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A salvaguardia piccole produzioni locali

La regione sta per varare una legge a favore delle piccole produzioni locali, al fine di salvaguardarle e valorizzarle allentando i vincoli della burocrazia.

Lo ha anticipato l’assessore regionale alle Risorse Rurali, Agroalimentari e Forestali, Claudio Violino, intervenendo al convegno ‘La conservazione dei prodotti della norcineria locale’, svoltosi a Fagagna, nel Museo della Vita Contadina e organizzato con il concorso della Regione dal Comune, dal Parco Agroalimentari di San Daniele, dalla pro Fagagna e dall’Associazione per il Museo.

L’obiettivo della normativa annunciata da Violino sarà quello di evitare la scomparsa dei piccoli allevamenti suini che assicurano produzioni nostrane e perpetuano la tradizione locale.

Saranno infatti ridotti i controlli sanitari a carico dei piccoli allevatori che lavorano le carni di meno di 30 maiali l’anno. Si tratta di aziende familiari a rischio di chiusura anche a causa delle eccessive restrizioni normative nel rispetto delle quali sono chiamati a operare.

Oggi, ha precisato l’assessore, la moderna arte norcina -della quale il Friuli Venezia Giulia vanta un’antichissima tradizione- consente di preparare i prelibati prodotti da carni suine anche in spazi limitati e in assoluta sicurezza igienico sanitaria. Senza modificare la qualità e la genuinità dei lavorati.

L'obiettivo del progetto ''Piccole produzioni locali'', curato dalla direzione Salute della Regione, in collaborazione con la direzione alle Risorse rurali e agroalimentari, e stato avviato con l'approvazione, da parte della Giunta regionale, di uno specifico regolamento che indica i criteri e le modalità per la produzione, lavorazione, preparazione e vendita diretta al consumatore di piccoli quantitativi di carni suine (dal salame alle salsicce, dalla soppressa al cotechino) e di carni avicole e cunicole (polli, tacchini, conigli).

L'iniziativa, come spiega l'assessore regionale alla SaluteVladimir Kosic punta a far incontrare le esigenze dei consumatori e della ristorazione collettiva, che dimostrano una sempre crescente attenzione ai prodotti freschi nostrani e di qualità, con quelle dei piccoli allevatori.

Una strategia, aggiunge l'assessore, il linea con la tendenza, già affermata all'estero, di vendita diretta delle merci dal produttore al consumatore (''Farmer's market''), di ricerca di alimenti a ''chilometro zero'', o a ''filiera corta'', che offrono garanzie di freschezza e qualità e tendono anche ad avere un prezzo contenuto per i ridotti costi di trasporto e distribuzione.

Il regolamento, in 18 articoli, indica precisi protocolli per la lavorazione e conservazione degli alimenti e precisa in particolare che la vendita possa avvenire direttamente in azienda oppure in occasione di fiere e mercati, anche se non è esclusa una fornitura a dettaglianti locali, purché essa non superi il 30 per cento della produzione.

 I produttori interessati, che possono essere anche le cosiddette ''frasche'', ''osmize'', o ''privade'', dovranno presentare specifica domanda, secondo un modello che sarà pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione e sarà scaricabile dal sito www.regione.fvg.it .

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