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Chef e Ristoranti. Piatti e Sala.

24 formaggi speciali solo per cheese addicted

La Taverna di Colloredo di Montalbano propone per venerdì 15 aprile 2016 un appuntamento davvero speciale per appassionati di formaggi, senza dimenticare la selezione di vini e birre abbinati! Ve li elenchiamo perchè intanto possiate solleticare e sollecitare le vostre papillle anche mentre siete seduti a leggere. Siamo pronti a scommettere che alcuni di questi formaggi in selezione non li conoscete neppure di nome!  Dopo un'apertura con stracciatella e acciughe e pinzimonio di verdure si incomincia con i

FORMAGGI  FRESCHI
Grotta di Montergalda    
Caprino di Riforano con Gelatina di Picolit
Toma delle Langhe con Frutti di bosco
Brillat Savarin con Mostarda di fragole
Brin d’Amour alle erbe della Corsica
    
dopo la pausa golosa con cocotte di fonduta, asparagi e tartufo primaverile si passa ai
    
FORMAGGI  PUZZONI    
Blu di Montefeltro con Mostarda di cipolla
Fontina d’alpeggio con Uva fresca
Losa di capra con Gelatina di Refosco
Munster stagionato con Mostarda di verdure
Epoisses d’Epoisses    
  e quindi ai 
FORMAGGI  MEDIA STAGIONATURA
Ragusano DOP    
Bitto DOP e Mostarda di peperoncino
Granglona e Mostarda di mele
Pecorino di fossa dell’Abbondanza  e Mostarda di Kiwi
Castelmagno d’alpeggio    
    
Sorbetto mela e zenzero
    
FORMAGGI  ERBORINATI    
Shropshire “Colston Basset”    
Fourme d’Ambert au Sauternes    
Verde dei Berici  e Miele al tartufo
Roquefort selection e Miele di tiglio
Blu al Ramandolo e Frutta secca
Gorgonzola cremoso   

 

I  VINI  e  LE BIRRE in abbinamento

Franciacorta Pas dosé Azienda Berlucchi (Lombardia)

Sauvignon Valter Sirk (Slovenia)

Pinot nero “Meczan”  Hofstätter (Trentino Alto Adige)

Doppio malto - True Faux  Birra artigianale  (Veneto)

Sammarco Castello dei Rampolla  (Toscana)

La réserve de l’Abesse  - St. Denise Doppio malto – birra artigianale (Belgio)

Marsala vergine 1980 ris. del Centenario Pellegrino (Sicilia)

costo vini inclusi: 70 euro

prenotate subito al numero 0432 889676 p scrivendo alla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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Nuovo ristorante del Buon Ricordo da Nando a Mortegliano

ristorante Da Nando a Morteglianoristorante Da Nando a Mortegliano

Da Nando di Mortegliano fa il suo ingresso nell'Unione Ristoranti del Buon Ricordo: salgono a 7 i locali regionali soci della prima associazione fra ristoratori nata in Italia nel 1964. Da Nando è una delle 8 nuove insegne che dal 2016 arricchiscono la schiera del Buon Ricordo, che raggruppa 101 locali e conta in Friuli Venezia Giulia altri 6 ristoranti: Al Lido di Muggia, Carnia di Venzone, Da Toni di Gradiscutta, La’ di Moret di Udine, Locanda Al Castello di Cividale, Lokanda Devetak di San Michele al Carso.

A pochi chilometri da Udine, Da Nando è il regno della famiglia Uanetto, da ben cinque le generazioni dedita alla ristorazione, prima a Pozzuolo e, dal 1931 a Mortegliano, dove nonno Edoardo gestì il suo primo locale. Poi proseguirono Nando e sua moglie Isolina, che aprirono nel 1960 l’attuale trattoria. Ora sono i fratelli Ivan e Sandro a condurre il notissimo ristorante, senza allontanarsi né tradire mai il nucleo centrale del loro patrimonio familiare (l’autenticità e la cultura rigorosa della cucina di territorio basata sui prodotti locali) a cui hanno aggiunto la cucina di pesce. La cantina, qualitativamente e quantitativamente notevole (con oltre 120 mila bottiglie in rotazione) si apre al mondo. Accanto al ristorante, si trova la cantina-negozio e la locanda con dodici camere.

Il Piatto del Buon Ricordo è La polente cuinciade (morbida e insaporita con Montasio, ricotta affumicata e porcini freschi), che viene simbolicamente effigiata sul piatto in ceramica dipinto ancor oggi a mano dagli artigiani della Ceramica artistica Solimene di Vietri sul Mare. Il piatto viene donato agli ospiti nel ricordo di un’esperienza: una prelibata pietanza da gustare, ma anche un'icona che sintetizza in modo esemplare la cucina del ristorante e i prodotti del Friuli. Il piatto farà crescere le collezioni dei molti appassionati che, fin dal battesimo del Buon Ricordo, raccolgono e conservano, per ogni esperienza di gusto, il segno visibile dei loro viaggi gastronomici fra le tradizioni genuine d’Italia.
La specialità sarà presentata il 9 e 10 aprile 2016 a collezionisti e gourmet e resterà in menu tutto l’anno.

Da Nando Mortegliano (Udine) Viale Divisione Julia, 14
Chiuso domenica sera e martedì. Ferie la seconda metà del mese di gennaio e del mese di agosto.
 

A questo link LA RICETTA Polente cuinciade, ristorante da Nando

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Sei nuovi ingressi nei JRE Italia

Si è concluso il 23° Congresso Nazionale dei Jeunes Restaurateurs tenutosi ad Orvieto il 3 e 4 aprile. L’imperativo: cercansi nuovi giovani talentuosi. Con l’ultimo congresso i Jeunes Restaurateurs italiani diventano 88. Entrano sei nuovi giovani: due toscani, una siciliana, un lombardo, un pugliese e un veneto. «Un chiaro segno di crescita per il nostro Paese. Fa piacere e dà speranza incontrare talenti che abbiano voglia di investire sulle proprie capacità» ha commentato Marco Stabile, presidente dell’associazione nata in Francia nel 1972. «Ma anche la conferma che il nostro gruppo sta suscitando sempre più interesse». Oltre venti le richieste di adesione pervenute nell’ultimo anno, ma solo sei rispettavano i requisiti per accedere, fra i quali non avere superato i 42  anni di età, essere chef e insieme imprenditore ossia proprietario del ristorante da almeno tre anni. Ed ecco i nomi: Alberto Basso del 3Quarti di Grancona (Vi), Martina Caruso del Signum di Salina (Me), Stefano di Gennaro del Quintessenza di Trani (Bt), Dario Guidi dell’Antica Osteria Magenes di Gaggiano (Mi), Stefano Pinciaroli del Ps Ristorante di Cerreto Guidi (Fi) e Cristian Santandrea della Tenda Rossa di Cerbaia Val di Pesa (Fi).

Marco Stabile ha chiuso il 23° Congresso dichiarando: «Questa mattina, insieme ai miei colleghi, alla famiglia dei JRE, ho deciso di terminare la mia presidenza. Questa scelta, ragionata e sofferta, è stata dettata dalla necessità di dedicarmi completamente alla mia azienda, che sta fortunatamente crescendo». Per garantire la continuità del lavoro dei JRE è stato nominato, quale Presidente ad interim, Andrea Sarri, il cui mandato si era concluso un anno fa. «Il mio lavoro sarà quello di traghettare l’associazione verso la scelta di un nuovo presidente. Tutti noi siamo dispiaciuti ma comprendiamo la scelta di Marco Stabile e lo ringraziamo per il grande lavoro svolto per far crescere l’associazione».
Andrea Sarri sarà in carica fino al 1 gennaio 2017.


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Chef Daniele Zennaro del Vecio Fritolin protagonista di una web serie

14 episodi e 2 protagonisti: il Veneto e i prodotti del territorio, comprese alcune specialità IGP italiane. L'azienda Valbona produttrice di conserve vegetali e flan di verdure, lancia la prima web serie interamente dedicata alla riscoperta dell’eccellenza veneta con una guest star d’eccezione: lo chef del ristorante veneziano “Vecio Fritolin” Daniele Zennaro. La web serie si inserisce in un più ampio progetto di rivoluzione digital messo in campo da Valbona sui social media.

Un viaggio alla scoperta di un territorio ricco di storia, cultura ed eccellenza enogastronomica, tra prodotti eccellenti e ricette della tradizione. Un mix coinvolgente di ingredienti che prende forma in un progetto innovativo ideato dall’azienda Valbona che lancia la prima web serie dedicata alle ricchezze gastronomiche della regione Veneto. Guest star della produzione un volto noto della cucina veneziana, lo chef Daniele Zennaro, vera anima del rinomato ristorante “Vecio Fritolin”.

“Da sempre la mia cucina vuole portare in tavola il sapore autentico tipico delle verdure coltivate nell’orto di casa – afferma Zennaro – Con questo progetto, Valbona mi ha dato la possibilità di esprimere la tradizione culinaria del mio territorio”. In un percorso culinario a tutto tondo, che prende il via dalla città di Venezia, per poi approdare alle zone di Padova e dei Colli Euganei, lo chef condurrà gli spettatori alla scoperta di luoghi speciali legati a prodotti eccellenti di altissima qualità. Da ogni viaggio nascerà una ricetta, elaborata dalla creatività e dall’abilità dello chef, abbinando i prodotti Valbona a specialità venete.

“L’idea di creare una web serie – racconta Federico Masella, direttore marketing – nasce dalla volontà di valorizzare e di porre l’attenzione sui prodotti IGP attraverso strumenti e canali nuovi come il web e i social media. La nostra azienda, legata al suo territorio, da sempre ne valorizza la tradizione e le eccellenze, traendo forte ispirazione dalla sua ricca cultura gastronomica”.

Valbona sta mettendo in campo un’innovativa campagna di comunicazione non convenzionale che vede nei contenuti visual la chiave di volta per un’importante rinnovamento dell’immagine aziendale. È con Spotify, la più grande piattaforma per ascoltare musica in streaming, che l’azienda punta a colpire il pubblico più giovane e smart: mini-video dedicati al momento dell’aperitivo e direttamente collegati ad una playlist musicale. Valbona, con la sua anima innovativa, è una delle prime realtà a proporre “eatainment at home” multisensoriale, capace di creare un’esperienza di comunicazione a 360°.

All’eco-sostenibilità e alla trasparenza è invece dedicato il progetto in motion graphics, che in pochi secondi racconta come nascono i prodotti dell’azienda: dalla selezione accurata delle materie prime, strettamente connessa alla stagionalità, alla grande attenzione che Valbona riserva per l’ambiente e per le filiere controllate.

 

https://www.facebook.com/

https://twitter.com/ValbonaSrl

https://www.instagram.com/valbonasrl/

 

 

Ufficio Stampa:

Serena Comunicazione S.r.l www.serenacomunicazione.com

Tel. 0422 231169 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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Lettere da Milano. Piccolo è bello, e buono?

Anche questo mese su qbquantobasta le lettere da Milano di Emanuele Bonati. Sulla nuova tendenza del locale piccolo, anzi monolocale. "Noi siamo piccoli – e non cresceremo. Piccolo è bello – e buono? “De tant piscinin che l’era / el ballava volentera / el ballava in su on quattrin / de tant che l’era piscinin / de tant che l’era piscinin…” – queste parole di una vecchia canzone milanese, che ricordo cantata da Milly (angolo della nostalgia pre-senile: non so quanti tra i lettori di qbquantobasta, specie non milanesi, si ricordano della Milly, cantante, attrice, definita da Marcello Marchesi “la voce del magone”…), mi son tornate in mente spesso, di fronte ad alcune delle più recenti nuove aperture milanesi.  La tendenza – fra l’ultimo scorcio del 2015 e questi primi mesi del 2016 – è il locale piccolo, il monolocale direi, una stanzetta nel migliore dei casi equamente divisa fra sala e cucina, nei casi più estremi con due soli posti, o addirittura senza: tutti a mangiare all’impiedi sul marciapiede. E il miniristorante è spesso pressoché monoportata: panini, ramen, hamburger, lasagne, ravioli…


Per esempio, in via Savona, dietro la stazione di Porta Genova, hanno aperto uno dopo l’altro tre piccoli minimonolocali (stessa proprietà, una società dal nome rivelatore: Seguilabocca dedicati rispettivamente all’hamburger (HamBistro), ai panini (amuse-bouche, piccoli panini del peso di 30g con farciture gourmet a partire da 3€) e all’oikonomiyaki giapponese (Maido – che peraltro ha in carta anche onighiri, udon, e insomma un po’ tutto lo street food nipponico). Sono tutti e tre caratterizzati appunto dall’avere in menù un solo piatto o poco più, anche se naturalmente declinato in varianti più o meno numerose: dalla decina di hamburger di HamBistro alla quarantina di paninetti di Amuse Bouche. E dall’ambiente grazioso ma spartano, con tavoli in legno, alti sgabelli-trespoli, poco spazio in generale per una dozzina di posti più o meno. E locali simili aprono un po’ dappertutto, appena si libera uno spazio: alle Colonne di San Lorenzo c’è Tutti Fritti, specializzato ovviamente in fritture di tutti i tipi, dalle patatine ai gamberi al pesce al pollo alle verdure – con quattro diverse panature, e una cinquantina di salse d’accompagnamento. Il locale è lungo e stretto, qualche tavolino, una mensola lungo la parete, si frigge a vista.
Dal mini-locale al locale che proprio non c’è: La Ravioleria di via Paolo Sarpi è solo una cucina, affacciata sulla strada (siamo nel cuore della Chinatown milanese), con una vetrina bancone che dà direttamente sul marciapiede, da cui puoi ordinare i ravioli (cinesi, di manzo o di maiale, bolliti o alla piastra) o una specie di crepe, gli unici piatti previsti dal menù, assistere alla loro preparazione, rigorosamente a mano, che si svolge sotto i tuoi occhi, prendere e consumare sul posto, anzi per strada (street food nell’accezione più pura del termine). Pulizia efficienza qualità (gli ingredienti sono tutti controllati, di qualità, provenienti da cascine biologiche o dalla macelleria che si trova subito lì di fianco, Sirtori, una bottega storica aperta negli anni Trenta), le parole d’ordine, a quanto pare, della “nuova” ristorazione cinese, non più auto-ghettizzata nei suoi confini anche linguistici (sbaglierò, ma io nel parlato del giovane proprietario ci sento un lieve accento diciamo più brianzolo che cinese…).
Oppure al locale che c’è, e che ospita al suo interno gli avventori, che però sono soltanto due/quattro per volta, a turni di due ore. Quattro metri quadrati con particolari fra l’horror e l’esoterico, un abile barman/mixologist che si presenta inizialmente mascherato, una carta dei cocktail che cambia ogni mese: siamo al Backdoor43, probabilmente il bar più piccolo del mondo, in zona Navigli. Si può bere anche all’esterno; i bicchieri arrivano attraverso uno sportellino di legno.
Cosa accomuna questi come gli altri locali mono-stanza e mini-clientela? Oltre alle dimensioni, la qualità delle proposte, attente albio, alla salute, e così via, e soprattutto la loro monotematicità. La scommessa è sull’attrattiva di un unico prodotto, con una serie di varianti, all’insegna della qualità, e sul divertimento dell’esplorazione di una sola proposta gastronomica di base appunto in diverse varianti. Insomma, piccolo è bello – e buono.
Seguite Emanuele Bonati su www.blogvs.it e su www.cibvs.com

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Chef executive Roberto Dal Seno al Falisia Resort

Roberto Dal Seno Chef executive Falisia Resort Porto PiccoloRoberto Dal Seno Chef executive Falisia Resort Porto Piccolo

Sono 30 le “giacche bianche” che lo chef executive ligure Roberto Dal Seno coordina e dirige da alcuni mesi al Falisia a Luxury Collection Resort & Spa Portopiccolo collocato nel cuore della baia di Sistiana. Un “cinque stelle lusso” che abbiamo conosciuto da vicino nell’ultimo evento qbista “Nel nome del rosè”, svoltosi in una delle sale del ristorante Cliff, dalle eleganti atmosfere che richiamano le navi da crociera degli anni ‘50 e ‘60. Trenta cuochi da coordinare (più una decina di persone delle altre strutture di ristorazione del resort) – per una filosofia
e qualità univoche nella proposta enogastronomica dell’esclusiva struttura affacciata sul golfo di Trieste – fanno di Dal Seno sia uno chef che sa abbinare gusto ed estetica dei piatti, sia un manager che ha il saldo controllo gestionale della struttura, per un’hospitality 24 ore su 24. Competenze che richiedono attitudine eclettica, alti standard formativi e professionalità a tutta prova, doti che Dal Seno ha maturato in grandi hotel di lusso (arriva a Portopiccolo dal St. Regis Venice San Clemente Palace di Venezia).

Risotto acquerello e spuma di limoneRisotto acquerello e spuma di limone

“I grandi ristoranti si trovano soprattutto nei grandi alberghi, questo è un dato consolidato e riconosciuto soprattutto all’estero più che in Italia”, ci spiega. Leggere il menu è una dimostrazione di eleganza formale che si rispecchia nella seduzione dei piatti. Il menù degustazione è fatto di piccoli assaggi per gli amanti della cucina d’autore, mentre il menù à la carte è una selezione di piatti più strutturati che soddisfano il palato in poche portate. Decisamente una eccezionale esperienza culinaria. Estetica o gusto? chiediamo. “Entrambi sono essenziali, ma l’estetica è un attimo, è il sapore che crea un’àncora morbida nel cervello e si fa ricordare” ci risponde. “E bisogna anche lasciarsi ispirare dalla magia del luogo, aggiunge. Al Maxi (uno degli altri ristoranti del Falisia n.d.a.), affacciato sul golfo, dove il mare entra negli occhi, il pesce è necessariamente protagonista anche a tavola”. Il suo piatto del cuore? “Un piatto vegetariano che ho proposto da guest chef al St. Regis New York, con verdure affumicate, caramellate, cotte sulla brace, alla cenere, alla griglia. Un piatto che ripropongo anche nel menù del Cliff come orto del contadino”.

Grande attenzione è riservata ai dessert (fuoco ghiacciato, “air” cappuccino, acqua le sue forme, terra dolce). L’esperienza di pesce crudo in sei combinazioni, gambero rosso di Sicilia, scampo della laguna, ricciola dell’Adriatico, tonno giallo, cappasanta gigante, salmone selvaggio si è meritata la copertina del nostro numero di aprile! Le foto dei piatti sono dello chef in persona, che disegna anche la cartolina ricordo del piatto “speciale dello chef” donata ai clienti (questo mese “Sella di agnello al giusto rosa in crosta di caffè”). Ve l’avevamo detto che
Roberto Dal Seno è davvero eclettico!

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Chi non si è leccato i baffi a marzo non è un foodie!


Identità Golose, il congresso ideato da Paolo Marchi, che permette ai grandi cuochi nazionali ed internazionali di incontrarsi e, soprattutto, confrontarsi, giunto alla sua dodicesima edizione, aveva come tema la forza della libertà, soprattutto creativa e conviviale, così come ineccepibilmente simboleggiata con l'alveare di api di Cristina Bowerman, stimolo per me sufficiente a dare un'immediata occhiata ai treni per Roma, ancor prima di quelli per Milano.

Identità di Gelato, Formaggio, Pane, Pizza, Pasta, ma anche di Champagne, Caffè, Identità Naturali e Identità di Mare. Il programma degli incontri è fitto. Imparo molto grazie alla lezione di Enrico Crippa,  cucina di recupero, legata al territorio. Racconta i colori, proprietà benefiche ed estetiche, l'importanza della serra e di un utilizzo ambizioso degli scarti. Alla fine della presentazione mi sembra quasi di averlo seguito, in bici, lungo i 7000 km annui che è solito percorrere; ho fame.

Dissentiranno le boccucce e i pazienti in coda per sedersi all'isola Felicetti-Scabin, ma il brontolio del mio stomaco, sovente in tono di protesta, non è stato del tutto placato con gli scaltri 'hop-hop-gadget mano' tra gli stand delle aziende espositrici; Antica Corte Pallavicina e il suo Strolghino di Culatello il mio primo target. In magnanime soccorso gli squisiti pagnottini farciti con pomodori e peperoni confit, made in Petra Molino Quaglia con la collaborazione dell’encomiabile Corrado Assenza (Caffè Sicilia, Noto).

Le parafrasi sulla libertà si susseguono, quella di Josean Alija e di Matias Perdomo è la libertà di innovare e di ribaltare i ruoli, fra sala e cucina, fra ospite e ospiti, ingaggiando il commensale per ricercare e progettare il menù che più lo rispecchia. Scatto qualche foto in più, ben zoomata, durante l'intervento di uno dei padri del congresso, Cracco, d'altronde qualcuno sul divano a casa ci è rimasto! Delle spicciole polemiche non dice molto, 'è una storia triste', e rivisita un suo raviolo: ripieno di mela cotogna, castagne e carne di cervo Zivieri, gnam, sento un certo languorino!

Spassoso l'intervento dei fratelli Damini presso lo spazio Petra Molino Quaglia, goloso il menù proposto: cannolo con carne cruda di diaframma e pane arabo con 'pastrano' (pastrami strano, una loro interpretazione), misticanza e salsa tahini. pastrano, il pastrami strano dei fratelli Daminipastrano, il pastrami strano dei fratelli Damini

Temo siano gli effetti dell'abbiocco, sento la sua voce, ma non lo vedo sul palco. “Bisogna smettere di parlare al singolare, bisogna parlare al plurale, conta la squadra!”, sono le parole di Massimo Bottura, che lascia spazio ai suoi sous chef per buona parte dell'intervento e ci racconta con soddisfazione dell'iniziativa Food for Soul e della prossima ambizione: la trasposizione del Refettorio Ambrosiano nelle favelas di Rio. A parlarci della libertà della ricerca un altro tre stelle, Niko Romito. Cucina di territorio, contaminata dall'avanguardia, elegante ed essenziale. Elogia il pane, che diventa portata. La tecnica è impeccabile, la materia prima e gli ingredienti solitari, come la sua terra, Rivisondoli in Abruzzo.



La rassegna che ha dato voce ai più grandi esponenti della cucina italiana si è conclusa in bellezza: una bellezza esotica, quella della cucina peruviana, composto saporito di storie e culture.

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E' di scena la cucina ligure al Ristorante Montecarlo

Bianchetti al limone, baccalà in zimino (cioè con le bietole), torta pasqualina, minestrone genovese al pesto, pansòti al sugo di noci, trofie al pesto con patate e fagiolini (alla savonese), cima genovese (sacca di carne ripiena di saporite sorprese), latte dolce fritto, bignè con panna e granella di zucchero. Se per voi la cucina ligure era solo focaccia di Recco, olive taggiasche e magari il pesto acquistato in vasetto al super, già leggendo il menu delle righe precedenti potrete ricredervi. Ed entrare a far parte del gruppo sempre più numeroso che partecipa agli eventi organizzati da Emilio Cuk in collaborazione con qbquantobasta al ristorante Montecarlo. Il piacere della tradizione a tavola. Un appuntamento imperdibile che ogni mese suggerisce ricette da scoprire o riscoprire. Assaggiando e imparando a conoscere le preparazioni dall’interno.
Il menu vini compresi ha un costo di 25,00 euro.

Martedì 15 e mercoledì 16 marzo, alle 20. Massimo 50 posti a serata. Prenotazioni: Tel. 040 662545  Ristorante Montecarlo - Via San Marco 10, Trieste.
e mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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Fiorentina e vini toscani con Piero Zanini

Piero Zanini al lavoro per i preparativi della cena del 18 marzoPiero Zanini al lavoro per i preparativi della cena del 18 marzo

Venerdì 18 marzo 2016 torna l'atteso e consueto appuntamento del ristorante La Taverna di Colloredo con la Fiorentina abbinata a grandi vini toscani.  La bistecca di Chianina sarà enfatizzata dal Cetinaia 1990 del Castello di San Polo in Rosso,  il Morellino di Scansano 2013 delle Cantine dei Produttori del Morellino si sposerà agli altri piatti del menu.

MENU

flan di pecorino di Pienza

ribollita all’olio toscano

Fiorentina alla brace con patate al rosmarino (Kg 1,2 per 2 persone)

frutta in sorbetto

dolci  alle mandorle e cantucci

 

costo € 75 A PERSONA. Prenotazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

P.S. Prosegue con crescente successo l’iniziativa di Piero e Matilde Zanini di proporre, ogni settimana, in degustazione, una serie diversa di vini di alto pregio, che vengono abbinati a piatti adatti all'occasione. Una sfida seducente e intrigante dell'alta cucina stellata de La Taverna.



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Vincitrici del 1° concorso Le donne nell'arte del flambè


Con il dinner di gala e la spettacolare “Parata della lampade” che ha visto impegnate 16 donne maître di tutt’Italia (hanno preparato speciali crepes flambate con grappa Nonino), è terminata la prima edizione de “Le Donne nell’Arte del Flambé” organizzata dall’AMIRA, l’associazione nazionale dei maître che ha voluto rendere onore e merito alle donne, proprio in concomitanza con la Giornata Internazionale a loro dedicata, sotto l’aspetto dell’alta professionalità.

Una sfida di cucina alla fiamma, svoltasi al Grand Hotel Astoria, con la partecipazione di maître professioniste, aspiranti maître e studentesse di istituti alberghieri.

Alla finale di Grado sono giunte 10 squadre e a trionfare dopo un tourbillon di sapori, gusti, profumi e tanta professionalità, anche da parte delle più giovani, con l’utilizzo di tanti prodotti delle rispettive terre. Vincitrice è stata la squadra della Sicilia Orientale con due studentesse che hanno dimostrato di avere sicuramente dinanzi a loro un grande futuro. Dietro a loro sul podio la squadra della Sezione Trieste-Gorizia e quella del Trentino Alto Adige.

Ma in generale è stata la vittoria della donna poiché tutte indistintamente hanno palesato la loro preparazione, pur se c’è stata qualche evidente timidezza da parte di alcune delle più giovani.  La giuria era tutta composta da donne, tranne il presidente, ruolo che, in carenza di donne grande maestro, così come previsto dal regolamento, è stato ricoperto dal Cancelliere dei Grandi Maestri, Valerio Beltrami.

Nel corso della serata, forse pensando anche al futuro e alla seconda edizione della manifestazione (potrebbe essere stabilito che sia Grado la sede fissa dell’evento), l’AMIRA ha proceduto, con visibile commozione da parte delle elette, a nominate due donne maître a Grande Maestra della  ristorazione, Pierrette Rassatti e Marcellina Scaramuzza.

Un ruolo, quello dei maître che logicamente non si limita alla preparazione flambé dinnanzi ai commensali ma che, soprattutto, rappresenta la vera accoglienza al turista. Anche per questo motivo nel corso delle due giornate di gara si è fatto molto riferimento proprio all’accoglienza e pure al Bon ton, non tralasciando però l’illustrazione, la promozione e l’utilizzo di specifici prodotti dei singoli territori.

La squadra vincitrice: Sicilia orientaleLa squadra vincitrice: Sicilia orientale

RISULTATI

Prima Class. Sicilia Orientale con le studentesse Adriana Scurra e Desirée Florio con gli “Spaghetti cca masculina da magghia e finucchieddu rizzu”, una rivisitazione della famosa pasta con le sarde,  abbinati a un Afrodite Etna bianco doc.

Seconda class. Sezione Trieste-Udine - tre donne triestine: la maître Jessica  Carazzato e la sommelier Francesca Rosiello (operano entrambe a Grado) e la studentessa allo Ial di Monfalcone Laura Brunettin, con "Le tagliatelle con masurin (germano reale) e capesante al profumo di Il merlot di Nonino abbinato al pinot nero Masut da rive
Seconda classificata la squadra Trieste-GoriziaSeconda classificata la squadra Trieste-Gorizia
Terza class. Trentino Alto Adige (Alice Ruggiero e Lidia Chini con sommelier Elisabetta Funes) che ha proposto “Le mezzelune di pasta fresca con ripieno di formaggella di malga e miele di tarassaco, in salsa di speck e porcini” abbinati al Maso Martis Rosè Trentodoc brut rosé millesimato.

Quarta classificata: Ticino

Quinta classifficata: Milano

Le altre tutte ex aequo: Verbania, Sicilia occidentale, Sardegna, Calabria e la sezione di Udine con le studentesse dello Stringher Erica Toller e Giada Bergamasco

 

Premi speciali:

Trofeo Maria Luisa Speri a Silvia Dilario della Sezione di Verbania per l’eleganza e la professionalità

Premio del pubblico: prima giornata Sezione Ticino

Premio del pubblico: seconda giornata Sardegna

Premio della stampa: Milano

Premio Nonino: Sardegna

 

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A Gusto in scena oltre 4000 presenze

Rapa di Chioggia cotta nella cenere di Davide BisettoRapa di Chioggia cotta nella cenere di Davide Bisetto

Sono stati 4000 i visitatori che domenica 28 e lunedì 29 febbraio 2016 hanno partecipato all’evento ideato e curato da Lucia e Marcello Coronini, nella Scuola Grande di San Giovanni Evangelista a Venezia. Quattro eventi in contemporanea: I Magnifici Vini e Seduzioni di Gola eccellenze gastronomiche,  il Congresso di Alta Cucina e Fuori di Gusto, il fuori salone di Gusto in Scena.

Chef stellati e maestri pasticceri sono stati invitati da Coronini a proporre La Cucina del Senza-senza grassi o senza sale o dessert senza zuccheri aggiunti– vista attraverso le cotture a bassa temperatura. Bruno Vespa ha ricevuto il premio “Leone di Venezia” come produttore di vino.

 "La Cucina del Senza® vista attraverso le cotture a bassa temperatura"

In 17 Masterclass si è parlato del concetto di bassa temperatura in relazione a La Cucina del Senza® che richiede prodotti che esprimono al massimo le proprie caratteristiche che sono accentuate da questa tipologia di cottura, che non modificando i sapori o le consistenze dei cibi.
I maestri pasticceri si sono cimentati nei studi di dessert senza… zucchero aggiunto; i pizzaioli, a coppie,con  una pizza senza sale una senza grassi aggiunti.
Alla fine della preparazione e al momento della degustazione sono stati invitati anche i produttori presenti alla manifestazione a presentare e proporre il vino giusto per accompagnare il magnifico piatto. Nel salone grande si presentavano infatti I Magnifici Vini. Per l’occasione erano selezionati più di 200 vini, divisi in 4 categorie - mare, montagna, pianura e collina - una suddivisione tutelata da un brevetto depositato presso l’Unione Europea.
Il Salone dei Magnifici ViniIl Salone dei Magnifici Vini

Sono stati presentati studi di piatti molto diversi e particolari dai diversi relatori: chi in modo tradizionale riscoprendo tecniche antiche, chi spingendo sulla tecnologia, chi utilizzando il sottovuoto e la vaso cottura.  Sono state proposte cotture nella cenere o in pentole particolari di pietra ollare modernizzando tecniche del passato in cui la pentola di coccio veniva messa nel punto giusto vicino al focolare. Ha dichiarato Massimo Spigaroli <<ringrazio Marcello Coronini che invitandomi mi costringe a pensare e a studiare la risposta ai temi che propone, e mi stimola a continuare ad approfondirli poi per l’anno a seguire>>. Dichiara Marcello Coronini << “La Cucina del Senza® sta avendo grandi sviluppi e suscitando molto interesse, non a caso Feltrinelli Gribaudo uscirà a maggio con un libro di 160 pagine dal titolo “La Cucina del Senza”.

La Venezia del Mangiar Bene è stata coinvolta nel Fuori di Gusto e i visitatori hanno avuto la possibilità di scegliere tra 17 ristoranti, dal bacaro al ristorante stellato per le loro serate provando assaggi de La Cucina del Senza®

I RELATORI DI GUSTO IN SCENA:

DAVIDE BISETTO - Oro Resturant, Hotel Cipriani – Venezia, IGLES CORELLI – Atman, Villa Rospigliosi – Spicchio Lamporecchio (PT), CHRISTIAN E MANUEL COSTARDI – Hotel Cinziada Cristian e Manuel-

HERBERT HINTNER- Zur Rose – Appiano sulla strada del vino (BZ), PHILIPPE LEVILLE’ - Miramonti L’Altro – Concesio, LUCA MARCHINI – L’erba del Re - Modena, MARA MARTIN – Da Fiore – Venezia, MAURIZIO SERVA – La Trota – Rivodutri (RI), MASSIMO SPIGAROLI  - Antica Corte Pallavicina - Polesine Parmense , PAOLO TEVERINI – Paolo Teverini - Bagno di Romagna, LUCA VERITTI – Met, Hotel Metropole – Venezia, ILARIO VINCIGUERRA – Ilario Vinciguerra Resturant - Gallarate

LUIGI BIASETTO - Boutique e L’Atelier - Padova “Gran pasticcere”, LEONARDO DI CARLO – Pasty Concept- Conegliano “Gran pasticcere”, DANIS DIANIN - DeG Pastisserie – Selvazzano dentro, Padova

 

 

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