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2020: bilancio dell'anno rurale per Confagricoltura FVG

Philip Thurn ValsassinaPhilip Thurn Valsassina

Confagricoltura FVG. Bilancio dell'anno rurale 2020. «Complessivamente, nell’anno della pandemia, il comparto agricolo ha subito un andamento ondulatorio rispetto a vendite, consumi e prezzi. La difficoltà negli spostamenti ha provocato sensibili contraccolpi negativi all’agriturismo (che segna un – 75 per cento di fatturato) e lo stesso si può dire per la commercializzazione dei prodotti agroalimentari verso l’Horeca. Le maggiori oscillazioni si sono avute nella zootecnia e nel florovivaismo (-70 per cento per il mercato dei fiori recisi). Per parecchie settimane è stato difficile, se non impossibile, importare ed esportare, con conseguenze negative sui produttori e sui prezzi. Anche il settore cerealicolo ha subito le oscillazioni legate ai comparti zootecnici con i quali condivide alcune porzioni di filiera. La coltivazione del mais ha continuato a perdere superfici investite (-56 per cento in 10 anni), mettendo a rischio alcune produzioni Dop regionali legate all’allevamento.

Per saperne di più leggi In dieci anni perso il 56 per cento degli ettari a mais

 

 

 pennacchi di maispennacchi di mais

In diversi momenti, tutto è stato esasperato dal cambio dei consumi e delle abitudini d’acquisto dei cittadini che, in alcuni casi, hanno messo sotto pressione le aziende e, in altri, hanno creato nuove opportunità (a esempio, è cresciuto dell’11% l’acquisto di pesce allevato)»: questoin sintesi  il bilancio dell’annata appena conclusa, tracciato da Philip Thurn Valsassina, presidente regionale di Confagricoltura.

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«Abbiamo salutato il 2020 con una riduzione delle vendite di vino stimabile in un -30% – aggiunge Michele Pace Perusini, presidente della Sezione economica regionale viticoltura di Confagricoltura -, anche se ci possiamo parzialmente consolare con la qualità della vendemmia che ha consentito di realizzare ottimi vini bianchi, fermi e frizzanti. Pure le marginalità per i produttori si sono ridotte, salvo per alcune aziende di piccole dimensioni che sono riuscite ad accrescere la loro quota di vendita diretta. La pandemia, tutt’ora in corso, ha messo in evidenza il ruolo di promozione e programmazione svolto dai Consorzi che sarà confermato anche per gestire con efficienza la necessità di calmierare le prossime produzioni, i relativi stoccaggi e la tutela della Ribolla gialla che, nel 2020, ha fatto qualche altro piccolo passo avanti. Intanto, ci preoccupa l’incertezza economica e di mercato che segna l’avvio del nuovo anno».

Per David Pontello, responsabile del comparto suinicolo di Confagricoltura Fvg, il 2020 è stato un anno molto altalenante per gli allevatori. «Nel gennaio scorso eravamo ottimisti con un prezzo della carne a circa 1,8 euro/kg. Con le chiusure, il prezzo è crollato a 1,0 euro/kg per poi risalire, a ottobre, a 1,6 euro/kg. Il blocco dell’export e l’eccesso dell’offerta hanno portato il prezzo della carne suina a 1,2 euro/kg, un livello di remunerazione al di sotto dei costi di produzione. La filiera del prosciutto di San Daniele Dop ha subito una leggera flessione (-1,2%), ma confido – sottolinea Pontello – che l’entrata in vigore della nuova etichettatura d’origine per la carne, il 1° febbraio, porterà il consumatore a premiare il “Made in Friuli” e il “Made in Italy”».

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