Oggi Brodo (di ferragosto)
#parolegolose È un articolo che abbiamo letto, su il Foglio e poi anche su La Repubblica- Palermo del 18 agosto 2021 a firma Pietrangelo Buttafuoco con il suo fascinoso e immaginifico periodare. Ve ne riportiamo qualche parte. "Nel Sud del sud dei Santi il pranzo di Ferragosto è come un letto apparecchiato di lussuria. Oggi brodo. Domani, poi, ancora festa. A Ferragosto si mastica il brodo di gallina.
Oppure quello di tacchino (detto anche, il Pipì-u). E si mangia, il brodo - lo si morde - perchè si accompagna con le palline. Sono i composti di manzo tritato, piccole polpette roventi più del liquido, messe a galleggiare insieme ai formati di pasta adatti: corallino e risoni.
La conversazione è ridotta al minimo. Sgranocchiare il brodo, ad agosto, richiede energia. Si suda, ovvio, ma al tempo stesso ci si conforta. È un supplizio cui ci si presta volentieri. Serve a incamerare ciò che è buono. E ciò che è bello. Il brodo infatti più che buonissimo, è "bellissimo"...
La lingua che lo lavora, il brodo, fa più degli occhi. Ne contempla i vapori, ne sprigiona i riflessi: olio d’oliva e sprazzi di odori. E la lingua – nel gusto – fa rumore.
Il consommé si consuma nelle sale da pranzo. Le mura, spesse un metro, conservano le stanze fresche per scongiurare così quel che Henry Miller descriveva come “L’incubo ad aria condizionata”. Nel Sud del Sud dei Santi – dove tanti erano quelli che aspettavano l’occasione della Festa per concedersi l’unica passeggiata dell’anno, lungo il cassero – l’uscita del dopopranzo, col dopo brodo, basta per dodici mesi. È l’unica epifania di panza e il pranzo di oggi, fabbricato secondo i principi della festa, prosegue secondo il codice ruspante di proteine e sostanza.
È l’ingozzo e il sollazzo del paese in una tavola imbandita dove le “signorine” sono le fette sottili di melenzane fritte e asciugate, raccolte nei piatti per essere tagliate a strisce per poi condire di semplicità l’unicità della salsa di pomodoro con il tocco di ricotta salata. È il “secondo” primo, è dato come rinforzo – prima del polpettone – rispetto alla presunta volatilità del brodo. È la pasta alla Norma.
E’ come un letto apparecchiato di gustosità il pranzo di Ferragosto. Si officia nella penombra e l’ombra, Deo Gratias, è sempre apportatrice di fantasticherie. Fa sudare come quando si fa l’amore, il pranzo. Il respiro passa nel respiro. Corre il vino e l’acqua trasuda nei cocci.
Oggi brodo, dunque. E domani ancora festa. Nel Sud del Sud dei Santi il 16 agosto è il giorno del Carmelo. Ogni paese sposta la propria festa patronale il giorno dopo Ferragosto per consentire alla campagna – impegnata nei primi di giugno, nella mietitura – di passeggiare in città. Domani è giorno di vestito, certo, ma da quando è venuto in uso il tempo libero sono sempre meno, infatti, le ringhiere dei balconi dove – a modo di ornamento, in attesa della Madonna – vengono collocati i copriletto ricamati, orgoglio di popolo e vanto della padrona di casa.
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