Estate con riso

Le persone capaci di fare ridere hanno maggiore successo, sono sempre ben accette e la loro compagnia è gradevole anche se a volte possono essere considerate un po’ superficiali. E’ innegabile che chi sa sorridere affronta la vita in maniera diversa: sarebbe interessante sapere se è la vita che sorride loro o se sorridendo riescono a vivere meglio. Io propendo per la seconda ipotesi.

Nelle filosofie orientali si insegna sempre che anche di fronte al più grave problema bisogna essere ottimisti e, a volte, saper sorridere. Nella nostra società, dove tutto deve essere rapportato a risultati immediati, saper sorridere di fronte ai problemi è inaccettabile.

Eppure le persone che incontro mi chiedono sempre di più di imparare a sorridere. Il riso è tipico dell’uomo; gli animali, per quanto ci risulta, gioiscono, ma non sorridono. Sorridendo socializziamo e facciamo gruppo. Sorridere è un’arte che deve nascere da dentro: dobbiamo volerla con tutto noi stessi. Per questo distinguiamo chi dà sorrisi a vuoto da chi sorride sinceramente.

Un vecchio detto recita “se ridi, il mondo riderà con te, se piangi, piangerai da solo”. Con l’estate, approfittiamo per riprendere la ricetta del riso, perché niente è più bello di un sorriso fatto col cuore sia per chi lo fa che per chi lo riceve.

Paolo G. Bianchi è antropologo e consulente in formazione esperienziale

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