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Biodiversità con la pesca di Leonforte IGP

La pesca insacchettata di LeonforteLa pesca insacchettata di Leonforte

La pesca tardiva e insacchettata di Leonforte, colore olore giallo intenso con leggere striature rosse, polpa gialla e dolce e inebriante profumo. Tutela della biodiversità e dell'identità territoriale: due principi che iche delineano storia e profilo della Pesca di Leonforte IGP, un prodotto di nicchia made in Sicilia che si racconta sotto i suoi aspetti meno conosciuti ovvero la tecnica di coltivazione "insacchettata" e la tabella dei valori nutrizionali presso la sede di AICIG a Roma, nel corso del convegno cui ieri hanno partecipato insieme a Giuseppe Liberatore Presidente di AICIG, Leo Bertozzi Segretario Generale di AICIG, il Presidente del Consorzio Pesca di Leonforte IGP Carmelo Salamone e il responsabile del Consorzio Domenico Di Stefano.

A rendere così particolare questa produzione - tipica della zona centrale della Sicilia ove si susseguono rilievi e vallate con aree pianeggianti e colline tra i 200 e i 1000 metri slm e che comprende  Leonforte ma anche Assoro, Agira, Enna, Calascibetta - è la tecnica di coltivazione "insacchettata", nata negli anni Settanta per ovviare ad un inconveniente fitosanitario: "la presenza della mosca mediterranea e la mancanza a quel tempo di trattamenti antiparassitari conosciuti per combatterla, furono la chiave di svolta nella coltivazione di questo frutto che non identifica una sola varietà ma tante vecchie varietà locali unite dal comune denominatore di maturare tardi. Per proteggerlo infatti, un imprenditore agricolo si inventò l'utilizzo di sacchetti di carta pergamena in cui avvolgerli: il buon esito di tale pratica sul mantenimento del frutto fu di ispirazione per tutti gli altri coltivatori e oggi rappresenta il tratto distintivo di questa pesca, oltre alla tempistica di raccolta che è tardiva rispetto alle altre cultivar di pesche italiane".

Questo frutto definito tardivo in quanto raccolto da settembre a novembre è espressione di eccellenza di un sistema delle DOP e IGP che a livello europeo conta ben 1336 IG food, di cui 284 soltanto in Italia tra DOP, IGP e STG, cui si aggiungono altre 523 denominazioni DOCG, DOC e IGT relative ai vini. Numeri che attribuiscono all'Italia il primato in termini assoluti di prodotti agroalimentari a indicazione geografica riconosciuti dall'UE.
 
"La Pesca di Leonforte IGP - spiega il Presidente di AICIG Giuseppe Liberatore - è un esempio di come i fattori ambientali e umani, cioè la tecnica produttiva, determinino le caratteristiche specifiche del prodotto. Si tratta di fattori da tutelare, verificare e promuovere, compiti specifici del Consorzio di tutela. Il contesto associativo di AICIG permette di confrontare le specificità dei diversi prodotti e contesti produttivi, in modo da accrescere sempre più lo strumento dell'Indicazione Geografica come valorizzazione del prodotto territoriale".

Pesca di Leonforte IG foodPesca di Leonforte IG food

Qualche dato relativo a questa IG: la produzione media annua è di 400 tonnellate e di queste solo la metà o meno è destinata a diventare IGP. A coltivarla 20 produttori aderenti al Consorzio di Tutela, mentre la distribuzione avviene per il 90% in Italia, soprattutto grazie a grandi catene della GDO, tuttavia forniture sono state inviate in Germania e, per la prima volta, a Dubai.

Ad oggi le IG food riconosciute a livello europeo sono 1336 di cui 284 solo in Italia tra DOP, IGP ed STG, tutte espressione di un forte legame con il territorio di origine


 
 

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