Quando nasce la colomba pasquale?

Colomba Motta manifesto vintageColomba Motta manifesto vintage

Le leggende sulla nascita della colomba come dolce antico sono note, si va dalla reggia della regina Teodolinda a Pavia con San Colombano al feroce Aboino (sempre a Pavia e sempre in epoca longobarda). Ma andiamo ai fatti e alla realtà. La colomba moderna, che contende il primato del dolce più diffuso al panettone (certo quest'ultimo non è solo, se la deve vedere con il pandoro) è stata inventata da Dino Villani, direttore dell'ufficio marketing (allora si chiamava Ufficio di Propaganda) della Motta negli anni '30 del secolo scorso. 

Il dolce che sa di primavera

Ne abbiamo scritto anche nel numero di aprile 2020 del mensile qbquantobasta. Qui al link la ricetta per realizzarla in casa Come fare la colomba pasquale

 

 La storia della colomba pasquale su qbLa storia della colomba pasquale su qbL'idea era quella di rendere più produttivo il business stagionale del panettone e mantenere attivigli stabilimenti. Utilizzando lo stesso impasto del panettone, fu creato quindi un nuovo dolce, diventato parte della nostra storia, tanto da essere inserito nell'elenco dei prodotti agroalimentaritradizionali italiani stilato dal Ministero delle Politiche Agricole. Scrive Villani nel libro Confessioni di un persuasore: "Pasqua non è una festa del focolare, ma di fite di scampagnate. (...) A casa mia confezionavano per me una colombina con la pasta del pane per farmi stare fermo. La ottenevano facendo un nodo a un cannello di pasta e sagomando la testa e la coda che veniva rifinita con la forbice". Ma quale fu la strategia di lancio? 

Chiedilo a qb

  • Creato il .
  • Ultimo aggiornamento il .

Quando è nata la meringa?

meringhe alla francese foto Michela Urbanomeringhe alla francese foto Michela Urbano

Breve storia delle meringa. Come nacque questa fantastica, friabile, spumosa unione tra albume e zucchero? Tutto ebbe inizio, secondo i più,  a Meiringen, nella valle dell’Haslital, nel XVIII secolo, nel piccolo laboratorio del pasticcere Gasparini (di probabili origini italiane), che fu poi chiamato alla corte del re di Polonia Stanislao Leszczynski. La figlia del re polacco, divenuta in seguito moglie di Luigi XV, re di Francia, fece conoscere le meringhe alla corte di Versailles. Il dolce si diffuse rapidamente in tutta Europa, in Germania con il nome di vento spagnolo e in Inghilterra con il nome di kiss.

Chiedilo a qb

Continua a leggere...Quando è nata la meringa?

  • Creato il .
  • Ultimo aggiornamento il .

Conoscete il profumo della violetta?

VioletteViolette

 

"Piccola, delicata, colorata e odorosa, la violetta è stata, insieme alla rosa e al gelsomino, tra le prime essenze floreali a essere studiate dai chimici. L’essenza naturale, l’assoluta, ha una resa bassissima e quindi è molto costosa; bisognava capire e carpire il segreto del suo odore, molto apprezzato dalle donne di fine '800. In quegli anni i chimici della Haarmann&Reimer, riuscirono a identificare la molecola responsabile dell’odore di violetta ma, nonostante i loro sforzi, i composti che sintetizzavano non risultavano odorosi. Un giorno gli oggetti in vetro usati dai ricercatori per gli esperimenti furono raccolta da un tecnico di laboratorio che provvide al loro lavaggio usando acido solforico diluito: all’improvviso in tutto il laboratorio si senti un potente odore di violetta: i ricercatori avevano identificato gli Iononi.
Tre molecole isomere, alfa, beta e gamma ionone (in base alla posizione del doppio legame nell’anello aromatico): l’alfa ionone è floreale intenso, potente e diretto, il beta ionone è quello che più si avvicina al delicato odore di violetta; l’isomero gamma tende ad avere piú sfumature ambrate e legnose.
Il primo profumo a utilizzare gli iononi fu Vera Violetta (1894) di Roger&Gallet: si ritrovano in Chanel 19 e nell’Air du Temps di Nina Ricci, in  Iris Silver Mist di S. Lutens, Iris Poudrè di Malle." (Roberto Dario, Profumiere). 

Oltre a essere un componente essenziale di molte fragranze, la violetta è un odore che caratterizza il bouquet di moltissimi vini. Infatti gli iononi sono presenti in tutti i vini rossi e sono facilmente percepibili in quanto presentano una soglia olfattiva bassa. La lista di vini che presentano questo sentore è quindi molto lunga, ma possiamo citare alcuni Bordeaux, Barolo.

E' possibile imparare a riconoscere questo profumo con Aromi del Vino Rosso. Scopri QUI come allenare l'olfatto alla degustazione 

Chiedilo a qb

  • Creato il .
  • Ultimo aggiornamento il .

Scoprite con noi i segreti dello Champagne

ph. Michael Aramph. Michael Aram

E adesso Champagne! Volete fare bella figura come veri esperti alla cena di Capodanno o in questi giorni festa? Seguite la puntata di 5 minuti di... vini sul nostro canale you tube. Daniele Balan e Denis Sandri vi racconteranno e vi faranno scoprire cosa si cela dietro le bollicine più famose al mondo.

{basicyoutube}YYWZslANjA0{/basicyoutube}

Chiedilo a qb

  • Creato il .
  • Ultimo aggiornamento il .

Conoscete il Prosekar?

Il costone carsico in un'immagine d'epocaIl costone carsico in un'immagine d'epoca

Prosekar è uno spumante prodotto con metodo ancestrale, cioè antico. Quello che alcuni chiamano vino “col fondo” e che diventa più limpido o velato secondo il metodo di filtrazione usato. Un  vino che sta vivendo una vivace rinascita grazie alla passione e all’attenzione di una nuova generazione di vignaioli. Ne abbiamo giù scritto aul numero di dicembre 2018 del nostro mensile cartaceo. Lo avevamo assaggiato e apprezzato in varie declinazioni alla Serata Carsica conclusiva dell’evento Okusi Krasa Sapori del Carso da Krizman a Monrupino, dove era stato presentato da Alessio Stoka, presidente dell’Associazione creata nel 2017 per il Prosekar (termine che in lingua slovena significa “di Prosecco”) /nella foto qui sotto con Aurora Endrici presentatrice della serata. 

Sabato 14/12/2019 alle 16:15 DEGUSTAZIONE GUIDATA GRATUITA DEI PROSEKAR AUTOCTONI a Miramare nella sede Bioma con la presenza dei produttori.  L'evento è organizzata dal GAL Carso – LAS Kras e dal Museo Storico e il Parco del Castello di Miramare, in collaborazione con diversi partner tra cui la sezione ONAV di Trieste. Noi di qbquantobasta saremo presenti a questa imperdibile opportunità. #èperlavoro #ociseioseguiqb

Già nel 1873 in Umno kletarstvo- Le buone pratiche vinicole Josip Vošnjak descrive il metodo di produzione fatto di frequenti travasi del mosto ancora non completamente fermentato di varie qualità di uva bianca tra cui di fondamentale è l’autoctona Glera.  Da alcuni anni il Prosekar sta vivendo sul Carso una vivace rinascita grazie all'attenzione e alla passione di una nuova generazione di vignaioli che con entusiasmo e consapevolezza ha scelto di riprendere la coltivazione dei vigneti abbandonati. È un vino spumante dolce, un assemblaggio di tre autoctoni: Vitovska, Malvasia e Glera. Assoc. Prosekar, Prosecco – Prosek 2 34151 Trieste. 

A questo link anche l'elenco dei produttori Conoscete il Prosekar metodo ancestrale?

Potrebbe interessarti anche questo articolo Scoprire il Prosekar ancestrale

Chiedilo a qb

  • Creato il .
  • Ultimo aggiornamento il .

Natura in posa: che cos'è la natura morta?

Attribuito a Jan van den Hecke, Natura Morta con frutta 1650-1660Attribuito a Jan van den Hecke, Natura Morta con frutta 1650-1660

Prima tappa di un progetto promosso dalla Città di Treviso e Civita Tre Venezie, in collaborazione con il Kunsthistorisches Museum di Vienna, è la mostra NATURA IN POSA. Capolavori dal Kunsthistorisches Museum di Vienna in dialogo con la fotografia contemporanea, in programma dal 30 novembre 2019 al 31 maggio 2020, al Complesso di Santa Caterina a Treviso.

L’esposizione documenta come il soggetto della Natura morta si sia sviluppato tra la fine del Cinquecento e lungo tutto il XVII secolo a livello europeo, attraverso 50 capolavori presentati per la prima volta, in Italia. L'esposizione, curata dalla veneziana Francesca Del Torre, ci invita a guardare sotto una nuova luce uno dei generi più suggestivi della pittura europea. Con opere di Francesco Bassano, Jan Brueghel, Pieter Claesz, Willem Claesz Heda, Jan Weenix, Gerard Dou, Evaristo Baschenis, Gasparo Lopez dei Fiori, Elisabetta Marchioni.

Il percorso, al tempo stesso tematico e cronologico, muove i primi passi dalla seconda metà del Cinquecento, con un'accurata selezione di scene di mercato e rappresentazioni delle stagioni di Francesco Bassano e di Lodovico Pozzoserrato, ancorando solidamente il tema nel contesto geografico del Veneto.

Jan Brueghel il Vecchio, Mazzo di fiori in un vaso blu, 1608 circaJan Brueghel il Vecchio, Mazzo di fiori in un vaso blu, 1608 circa

Il confronto con i mercati fiamminghi di Frederik van Valckenborch e Jan Baptist Saive il vecchio conduce il visitatore Oltralpe. È qui soprattutto, nel contesto geografico, culturale e politico dei Paesi Bassi, che tali creazioni si perfezionano e specializzano, declinandosi in alcune categorie, come le nature morte scientifiche con i mazzi di fiori, le vanitas o allegorie della caducità, le tavole apparecchiate, le nature morte religiose, le scene di caccia. Artisti quali Jan Brueghel, Pieter Claesz, Willem Claesz Heda, Jan Weenix, Gerard Dou realizzano capolavori che incantano per fasto, creatività e perfezione di esecuzione. Un gruppo di nature morte italiane illustra, poi, attraverso le opere di Evaristo Baschenis, Gasparo Lopez dei Fiori, Elisabetta Marchioni la diffusione del genere nei vari centri artistici a sud delle Alpi.

Anonimo, Natura morta con frutta 1740-1750 circa Anonimo, Natura morta con frutta 1740-1750 circa

Completa la mostra la sezione, a cura di Denis Curti, dedicata alla fotografia contemporanea che testimonia come il tema della natura morta sia presente negli scatti di alcuni degli artisti più importanti e celebrati a livello internazionale.

Il termine Natura morta, nato in Francia nel Settecento e poi adottato anche in Italia, indica una categoria di opere d’arte che ha come soggetto scene di mercato e di cucina, mazzi di fiori, frutta, tavole apparecchiate, strumenti musicali, accessori per la caccia. La cultura “nordica” descrive tali composizioni con il titolo di still leffen – still leben e still life in tedesco e in inglese – a significare pitture che ritraggono oggetti immobili (still) al naturale. Il termine nordeuropeo mette inoltre in rilievo la dimensione contemplativa di queste rappresentazioni che invitano lo spettatore alla meditazione sulla caducità delle cose umane.

Orari: Da martedì a venerdì 9.00 – 18.00

Sabato e domenica 10.00 – 19.00

Lunedì chiuso

Forse ti può interessare leggere anche: Il fascino della natura morta

Chiedilo a qb

  • Creato il .
  • Ultimo aggiornamento il .

Conoscete il Prosekar metodo ancestrale?

Il 9 novembre 2019 dalle 19 alle 22 presentazione e degustazione dei vini spumanti Prosekar, prodotti con metodo ancestrale. Con la partecipazione di 10 produttori locali e in collaborazione con i Sapori del Carso-Okusi Krasa organizzati dalla SDGZ-URES Unione regionale economica slovena, che presenterà piatti del territorio pensati appositamente per essere abbinati al vino Prosekar.

Un bicchiere di ProsekarUn bicchiere di Prosekar
Dove? Alla Casa del Prosekar a Prosecco, nei pressi della chiesa.  In apertura di serata presentazione del video “Prosekar” di Nebojsega. Dai terrazzamenti tra Carso e mare, un bicchiere pieno di storia!

Ecco la lista completa dei 10 produttori, di cui gli ultimi tre sono new entry: 1. MARKO RUPEL 2. IGOR VODOPIVEC 3. DAVORIN DANEU 4. ANDREJ BOLE 5. ŽARKO BUKAVEC 6. ALESSIO ŠTOKA 7. VALENTIN JURETIČ. Hanno presentato i loro Prosekar per la prima volta: 8. MILOŠ ŠKABAR 9. DEJAN ŠEMEC 10. KATRIN ŠTOKA

Chiedilo a qb

  • Creato il .
  • Ultimo aggiornamento il .

Conoscete la Vernaccia nera? A Serrapetrona appassimenti aperti

Serrapetrona piazza Santa MariaSerrapetrona piazza Santa Maria

Nelle domeniche del 10 e del 17 novembre a Serrapetrona (Macerata) degustazioni e visite in cantina per conoscere la Vernaccia nera  direttamente nei luoghi di produzione. Un evento organizzato dall’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, dedicato alla valorizzazione del vitigno autoctono nelle sue due espressioni: la Vernaccia di Serrapetrona docg e il Serrapetrona doc. Un'opportunità per scoprire gli “appassimenti”: in questi suggestivi spazi le uve vengono conservate dopo la vendemmia e impiegate via via nella lavorazione in procedimenti lunghi e complessi. La tecnica antica dei grappoli appesi è da sempre uno degli aspetti più affascinanti di Appassimenti aperti.

Serrapetrona appassimenti apertiSerrapetrona appassimenti aperti

Una produzione che vanta diversi primati: prima docg delle Marche edun legame così stretto con il territorio da rendere il vino da Vernaccia nera il prodotto tipico per eccellenza: “Tutto il procedimento – spiega Alberto Mazzoni, direttore di Imt –, dalla coltivazione all’imbottigliamento, viene mantenuto in questa piccola zona del Maceratese (70 ettari vitati), dando vita a vini unici, non riproducibili altrove, che meritano di essere apprezzati nei luoghi di produzione. Con questa filosofia è nata Appassimenti aperti”.

Con tracce che arrivano fino al XV secolo, la Vernaccia racconta una storia antica e oggi raggiunge una nuova maturità grazie al lavoro dei produttori che alla voglia di esaltare la tradizione uniscono quella di sperimentare nuove strade. Ecco le cantine protagoniste di Appassimenti aperti 2019, impegnate nell’organizzazione dell’evento insieme con l’Amministrazione comunale: l’Azienda agricola Alberto Quacquarini, Cantine Fontezoppa, Terre di Serrapetrona, Podere sul lago e Vitivinicola Serboni.
È grazie al loro lavoro se oggi questa produzione riesce ad esprimere una grande versatilità e ad accompagnare ogni occasione dove il gusto della cucina italiana è protagonista. Le bollicine rosso rubino della docg sono perfette accanto ai dolci della tradizione; la versione secca si sposa con formaggi e salumi ma è sempre più apprezzata per accompagnare tutto il pasto, accanto a sapori corposi. Il Serrapetrona doc, vino fermo, è ottimo con salumi e antipasti in genere, primi piatti saporiti, carni rosse, al forno e alla griglia, formaggi stagionati. A legare questa varietà, i sentori speziati e minerali tipici del vitigno.

Nelle due domeniche di Appassimenti aperti i visitatori potranno godere anche di un paesaggio d’incanto, dipinto dalle calde cromie autunnali, e conoscere un territorio ricco di risorse naturalistiche e culturali. Da visitare a Serrapetrona Palazzo Claudi, la Chiesa di San Francesco che conserva capolavori come lo splendido Polittico di Lorenzo d'Alessandro e la Chiesa di Santa Maria di Piazza, riaperta lo scorso anno dopo il sisma e tornata a vivere come deposito attrezzato per le opere d’arte provenienti dai luoghi di cultura inagibili.

 

Appassimenti aperti  Domenica 10 e domenica 17 novembre 2019
Serrapetrona (Macerata)
web: www.appassimentiaperti.it

 

 

Chiedilo a qb

  • Creato il .
  • Ultimo aggiornamento il .

Come fare le favette triestine

le favette triestinele favette triestine

La ricetta è tratta dal mio libro Com'è dolce Trieste di qubì editore. “Compaiono verso la metà di ottobre nelle vetrine delle pasticcerie le fave bianche, rosa e marrone, dolci di piccole dimensione a base di mandorle” scrive Mady Fast nel suo imprescindibile volume Mangiare triestino. Storia e ricette.

Chiedilo a qb

Continua a leggere...Come fare le favette triestine

  • Creato il .
  • Ultimo aggiornamento il .

Qual è il miglior formaggio aromatizzato italiano?

Italian Cheese Awards 2019Italian Cheese Awards 2019Il formaggio aromatizzato migliore d’Italia nella categoria caseifici è trevigiano. Emanuela Perenzin di San Pietro di Feletto (TV) sale sul podio dell’Italian Cheese Awards per il terzo anno consecutivo. Con un omaggio allo scienziato e agronomo veneto Luigi Manzoni.  Dopo la recente medaglia d’oro per il Bufala al Glera al World Cheese Awards di Bergamo, la Latteria Perenzin conquista il gradino più alto del podio nella Categoria Aromatizzato all’Italian Cheese Awards di Veronafiere. Italian Cheese Awards è l’Oscar, assegnato annualmente, ai migliori formaggi prodotti con latte 100% italiano. Quattro mesi di selezioni dove sono stati degustati e valutati più di 1400 formaggi da una giuria composta da esperti e operatori del settore.

Con questa vittoria la Latteria Perenzin rende omaggio a Luigi Manzoni: l’Anniversary Bianco - il formaggio biologico affinato al Manzoni Bianco - è stato, infatti, creato lnel 2018 in occasione del 50° anniversario della scomparsa dell’illustre scienziato veneto, pioniere negli anni '30 del Novecento degli esperimenti genetici sulla vite in provincia di Treviso, celebre per aver creato i vini che portano il suo nome. Anniversary Bianco fa parte del "Progetto Manzoni": un fil rouge che unisce la storia e il lavoro dell'enologo Luigi Manzoni alle tecniche tradizionali dell'arte casearia dell'ubriacatura, sviluppate dalla latteria di San Pietro di Feletto a partire da Valentino Angelo Perenzin che è vissuto nello stesso periodo.

Il 70% dei formaggi Perenzin è  biologico. 

 Anniversary di PerenzinAnniversary di Perenzin

“La qualità del latte e dell’uva, il lento processo di affinamento che è anche il segreto del nostro caseificio, l’unicità della nostra microflora che risale agli anni ’50 del 1900, il sentore profumato, ma non invasivo, adatto sia alla cucina tradizionale sia alla contemporanea, sono le caratteristiche di questo formaggio realizzato da Luca Longo, il nostro casaro, e da Matteo Piccoli, responsabile delle ubriacature. Ci tengo a sottolineare che questo risultato è il frutto di un grande lavoro di squadra. Determinante è stato l’apporto di tutti quelli che ogni giorno si dedicano con passione a far crescere la nostra azienda e che hanno contribuito a ottenere un prodotto buonissimo». Parola di Emanuela Perenzin. 

 Anniversary bianco e Veto 2014Anniversary bianco e Veto 2014

ANNIVERSARY BIANCO - Prodotto con latte biologico pastorizzato di vacca veneto, stagionatura 10 mesi, affinato con vinaccia di Incrocio Manzoni Bianco 6.0.13 biologico Case Paolin. Contraddistinto da una elegante texture, solubile e corposa, dolce, con delicati ricordi di burro e caramello tostato, aromi fruttati dati dal vino, con risultato finale di armonia e persistenza.

 

Chiedilo a qb

  • Creato il .
  • Ultimo aggiornamento il .

Conoscete la carne Wagyu Miyabi?

Waygu Miyabi a Il vostro EdenWaygu Miyabi a Il vostro Eden

Se anche tu sei cresciuto a “pane e manga” giapponesi negli anni '80, se adori l'Oriental Fashion e sfoggi lungomare kimono di seta, se sei innamorata del Japonisme parigino, se ami l'eccellenza in tavola, ecco l'appuntamento a cui non puoi assolutamente mancare! Il 27 ottobre: Wagyu Miyabi MASTERCLASS con Paolo Tucci, dalle 17.00 alle 19.00 da Il Vostro Eden in Viale XX Settembre a Gorizia. La carne Wagyu Miyabi di Kyoto è una delle migliori del Giappone e nel mondo. Letteralmente Wagyu significa “manzo giapponese” e identifica una specifica razza di bovini contraddistinta da una carne particolarmente marezzata e pregiatissima. “Dalla straordinaria morbidezza: i grassi monoinsaturi quali l'acido oleico la rendono
infatti molto tenera e salutare rispetto a moltissime carni d'allevamento occidentale”- ci racconta Paolo Tucci, direttore Commerciale di Wagyu Company, azienda importatrice e, possiamo dire, divulgatore culturale di questo prodotto. “La texture è caratterizzata da striature di grasso che, alla vista, ricordano quelle del marmo rosso. Il punto di fusione di questa carne è 28 gradi perciò può letteralmente sciogliersi in bocca, mentre l'aroma unico, con note di dolcezza, evoca le nocciole.”- continua.“
Gli animali vengono allevati per 3 anni in una fattoria giapponese nutriti a grani ed erba timotea, un'erba amara del luogo, bevono solo acqua di una fonte profonda 150 metri, purissima e dolce che conferisce alla carne il sapore così caratteristico e speciale.”
Ma che cosa porta Paolo Tucci da Milano a Gorizia? "Mi porta a Gorizia il progetto di Lara e Adriano de Il Vostro Eden – ci dice – un magnifico progetto di approfondimento della cultura giapponese in una terra, quella goriziana e del Friuli Venezia Giulia, celebre per la produzione enologica di alta qualità che fa da sfondo a tutta la sua cucina regionale e al territorio stesso”.

Il 27 ottobre potrete quindi scoprire ogni dettaglio organolettico della carne Wagyu Miyabi di Kyoto, ascoltare Paolo Tucci che la conosce meglio forse di chiunque altro e soddisfare ogni vostra curiosità su di un prodotto così raro, squisito e prezioso. E non mancherà il Sake! 

articolo pubblicato sul numero di ottobre 2019 del mensile di gusto e buongusto qbquantobasta 

ps: errata corrige: il nome dello chef è Adriano e non Alberto come erroneamente indicato nella dida sotto la foto

Chiedilo a qb

  • Creato il .
  • Ultimo aggiornamento il .
Privacy Policy