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A STORO SFIDA ALL'ULTIMA TRISA CON IL MAIS GIALLO ORO

Pannocchie Mais Nostrano MaranoPannocchie Mais Nostrano Marano

TRADIZIONALE AGGUERRITA SFIDA ALL'ULTIMA TRISA TRA I POLENTÈR SENZA RISPARMIARE SORPRESE CULINARIE E TOCCHI FINALI. Oggi uno dei luoghi più noti, più antichi, più importanti della produzione di farina gialla di mais e quindi di piatti e ricette della polenta, è Storo, borgo antico nella valli Giudicarie, a nord di Bescia e del lago di Garda, e già in terra Trentina. Dal 4 al 6 ottobre 2019 si rinnova il Festival della Polenta che attira curiosi, esperti, turisti e visitatori da tutto il nord-est per assaggiare la dozzina di ricette finaliste, selezionate, in degustazione. Una giuria tecnica esperta ne giudicherà il valore, la bontà, la tipicità, la qualità. In giuria ci saremo per il secondo anno anche noi di qbquantobasta pronti a farvi un goloso report #ociseioseguiqb. Insieme ci sarà anche un giudizio popolare.

Storo: si rovescia la polentaStoro: si rovescia la polenta

 

Storo prende il titolo di capitale della polenta italiana, soprattutto per aver recuperato le varietà antiche, un mix e incroci di Nostrano e Maranello, ottenendo un granoturco ideale per la farina, dal chicco rosso-arancio, piccolo, duro, lucido e dalle corone di grani ben allineati su una pannocchia piccola. 

Borgo prealpino fondato dal popolo Retico, “distretto” della farina di granoturco, Storo con il suo "oro" è sempre più bandiera di una cultura dell’alimentazione tradizionale.

Otto  chioschi di polenter preparano al momento le diverse ricette di polenta per il giudizio del pubblico. Domenica 6 ottobre 2019 la giuria di esperti, nutrizionisti e storici delle cultura a tavola, designerà la “polenta dell’anno” fra le tante sfide all’ultima trisa. Prenotazioni per carnet-assaggi QUI . Sabato nel salone della società cooperativa Agri ’90 - creata e voluta dal presidente Vigilio Giovannelli, una realtà che raccoglie, lavora e vende il prodotto di 350 ettari coltivati a granoturco oltre che a frutti del sottobosco coinvolgendo oltre 200 coltivatori - ospita l’incontro di inaugurazione con un tema importante come “ l’agricoltura sociale di montagna”. Quindi non solo produzione agricola, ma ambiente rurale integrato.

La giuria 2018La giuria 2018
“La agricoltura di montagna non deve più essere considerata solo una produzione agraria, una impresa tradizionale – dice Giampietro Comolli, esperto di distretti produttivi Doc e turistici – ma svolge una azione indiretta glocal che impone norme, sostegni, leggi europee diverse. L’agricoltore di montagna, giovane o anziano, ha una funzione vitale per il territorio e l’ambiente anche di vallata, di fondovalle, di pianura. Questa polifunzionalità deve essere sancita dalla Pac-Europa e recepita con forza dai Psr regionali. Solo così si farà una scelta concreta, di prospettiva, di occupazione, di sicurezza e di salvaguardia di un ambiente sempre più soggetto a eventi estremi, difficili che necessita di un governo serio non solo a monte ma preventivo. La montagna deve essere dotata dei migliori sevizi all’impresa e alle persone perché queste restino. Non parlo di guardiani del parco, ma di imprese autonome che cooperano con gli enti locali: fondi e lavoro per salvare la montagna e di conseguenza i cittadini a valle “
Tutto all’insegna della tradizione, dell’autenticità, della passione per la montagna e per i piatti genuini. Il consorzio turistico ha predisposto interessanti itinerari e pacchetti per un weekend all’insegna della natura, della sostenibilità, del gusto e dei banchi dei prodotti tipici. Aperta per l’occasione la Famiglia Coop Valle del Chiese dove è possibile acquistare diversi alimenti prodotti nelle valli fra Pieve di Bono e Darzo.

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