'origine registrati a livello comunitario. Con 252 prodotti registrati tra Dop, Igp e Stg, 521 tra vini a denominazione di origine controllata e garantita o a indicazione geografica tipica e 4.671 specialità tradizionali regionali, vantiamo il primato di prodotti registrati e siamo il primo paese dell’Ue per numero di operatori biologici (oltre 48 mila). E nel settore agroalimentare, comparto in cui la vocazione alla qualità è evidentissima, il nostro Paese ha una capacità di creare valore aggiunto pari a quasi 2.000 euro per ettaro: il doppio di quando mediamente registrato in Francia, Germania e Spagna, addirittura il triplo se confrontato con la Gran Bretagna. 
Grande interesse per il convegno da parte delle autorità regionali, provinciali e comunali, che hanno espresso anche il proprio apprezzamento per il Prosecco bubbling style on show.
Un comparto produttivo come quello agroalimentare e vitivinicolo senza la qualità non riesce a stare sul mercato – ha ribadito il vice presidente della Regione, Sergio Bolzonello -. Per avere qualità bisogna però accettare che la certificazione ed i controlli diventino parte del sistema e non controparte. Avere un prodotto di qualità è fondamentale per innestare politiche economiche virtuose. L’agroalimentare è la grande scommessa di questa regione, perché pur essendo già un pilastro del sistema economico esistono ancora grandi potenzialità non esplorate. Dobbiamo pensare in maniera nuova il modo di equilibrare quantità, qualità e promozione>.


<Bisogna razionalizzare le competenze per evitare sovrapposizioni – ha commentato il vice presidente della Provincia di Trieste, Igor Dolenc -. Per dare opportunità agli imprenditori è necessario sviluppare strumenti di sostegno alle imprese, anche a quelle del settore agroalimentare, che premino le produzioni di qualità. Servono inoltre strumenti che diano certezze e garanzie di ottenere i contributi in tempi brevi per venire incontro alle necessità degli imprenditori e del territorio.
Credo che realizzare prodotti di qualità rientri nello spirito di noi italiani e ritengo che puntare sull’eccellenza piuttosto che sulla quantità, soprattutto per il nostro territorio, sia la via giusta per la valorizzazione dei prodotti locali - ha spiegato il sindaco di Trieste, Roberto Cosolini -. In quest’ottica reputo quindi valida l’organizzazione di un evento come Prosecco bubbling style on show.

PROTOCOLLO D’INTESA TRA UNIONCAMERE E MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
 
Nel 2009 è stato siglato uno specifico protocollo d’intesa fra Unioncamere e Ministero dello Sviluppo Economico diretto a potenziare l’attività di vigilanza delle Camere di Commercio, accrescere la vigilanza e la qualità delle attività di verifica e controllo su prodotti non alimentari in collaborazione con le diverse autorità, a cominciare dalla Guardia di Finanza. Inoltre, accanto a queste azioni di tutela, le Camere di Commercio sono particolarmente attive nel rafforzare l’internazionalizzazione delle nostre imprese, nella convinzione che questa rappresenti per il nostro sistema produttivo un elemento imprescindibile di sviluppo.

OSPITALITÀ ITALIANA NEL MONDO
Da diversi anni Unioncamere, in collaborazione con Isnart, porta avanti il progetto "Ospitalità Italiana, Ristoranti Italiani nel Mondo". Obiettivo del progetto selezionare e promuovere quei Ristoranti italiani all'estero che garantiscono il rispetto degli standard di qualità dell'ospitalità italiana attraverso un marchio che, dal 1997, é garanzia di qualità dei servizi e prodotti offerti. Per ottenere la certificazione di qualità, i ristoranti italiani all'estero dovranno rispondere ad una serie di requisiti stabiliti da Unioncamere: dalla presenza di almeno una persona che sappia parlare italiano e soprattutto di un cuoco che sappia cucinare i piatti della nostra tradizione, al menú tradotto correttamente in lingua nostrana e composto per almeno il 50% da piatti tricolore. Anche la carta dei vini deve essere Made in Italy almeno per il 20% e in sala non può mancare una bottiglia di olio extravergine di oliva prodotto in Italia. Fondamentale l'uso dei prodotti enogastronomici italiani DOP e IGP che devono essere valorizzati attraverso un apposito elenco.

La tutela e la valorizzazione del made in Italy - ha commentato Antonio Paoletti, presidente della Camera di Commercio di Trieste - passa anche attraverso l’organizzazione di iniziative specifiche, quali gli eventi fieristici specializzati. Prosecco bubbling style on show è la terza fiera specializzata organizzata dall’azienda speciale Aries della Camera di Commercio di Trieste, assieme a Olio Capitale e Trieste espresso expo. Il Prosecco Doc e l’Olio extravergine di oliva Dop prendono in considerazione prodotti che le denominazioni di origine controllata rendono unici nella loro qualità produttiva. La nostra azione intende, anche attraverso queste fiere specializzate, promuovere e certificare ulteriormente i marchi di denominazione di origine quali strumenti di promozione in ambito internazionale della bontà e unicità dell’agroalimentare italiano, elemento di fondamentale importanza all’interno del nostro Made in Italy.

Simile l'opinione di Stefano Zanette presidente del Consorzio di Tutela del Prosecco Doc, che ha rimarcato l'importanza della Denominazione di Origine Controllata per la tutela di un prodotto tipicamente italiano come il Prosecco di alta qualità e la necessità di creare nuove sinergie. <La denominazione Prosecco, attualmente è riconosciuta a livello europeo (DM 17 luglio 2009) tale protezione è stata estesa anche in altri Paesi grazie al riconoscimento della DO Prosecco all’interno dell’accordo di Lisbona sulla protezione delle denominazioni di origine - ha detto Zanette -, tali Stati sono: Algeria, Bulgaria, Burkina Faso, Congo, Costa Rica, Cuba, Macedonia, Francia,Gabon, Georgia, Haiti, Ungheria, Iran, Israele, Messico, Montenegro, Nicaragua, Perù, Portogallo, Moldavia, Korea del Nord, Repubblica Ceca, Serbia, Slovacchia, Togo, Tunisia. Nel 2011 inoltre, la DO Prosecco è stata inserita nell’elenco delle denominazioni europee contenuto nell’accordo bilaterale in essere fra Ue e Usa sul commercio del vino ottenendo protezione anche in tale Paese.

E il tema delle contraffazioni, non solo alimentari, è stato trattato da Roberto Mariquez del Segretariato Generale Interpol, Operations Coordinator del Traffickingin Illicit Goods and Counterfeiting Programme. <Negli ultimi anni le risorse investigative destinate alla lotta alla contraffazione sono costantemente aumentate – ha spiegato Manriquez - perchè le contraffazioni non causano solo perdite economiche, ma spesso mettono anche a rischio la vita delle persone. Nel caso dei giocattoli per esempio l’uso di materiali non conformi alle normative può essere pericoloso per la salute dei bambini, mentre i prodotti elettronici non a norma in alcuni casi hanno addirittura causato la morte degli utilizzatori. Nel campo alimentare la lotta alla contraffazione è quindi ancora più importante, basti pensare allo questione del vino al metanolo, che anche in Italia ha mietuto delle vittime>.

Un focus chiaro sulla normativa è arrivato dal Generale di Brigata Pier Luigi Mancuso, Comandante Provinciale Trieste della Guardia di Finanza. <Il quadro normativo internazionale, comunitario e nazionale  e la capillare sistemica e sistematicità dei controlli - con il ruolo di diretta propulsione nella cooperazione anti contraffazione in senso lato affidata alla Guardia di Finanza dal legislatore comunitario e da quello nazionale - presuppone l’applicazione anche di regole “non scritte”, soprattutto dettate dall’esperienza mercantile e commerciale e dalla nota “diligenza del buon padre di famiglia” che permea tanti principi normativi concernenti la disciplina civilistica a tutti noi nota, tra cui il commercio - ha ribadito Mancuso -. Consentitemi ora tre considerazioni necessarie a tutela dei prodotti. La prima è quella della necessità di una costante e concreta sinergia tra tutti gli attori coinvolti nel sistema produttivo e di commercializzazione delle derrate alimentari e di tutti i loro derivati. La seconda è la totale ed incondizionata consapevolezza della paritetica importanza che una adeguata tutela “a tutto tondo” del marchio certificato assume, specie in un commercio globalizzato a carattere planetario. In sostanza, mi permetto di notare come, da oltre un lustro, l’atteggiamento che il Corpo si sta sforzando di assumere, è quello di essere inteso come partner degli imprenditori/produttori/commercianti e non come “storico nemico” operante solo per il recupero di risorse tributarie, più o meno volontariamente sottratte alla misura di tassazione stabilita per quel periodo d’imposta. La terza e ultima notazione è la circostanza che il fenomeno della contraffazione, ivi ricomprendendo anche quella dei marchi Doc, Dop  e Igp - al di là delle campanilistiche e, perdonatemi, semplicistiche stereotipizzazioni a livello più o meno locale -, è un fenomeno endemico globalizzato, la cui portata è a carattere mondiale, con la conseguenza che le strategie di lotta, affinché siano efficaci, devono necessariamente essere calibrate all’estensione della “battaglia legale” che si sta combattendo: da ciò discende l’esigenza di adottare molteplici ed ancor più adeguate misure di natura “transnazionale” e/o “internazionale”.

E sull’argomento contraffazioni è ritornato Stefano Zanette, in qualità di vice presidente di Federdoc. L’impatto delle contraffazioni e utilizzo ingannevole delle IG sulla nostra economia legale è devastante - ha commentato -. Le indicazioni geografiche rappresentano un’economia forte legata a gran parte dei paesi europei, il valore complessivo delle DOP e IGP europee, infatti ammonta a 54 milioni di euro mentre in Italia ha un valore complessivo di 12 milioni di Euro con 753 Denominazioni di cui 524 DOP/IGP>.

Simile il tenore dell’intervento di Adolfo Faidiga, Comandante Provinciale di Venezia del Corpo Forestale dello Stato.<Nelle regioni a statuto speciale c’è una sinergia assoluta tra il il Corpo forestale statale e quello regionale. Ora siamo molto impegnati proprio sulla tutela dei consumatori da possibili comportamenti fraudolenti attraverso la verifica della tracciabilità dei prodotti. Risalendo la filiera produttiva riusciamo infatti a verificare se tutti gli ingredienti utilizzati sono d’origine italiana e quindi a tutelare i consumatori.

A chiudere il convegno Simone Frusca, Consigliere FederDop Olio Nazionale. Ci sono forti cali secondo Coldiretti nel paniere primario, ma ha retto l’alta qualità. Se da un lato ciò dispiace dall’altro possiamo dire che l’alta qualità ancora ci salva. Le Dop tutelano i consumatori perché definire un olio extra vergine è molto facile, ma per ottenere la Dop i parametri sono molto più stringenti. Promuovere le Dop significa quindi anche tutelare la biodiversità, i produttori e il territorio.

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