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Presentata Tiere furlane n.10

AGRICOLTURA: VIOLINO PRESENTA A SPILIMBERGO "TIERE FURLANE"
Spilimbergo, 4 nov - Un numero quasi monografico su Spilimbergo e sullo Spilimberghese, quello di "Tiere Furlane" presentato a oggi a Palazzo Tadea, all'interno dello storico Castello della Città del Mosaico, dall'assessore regionale all'Agricoltura, Claudio Violino. "Tiere Furlane" - rivista di cultura del territorio, giunta oggi al numero 10 - si presenta con la consueta eleganza grafica e presenta diversi servizi, ma il "focus" è sulla realtà storica, artistica e delle tradizioni dello Spilimberghese.

Anche il servizio di apertura su Aquileia e i suoi mosaici (a firma del direttore della rivista, Christian Romanini, che intervista Gabriele Pelizzari, autore di un libro che "rilegge" il significato del pavimento musivo della Basilica Patriarcale) si collega idealmente con la Scuola Mosaicisti del Friuli, che ha sede proprio a Spilimbergo e che si appresta e festeggiare (nel 2012), come ha ricordato il presidente, Alido Gerussi, i 90 anni di vita e di attività: della sua storia e della sua attività scrive in "Tiere Furlane" Danila Venuto. Dopo il saluto del sindaco di Spilimbergo, Renzo Francesconi, che ha ricordato le varie eccellenze del territorio in fatto di cultura, tre autori della rivista, Gabriele Pelizzari, Gianni Colledani e Enos Costantini, hanno illustrato i vari temi trattati.

Nel suo intervento conclusivo, l'assessore Violino, che nella rivista firma l'editoriale "Plui salams e mancul stradis", ha posto l'accento - facendo riferimento all'opera di Pier Paolo Pasolini -

 alla progressiva "perdita d'identità delle nostre generazioni. Ciò che fino a 50 anni fa era 'naturale' come parlare friulano o saper coltivare l'orto, con il boom degli anni Sessanta è divenuto obsoleto, nella smania di gettare tutto ciò che rappresentava la 'miseria' atavica. E con il vecchio si sono buttati valori e un certo modo di vivere". Ecco allora che Violino ha invitato, con Pasolini, a "scegliere di essere friulani", nel senso di ritrovare quell'identità che abbiamo smarrito e che riguarda tutti i settori della vita: dalla lingua alla cultura, dall'economia al mangiare e al bere. "Il futuro - ha concluso l'assessore - sta in questa dimensione: recuperare l'identità per salvarci dalla globalizzazione che gli altri vogliono somministrarci e divenire noi esportatori della nostra globalizzazione. Nel senso che dobbiamo globalizzare i nostri prodotti e i nostri valori. Per fare ciò dobbiamo saper utilizzare anche ciò che le moderne tecnologie ci offrono: tramite internet dobbiamo far conoscere al mondo la nostra 'faccia'. Solo così avremo un futuro".

Vari sono dunque i servizi sullo Spilimberghese proposti da "Tiere Furlane": Clara Carboncich parla del Caseificio di Spilimbergo (facile intuire il collegamento con un altro servizio "Frico: un plat furlan cuntun non di origjin foreste" di Sandri Carrozzo); Gianni Colledani, cultore della storia locale, racconta invece dei "Gravaroi", gli agricoltori spilimberghesi che riuscivano a lavorare le grave dei torrenti; Giacomo Bortuzzo del "Museo della Società Operaia di Lestans"; Maria Santoro del Centro di ricerca e archiviazione della Fotografia di Spilimbergo; il sindaco Renzo Francesconi parla, invece, del "Fotografo Gianenrico Vendramin". Altri servizi riguardano "Zuan, l'artist di Tavagnà" di Gabriella Bucco, "Caorle 1932" di Doroty Noyes Arms, il vino "Sclopetìn" di Maria Cristina Pugnetti, la "Cise furlane", ovvero la siepe di ligustro, quale elemento tipico del paesaggio pianeggiante friulano, di Lucio Guglielmin e Angela Someda De Marco, "Checo da Marcona, il primo fotografo di Alesso" di Pieri Stefanutti, "I Cjaradors col cotul" di Delia Baselli; il momento poetico è affidato a Enos Costantini col suo "Mezzo cimitero di periferia". La rivista può esser consultata on line collegandosi al sito "www.regione.fvg.it/tierefurlane" ARC/NNa

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