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Chef e Ristoranti. Piatti e Sala.

Pasta al pesto per aiutare Genova

E' un post rivolto soprattutto a cuochi o chef che dir si voglia. La Regione Liguria per rilanciare Genova e sostenere chi ha subito danni per il crollo del ponte Morandi ha lanciato una interessante iniziativa: dal 19 al 25 novembre, per ogni piatto di #pastapestoday nei locali che hanno aderito all'iniziativa in #liguria e in tutto il mondo, una parte dell'incasso sarà devoluto a chi è stato colpito dalla tragedia di #pontemorandi! ? su ogni piatto di pasta al pesto, due euro vengono donati a Genova, uno lo dona il ristoratore, uno lo dona il cliente. I nomi dei ristoranti aderenti saranno pubblicati sul sito www.pastapestoday.it
Trovi tutte le informazioni QUI 

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Cucina borbonica a Napoli all'Archivio Storico

Cucina Borbonica all’Archivio Storico di Napoli. Lo chef stellato Pasquale Palamaro firma il nuovo menù del ristorante. “O’ Scarpariello” (il ciabattino) e il “Monsù” (il cuoco di corte) al tempo dei Borboni preparavano i pasti utilizzando ingredienti comuni in ambienti diversi, il primo per strada, il secondo nelle spaziose cucine patrizie. Coesisteva con gli istessi ingredienti una cucina popolare e una cucina raffinata, con i Borbone che favorirono una fusione fra la cucina francese e quella napoletana. Ed è dedicato alla cucina napoletana borbonica il ristorante dell’”Archivio Storico". 

Le sale principali sono dedicate ai Re Borbone delle Due Sicilie Carlo, Ferdinando I, Francesco I, Ferdinando II e Francesco II (con le rispettive Regine) e all’ultimo pretendente al trono, l’erede legittimo, il Principe Carlo di Borbone, Duca di Castro e Gran Maestro di tutti gli Ordini Dinastici. Da più di un anno il locale – tra i più frequentati di Napoli, essendo tra l’altro collocato al Vomero, uno dei quartieri più in della città, divulga un patrimonio culinario che Luca Iannuzzi, ideatore del progetto, ha riscoperto indagando nei testi dell’epoca e riproposto con l’ausilio di professionisti come in questo caso Pasquale Palamaro.

Luca Iannuzzi ph Paola TufoLuca Iannuzzi ph Paola Tufo

Il menù

4 antipasti, 5 primi piatti, 6 secondi, due zuppe, 4 dolci, due menù degustazione: tutte pietanze ispirate alla cucina napoletana di corte, riscoperte nei testi che parlano della storia dei Borbone e sapientemente reinterpretate dallo chef. A esempio la “Parmigiana”, piatto le cui origini sono contese da Napoli, Parma e Sicilia: l’etimologia del nome deriverebbe dal siciliano “parmiciana” (le parmiciane sono le aste di legno che sovrapposte formano le persiane); tuttavia la ricetta di questo piatto è contenuta nel “Cuoco Galante” di Vincenzo Corrado (1733), che utilizzava le zucchine come ingrediente principale. Ricetta poi ripresa da Ippolito Cavalcanti che utilizzava invece le melanzane per assemblare la pietanza. Perciò nel menù dell’Archivio questo piatto diventa “Parmigiana di melanzane vista nell’Orto di Ippolito Cavalcanti”.

Altro esempio, le zuppe: in particolare durante il regno di Ferdinando I si diffusero le zuppe di mare essendo il re goloso di pesce, che pescava egli stesso nelle acque sotto Posillipo; tuttavia questo piatto era spesso anche sulle tavole dei più poveri, veniva preparato con il pesce rimasto invenduto dai pescatori. Inoltre alla corte borbonica era in uso uno gnocco realizzato con mandorle tritate, latte e mollica di pane. Le patate negli gnocchi arrivarono più tardi ,a diventarono uno dei capisaldi della cucina del luogo. Dunque, la zuppa di “mare” e gli gnocchi di patate formano un connubio perfetto nel piatto ideato dallo chef Palamaro, ovvero la “Zuppa di scampi con gnocchi di patate ripieni di mozzarella”.

Ancora, un altro esempio di ingrediente comune alla cucina di corte e a quella popolare: il pollo. Il “Pollo alla Marengo” (che nel menù dell’Archivio diventa “Pollo ruspante e gamberi rossi laccati su mais piccante ed erbe amare“) era un ricco e prelibato secondo piatto, le cui origini risalgono al 1800 quando Napoleone Bonaparte sconfisse l’esercito austriaco a Marengo e chiese a Dunand, il suo cuoco, di creargli un piatto che fosse buono e nutriente. Non avendo materie prime a disposizione, il cuoco improvvisò una pietanza con ciò che riuscì a reperire nelle vicine campagne: un pollo, dei gamberi di fiume, qualche pomodoro, delle uova, del pane raffermo e aggiunse del cognac. Napoleone, soddisfattissimo, richiese questo piatto a Dunand dopo ogni battaglia e divenne per il condottiero un portafortuna.

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La nuova drink list:

Inverno. Un ambiente elegante, un’atmosfera calda, e un cocktail “rassicurante” (che emana i profumi e sprigiona i sapori della nostra terra) sono gli ingredienti giusti per accendere le serate napoletane. Con la nuova drink list dell’Archivio Storico, ideata da Salvatore D’Anna, bar manager della struttura.  

Cocktail pensati per raccontare a chi li degusta (in orario aperitivo domenicale, cena settimanale e post-cena) la storia, la cultura, le tradizioni della Napoli Borbonica e di quella moderna. Tra questi il “Babà Punch” con Rum Jamaicano, Rum Speziato, Oleo Saccharum, Pisto mix, succo di limone, the, cannella, arancia. Il punch è una presenza fissa della drink list dell’Archivio Storico. Questa versione partenopea della nota bevanda alcolica è nata da un’osservazione di Salvatore D’Anna che, curiosando nelle cucine del locale ha notato delle similitudini tra la preparazione della bagna per il babà dell’Archivio Storico (il “Lazzarone”) e le tecniche di preparazione del punch. “Ho da sempre avuto una grande ammirazione per la pasticceria e per i maestri pasticcieri napoletani – spiega il bar manager -, ho colto così l’occasione al volo e ho cercato di replicare il piacere che si prova nel gustare un babà al rum in questo punch. Qualche piccolo aggiustamento qua e là (a esempio far riposare zucchero e scorzette di agrumi insieme), la scelta del mix di rum (quello jamaicano si deve sentire) e della tipologia giusta di the, l’utilizzo delle spezie usate per insaporire i dolci della pasticceria napoletana come il pisto, e il Babà punch è pronto!”.

Altre new entry della drink list del locale - ispirate dai sapori, dalla cultura e dalla storia di Napoli: 

- Il “Crisommola Negroni” con Jin Aperol, Vermouth dry, liquore all’albicocca, Orange bitters;

- L’”Espresso fizz” con Rum chiaro, liquore al caffè, zucchero, succo di limone, soda al caffè espresso;

- Il “San Gennaro” con Scotch Whisky, Islay single malt whisky, Porto Rosso, Cherry brandy, succo d’arancia;

- Il “Piennolo” con Vodka e Bloody Mary mix mediterraneo.

 Limone di re FerdinandoLimone di re Ferdinando

Pasquale Palamaro. Lo chef Pasquale Palamaro, nato a Ischia nel 1978, era destinato alla qualifica di “stellato” sin agli esordi della sua carriera: vanta, infatti, importanti collaborazioni con nomi illustri del panorama culinario, italiano ed internazionale, come gli chef stellati Aimo e Nadia, Ugo Alciati, Alfonso Iaccarino, Antonino Cannavacciuolo, Anthony Genovese. Uno scambio continuo che ha portato il giovane chef a consolidare la sua cucina come specchio gustativo del territorio in cui vive, ovvero il meridione d’Italia. Il 2013 rappresenta, per la sua carriera una pietra miliare: l’ambita stella Michelin iene assegnata grazie al suo encomiabile lavoro di executive chef all’”Indaco”, il ristorante dell’Albergo della Regina Isabella.

Le foto sono di Paola Tufo. 

 

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A VILLA SELVATICO PREMIO GIANNITESSARI-VENEZIE A TAVOLA

Una notizia che ci piace condividere perchè indica che qbquantobasta è sempre "sul pezzo". Al ristorante Villa Selvatico di Roncade, guidato dal giovane cuoco toscano Alessandro Rossi, è stato assegnato il premio della guida Venezie a Tavola dell’azienda agricola Giannitessari di Roncà. Di questo ristorante avevamo già scritto nel nostro mensile, numero di giugno 2018.   Alessandro Rossi ha ricevuto il riconoscimento direttamente dalle mani di Valeria Tessari, figlia di Gianni, titolare dell’omonima azienda agricola. La premiazione è avvenuta in occasione della presentazione della nona edizione della guida Venezie a Tavola, pubblicazione a cura Venezie Post che ogni anno rivela gli indirizzi delle eccellenze enogastronomiche e dei ristoranti gourmet di tutto il Triveneto e non solo. Dall’Alto Adige alla regione istriana, passando per la laguna veneta, sono oltre 150 i ristoranti segnalati e più di 50 i vini e i prodotti artigianali presenti nella guida.

Alessandro Rossi, Marco Colognese, Valeria TessariAlessandro Rossi, Marco Colognese, Valeria Tessari

“Si tratta di giovani talenti ricchi di promesse che hanno struttura, sguardo all'orizzonte e profondità di ricerca" ha spiegato il curatore Luigi Costa. Lo stile moderno e tecnicamente avanzato dello chef Alessandro Rosso, la sua cucina dai sapori concreti che combina i profumi della tradizione toscana con intriganti ed inediti accostamenti, ha saputo conquistare i palati più raffinati. Rossi e la sua cucina hanno saputo ridare vita all’elegante edificio del primo Novecento in cui ha sede Villa Selvatico, nel cuore della campagna trevigiana, dove la pianura incontra il mare arricchendola di nuovi sapori.
“Sono onorata di premiare questo giovane talento, che sa giocare con i contrasti e che riesce a stupire senza mai cadere nel tranello dell’esagerazione e degli inutili orpelli. Quella di Alessandro Rossi è una cucina che si ispira ai profumi della sua terra, la Toscana, ma che allo stesso tempo innova profondamente e radicalmente la tradizione”.
Una strada che Gianni Tessari persegue attraverso vini in grado di coniugare piacevolezza e carattere. Tre i territori e le denominazioni nelle quali l'azienda opera: Lessini Durello di cui rappresenta uno dei principali produttori della versione Metodo Classico, Soave per i vini bianchi e Colli Berici per i vini da vitigni a bacca rossa. Circa 55 gli ettari di vigneto distribuiti nelle tre DOC tra le province di Verona e Vicenza, una moderna cantina con circa 7.000 metri e 350.000 bottiglie prodotte, per un totale di quindici etichette.

 

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Anguilla di fiume e lenguàl connubio vincente

Continuano gli appuntamenti golosi per decretare il piatto vincente del Bisàt d'argento (bisàt per chi non lo sapesse è l'anguilla). Particolarmente apprezzato al ristorante San Marco di Pramaggiore (VE) l'abbinamento dell'anguilla di fiume Livenza con il lenguàl friulano un salume ottenuto dalle parti ritenute meno nonili del suino.Titolo completo della ricetta: Anguilla sbollentata su olio d'oliva, avvolta in foglie di verza e salsa verde con verdure saltate e fantasia di patate. Il bisàt ci è stato servito freddo abbinato a una fantasia di verdure calde. Lo chef ci ha spiegato che l'anguilla prima di essere cotta era stata messa a marinare per una notte con erbe e aromi e che era stata servita fredda proprio per non alterare i profumi e i sapori acquisiti con la marinatura. All'assaggio si presentava morbida e speziata con sentori che ricordavano vagamente il nostro saòr e anche il carpione piemontese.
Ho particolarmente apprezzato l'involtino di verza e patate, delicato ma al tempo stesso saporito, croccante fuori e morbido all'interno .

Articolo completo QUI 

 

Nell'immagine da sx: Massimo Marchini, Felice Gazzelli, il titolare del ristorante pizzeria San Marco, Luca Ortoncelli, il sindaco di Pramaggiore Fausto Pivetta, il sindaco di Torre di Mosto Giannino Geretto e Fabrizio Tonon.

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Da Elliot funghi e tartufi fra Friuli e Slovenia

Terzo appuntamento per #AutunnoGoloso al ristorante Elliot a Manzano. Nella serata di venerdì 26 ottobre dalle 20, dall'invitante titolo "FUNGHI E TARTUFI TRA FRIULI E SLOVENIA", lo chef Andrea Fantini incontra in una cena a 4 mani la chef Ksenija Krajšek Mahorčič del ristorante Gostilna Mahorčič - Rvndictes di Kosina (Slo). Questa talentuosa chef di cui qbquantobasta ha già scritto si è conquistata con le sue capacità il meritato spazio nel panorama della ristorazione italo-slovena.  I Jeunes Restaurateurs d'Europe l'hanno accolta nel ristretto numero degli associati della Slovenia e il suo talento ha certamente varcato i confini nazionali. Sarà un piacere vederla all'opera con il bravissimo executive chef di Elliot Andra Fantini e dalla sua brigata di cucina! I vini proposti a confronto nella seratasaranno dell'Alto Adige – Südtirol. Aziende: Hofstatter, St. Michael-Eppan, Franz Haas.

Il costo della serata è di €120 a persona, selezione di vini inclusa.  I posti sono limitati, per info & prenotazioni 0432 751383 oppure Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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Serata carsica alla Lokanda Devetak

Sta per arrivare l'atteso appuntamento con i Sapori del Carso Okusi Krasa e gli operatori del CARSO GORIZIANO sono già in prima fila insieme per promuovere il territorio. In una speciale e consolidata serata carsica il 19 ottobre 2018 alla Lokanda Devetak a San Michele del Carso, Savogna d'Isonzo. Prendete nota che nel numero di ottobre di qb c'è un inserto dedicato di ben 16 pagine e lo trovate anche gratuitamente da sfogliare sul sito del nostro quotidiano.                                         

Cocktail carsolini di benvenuto e:
- Azienda Agricola - Kmetija "Devetak Sara" di San Michele del Carso – pancetta e lardo alla Berkel;  confetture (con formaggi abbinati), mieli e succhi; Sara Devetak
- Bar Castello di Rubbia di Rubbia, Savogna d’Isonzo – stuzzicheria fritta;
- Ristorante Centro visite Gradina Riserva Naturale dei Laghi di Doberdò e Pietrarossa– timballo di grotta su crema di fichi;
- Trattoria Al Poeta di San Martino del Carso – jota carsolina e casoncei ricotta ed erbette rosse;
- Trattoria da Andrea - Gostilna pri Andreju di Doberdò del Lago – gnocchi di susine;
- Birreria-Paninoteca Alla Stazione di Poggio III Armata – Stinco e patate in tecia
- Trattoria Da Branco di Marcottini, Doberdò del Lago – Strudel di mele cotogne e Poljanske pašte

Gabriella Cottali preparerà fra l’altro le lumache dell’ az. agr. Raida di Gorizia del giovane Erik Raida, che ci racconterà un po’ della sua attività

Viticoltori:
- Castelvecchio Azienda Agricola di Sagrado (GO)
- Az. Vitivinicola “Castello di Rubbia – Grad Rubije” di San Michele del Carso (GO) Nataša Černic Furlan
- Az. agr. “Kovač” – Doberdò del Lago (GO)

Il pane sarà sfornato dal Panificio e Pasticceria “IL FORNAIO” di CLAUDIO COZZUTTI di Gorizia e da sua moglie Elena Devetak natia del nostro paese.

Allieterà la serata il folkloristico suono della fisarmonica e del bombardino. Manuel Visintin Rok Košuta

SOLO SU PRENOTAZIONE! € 47,00 a persona. Yutto a BUFFET, ma con il posto assicurato su tavoli conviviali. Info e prenotazioni: 0481 882488 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

P.S. Se hai un tuo abito tradizionale, un Dirndl o ... perchè no! :-)
W le tradizioni!

P.S.S. Contattaci, ti organizziamo il trasporto in TAXI.
Prov. GO max 16,00 €/persona - Prov. TS/UD max 28,00€/persona (Andata e Ritorno!)

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Conoscete l'isola delle rose a Venezia?

 

Dopolavoro all'Isola delle RoseDopolavoro all'Isola delle Rose

Il Ristorante Dopolavoro Dining Room del JW Marriott Venice Resort & Spa, un hotel a 5 stelle completamente ristrutturato dall’architetto Matteo Thun nel 2015, è circondato da ampi e lussureggianti giardini e vanta perfino  un'isola privata, l'Isola delle Rose (Sacca Sessola), la più giovane delle isole veneziane, creata artificialmente nel 1870. Da Piazzale Roma, sul taxi acqueo trascorro una ventina di minuti a guardare la laguna coperta da un fitto mantello di densa nebbia e poi tutto cambia. Alzo gli occhi e mi perdo davanti a una visione a dir poco mozzafiato: l'Isola delle Rose è infatti un patrimonio naturalistico e architettonico unico a Venezia. Ad aspettarmi c'è Simone Celeghin, che con fare gentile mi ha fatto subito sentire una principessa.

La visita ai giardini. La posizione dell'isola, a metà strada tra la laguna e il mare, le ha regalato un microclima speciale che ha dato vita a un patrimonio vegetale straordinario. Prima dell'aperitivo visita alla SPA con vista laguna, alle villas, alla chiesetta sconsacrata e infine agli ulivi, da cui il Resort estrae il primo e unico olio di oliva della città.

DopolavoroDopolavoro

Al Rose Lounge Bar, il barman mi delizia con un Negroni da capogiro. Prima della cena mi perdo tra le sale dell'hotel, magnifiche. Grande rilievo è stato dato all’artigianato locale e l'arredamento dai colori pastello rende l'ambiente caldo ed elegante. Manca poco all’ora di cena, e la mia curiosità non smette di crescere. Non so nulla del menù perché, ancora una volta..."ci pensiamo noi", aveva detto Simone. Mi piace l’idea di una cucina che si basa su due semplici capisaldi: valorizzazione dei prodotti locali (attingendo direttamente dall’orto situato proprio dietro al ristorante) e riscoperta delle ricette della tradizione veneziana. Connubio perfetto direi.

Alla guida del Dopolavoro dining room è stato chiamato Giancarlo Perbellini, che ha scelto Federico Belluco come chef de cuisine.  La mission di tutto il team: porsi come riferimento nel panorama ristorativo veneziano, per il cliente straniero e per quello italiano.

Dopolavoro lo chefDopolavoro lo chef

Il Dopolavoro Dining Room. Lasciato l’hotel alle nostre spalle, raggiungiamo il Dopolavoro Dining Room con una golf car. Immersa tra vigneti, orti, palme e ulivi, ecco la struttura originale di un edificio nato nel 1936. Prima di sedermi a tavola, mi attende l’aperitivo al bancone, posizionato proprio all’ingresso del locale. Per accompagnare i piccoli assaggi, Simone, che è anche l’head sommelier, mi fa assaggiare “due spumanti rigorosamente italiani”, sottolinea scherzosamente. Ingredienti selezionati e abbinamenti ricercati, seguono il ritmo delle stagione e la creatività dello Chef. Era impossibile non assaggiare tutto, pur conscia dell’imminente cena e della regola di non esagerare all’aperitivo.

Mi fanno accomodare al tavolo e, aspettando di cominciare il percorso pensato per me, osservo la sala. Interni dal design sofisticato e contemporaneo, che rispecchiano la tradizione artigianale veneziana. Raffinatissimo. E poi vedo avvicinarsi il benvenuto dello chef e uno dopo l’altro gli altri piatti, tutti accompagnati da un vino scelto appositamente per l’occasione.

Sono davvero grata di essere stata vostra ospite, mi avete aperto la porta di casa come se mi conosceste da tempo, mi avete deliziata e soprattutto mi avete fatto sentire unica.

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Autunno goloso da Elliot

ph. ©2018 Giuliano Michelini - Lucky Design Associatesph. ©2018 Giuliano Michelini - Lucky Design Associates

Dopo l’aperitivo di fine estate in terrazza, terrazza panoramica naturalmente, affacciata sui Colli orientali del Friuli (con Applause 2010 di Collavini ci hanno servito Mazzancolle e piquillo, carota e balsamico, meringa di polenta e tartufo, lattuga di mare fritta) da Elliot Hotel&Restaurant (Manzano, via Orsaria 50) la cena trailer riservata alla stampa si è rivelata un susseguirsi di straordinarie sorprese culinarie e un’ulteriore conferma della bravura e professionalità crescenti dello chef Andrea Fantini e della sua brigata di cucina.  L’occasione era appunto la presentazione della terza edizione di Autunno goloso, con nove appuntamenti speciali fatti di cene a quattro mani con chef ospiti e serate di declinazione creativa dei prodotti di stagione, in abbinamento con vini di prestigiose aziende locali. E i produttori non sono mancati all’appuntamento: Schiratti di Ronc Soreli con la Ribolla gialla, Ermacora con il Pinot bianco, Adriano Gigante con il Friulano storico 2016, Paolo Rodaro con Refosco Romain 2012 e Pra Zenar Verduzzo friulano 2015. La zucca al 100% in sei declinazioni di colore e consistenze (foto di apertura) ha subito appagato il nostro palato.

Apprezzata la carne cruda di vitello con porcini e pimpinella.

 Da standing ovation i tortelli di farina di carrube ripieni di ricotta di pecora e fichi, serviti in un brodo di prosciutto crudo.

Perfetta sia nella presentazione sia al gusto l’ombrina con finocchi e salsa romesco all’arancia. Fantini ha voluto ancora stupirci con il diaframma di manzo (a molti sconosciuto) polvere di porcini salsa bernese e patate ratte. 

Sempre eccellenti i dolci di Valentina Bertolini: babà e lampone e yuzu pie.

Doppio wow e triplo slurp per piatti che rivelavano la passione e la ricerca con cui erano stati studiati e realizzati.

Un  grazie alla famiglia Beltrame e a Michelangelo Boem, squisiti ospiti.

Ristorante vivamente consigliato da qb. N.B. Alcune delle foto - le più belle of course - sono  ©2018 Giuliano Michelini - Lucky Design Associates

Il programma di ottobre
Si incomincia venerdì 12 ottobre con il pesce: cena a 4 mani con Andrea Fantini e chef ospite Francesco Baldissarutti del Ristorante Perbellini di Isola Rizza (VR). Vini a confronto: Collavini, Costaripa – Mattia Vezzola, Laurent Perrier Champagne.

venerdì 19 ottobre Lo Stoccafisso nella cucina creativa con Andrea Fantini executive chef Elliot Ristorante Serata di selezione del miglior piatto per il “Festival Triveneto del baccalà – ed. 2018”. Organizzato in collaborazione con le confraternite: La dogale del baccalà mantecato di Venezia, la “Venerabile del Baccalà alla vicentina” di Sandrigo (VI) e la “Vulnerabile Stofiss dei Frati” di Rovereto (TN) Vini a confronto: Antico Broilo e Castello di Spessa.

venerdì 26 ottobre Funghi e tartufi tra Friuli e Slovenia: cena a 4 mani con la chef Ksenija Kraišek del ristorante Gostilna Mahorčič di Kozina (Slo). Vini a confronto: Hofstatter, St. Michael-Eppan, Franz Haas
I POSTI SONO LIMITATI, meglio prenotare: tel. 0432 751383 o mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

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A villa Brandolini d'Adda l'appuntamento d'autunno di Friuli VG Via dei Sapori

Villa Brandolini d'Adda a Vistorta- SacileVilla Brandolini d'Adda a Vistorta- Sacile

Conoscete l'ottocentesca Villa Brandolini d'Adda e il suo parco secolare a Vistorta di Sacile? E' in questa splendida e seducente ambientazione che andranno in scena, i cuochi i vignaioli e gli artigiani del gusto che fanno parte di Friuli FVG via dei Sapori, il Consorzio ideato e coordinato da Walter Filiputti. Appuntamento sabato 6 ottobre 2018 per il Concerto del gusto- Lunch show di benvenuto all'autunno.  24 chef, 22 fra vignaioli e distillatori e 15 artigiani del gusto- Cinque gli chef ospiti: tre del Veneto, uno del Pordenonese e uno emiliano. E ancora: tortelli, spiedo, polenta, mozzarella preparati in diretta. Per l’occasione si potrà visitare lo storico parco progettato da Russel Page, con il roseto e la collezione di orchidee. Un percorso del gusto  con gli chef dei ristoranti del gruppo di FVG Via dei Sapori, che cucineranno in diretta davanti al pubblico inediti piatti di alta creatività. Accanto a ogni chef, altrettanti vignaioli proporranno abbinamenti fra cibi e vini. In chiusura, ciascuno chef presenterà la sua personalissima interpretazione del dolce autunnale e si degusteranno prelibati dolci e gelati degli artigiani del gusto. Con loro, cucineranno anche gli chef di 5 ristoranti ospiti, selezionati in collaborazione con la Guida Magnar Ben Best Gourmet.  Rina Poletti, maestra di sfoglia emiliana, collaboratrice di Slow Food e docente alla scuola internazionale di cucina ALMA di Colorno, preparerà in diretta i suoi mitici tortelli e li cucinerà, offrendoli poi in degustazione. Il Ristorante Da Toni di Gradiscutta di Varmo cucinerà sullo spiedo l’anatra muta, il casaro delle Latterie di Cividale farà le mozzarelle, che poi saranno fritte, come pure lis strissulis (ritagli delle forme di formaggio freschissimo), il Molino Zoratto di Codroipo preparerà la polenta con farine bio friulane. Il Lunch Show inizierà alle 12.30. L’entrata sarà consentita fino alle 13.30.  Il costo è di 60 €. In caso di maltempo, l’evento si svolgerà all’interno delle ampie barchesse della villa.

 

FRIULI VENEZIA GIULIA VIA DEI SAPORI

Da 18 anni portabandiera delle eccellenze enogastronomiche di questa regione del Nord Est, straordinario melting pot di genti, culture, cibi, il Consorzio Friuli Venezia Giulia Via dei Sapori è un affiatatissimo gruppo composto da 62 aziende top-quality: una ventina di ristoratori che - dal mare Adriatico alle Alpi - sono portabandiera delle molteplici anime della cucina regionale, pensata e rielaborata da ciascuno secondo il proprio personalissimo percorso di ricerca; 22 tra vignaioli e distillatori, 19 fra artigiani del gusto e realtà ad essi collegate. Insieme rappresentano quanto di meglio offre questa terra in fatto di enogastronomia. Il gruppo è pioniere del format, oggi in gran voga, che vede i grandi chef cucinare in contemporanea davanti al pubblico, per raccontare la propria terra attraverso cibi e vini.

I Ristoranti: Ai Fiori di Trieste, Al Gallo di Pordenone, Al Grop di Tavagnacco, Al Lido di Muggia, Al Paradiso di Paradiso, Al Ponte di Gradisca d’Isonzo, All’Androna di Grado, Campiello di S. Giovanni al Natisone, Carnia di Venzone, Costantini di Tarcento, Da Nando di Mortegliano, Da Toni di Gradiscutta, Ilija Tarvisio, La Primula di S. Quirino, La Subida di Cormòns, La Taverna di Colloredo di M.Albano, La Torre di Spilimbergo, Lokanda Devetak di San Michele del Carso, Mondschein di Sappada, Sale e Pepe di Stregna, Vitello d’Oro di Udine. Al percorso gastronomico di Friuli Venezia Giulia Via dei Sapori si affiancano anche vignaioli e distillerie, eccellenze nel settore agroalimentare e artigiani del gusto: insieme, il gruppo è il portabandiera di quanto di meglio offre a tavola il Friuli Venezia Giulia. I vignaioli e i distillatori eccellenti: Bastianich, Castello di Spessa, Dario Coos, Di Lenardo, Edi Keber, Ermacora, Eugenio Collavini, Forchir, Gradis’ciutta, Jermann, La Viarte, Livio Felluga, Livon, Marco Felluga, Petrussa, Ronco delle Betulle, Sirch, Venica&Venica, Villa Parens, Vistorta, Zidarich, Nonino Distillatori in Friuli dal 1897. Gli artigiani del gusto: l’Aceto di Sirk; le confetture e i salumi dell’azienda agricola Devetak Sara; i salumi d’oca e i prodotti di Jolanda de Colò di Palmanova; il prosciutto al cartoccio di Dentesano; il prosciutto crudo di San Daniele di DOK Dall’Ava; le golosità a base di trota di FriulTrota di San Daniele; i formaggi e i prodotti della Latteria di Cividale; i tartufi di Muzzana Amatori Tartufi; i pani del Forno di Rizzo di Tarcento; i dolci della Pasticceria Simeoni di Udine; la Gelateria Scian di Cordenons; la Gubana Maria Vittoria di Dall’Ava Bakery; le farine e il baccalà del Mulino Zoratto di Codroipo; il caffè di Oro Caffè di Udine. Le realtà ad essi collegate: le affettatrici artigianali Mirco Snaidero di Mels; Lis Lavanderia per tovaglie di qualità; Globus noleggio attrezzature per catering; GP Eventi di Gerry Paredes; Agenzia viaggi turismo enogastronomico Cividin di Trieste.

 

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Premio Bisàt d'Argento a Il Credenziere

Conoscete il bisàt, da noi anche detto bisàto? E' un nome veneto per indicare l'anguilla. In questo caso parlaimo dell'anguilla. Si è tenuto venerdì scorso 14 settembre 2018 al ristorante «Il Credenziere» di Annone Veneto il secondo appuntamento con il premio «Bisàt d’Argento» 2018, ideato dalla "Confraternita del bisàt" in collaborazione con i "Ristoratori della Livenza". Il “Bisàt”, anguilla delle acque risorgive della Livenza, caratterizzate da limitate escursioni termiche e fondali profondi che le conferiscono pelle chiara e brillante e carni magre, ma non asciutte, ha rappresentato per molti anni una delle prime forme di sostentamento dei pescatori di fiume locali, ma negli ultimi anni questa tradizione è messa a forte rischio a causa dell'inquinamento industriale e agricolo. Per saperne di più leggete l'articolo completo QUI  Alla rassegna eno-gastronomica dedicata ai ristoratori del territorio partecipano 11 ristoratori. Giuria condotta da Slow Food Veneto Orientale e dalla Confraternita del Bisàt. Nella foto qui sotto da sx il Sindaco di Annone Veneto Ada Toffolon, lo chef Mario Dalena titolare del ristorante il Credenziere e il Sindaco di Torre di Mosto Gianni Geretto.

Venerdì 16 Novembre 2018 a Villa O'HARA di Torre di Mosto ci sarà la sfida fra i due ristoranti che avranno ottenuto i punteggi più elevati per contendersi il titolo di miglior specialità di Bisat 2018. Grande successo ha naturalmente riscosso la serata ideata dallo Chef Mario Dalena con le varie declinazioni di «bisàt» a condurre una sequela di ricercate pietanze di cucina gourmet, accompagnate da una selezione di vini esclusivamente autoctoni dell’area di Lison-Pramaggiore della cantina «Ornella Bellia», compresa un'anteprima dell'Incrocio Manzoni Passito. 

Bignè di pane farcito con baccalà mantecato e maionese alle more

Code di gambero al vapore con capocollo di Martina Franca, burrata, pesto di pomodorini secco e rucola

Riso carnaroli La Fagiana, bisàt e polvere di caffè

Piatto in concorso: Bisàt sottovuoto con la sua pelle croccante spadellato con olio di nocciole, composta di Figo moro di Caneva, cipolla di Cavasso nuovo e menta.

Le foto sono di Diocleziano Galella. 

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Ai Ciodi prima che l'estate finisca

Ormeggiare la barca e fermarsi a pranzo alla trattoria “Ai Ciodi” è tappa obbligata per i diportisti friulani e veneti, con folta rappresentanza di austriaci. Raggiungibile solo in barca (per coloro che non dispongono di un natante c’è un collegamento giornaliero dal porto di Grado o un efficiente servizio di taxi boat) resta aperta fino al prossimo 7 ottobre 2018. Il locale è stato creato una quarantina di anni fa da Mauro Tognon, che decise di abbandonare il posto fisso alla Fincantieri di Monfalcone per dare vita al suo sogno. Così cominciò l’attività sull’isola di Anfora, all’estremità occidentale della laguna di Grado, a metà del canale che conduce a PortoNogaro. Anfora è collegata all’isola di Portobuso da una breve diga percorribile a piedi. Isola un tempo abitata esclusivamente da pescatori, che fin dai tempi dei Romani veniva utilizzata come punto di appoggio, uno scalo merci dell’epoca, per le imbarcazioni dirette ad Aquileia. Fu teatro di guerra durante il primo conflitto mondiale e per molto tempo vi fu ubicata una caserma della Guardia di Finanza, in quanto avamposto di confine. Fino agli anni ‘Sessanta del secolo scorso era attiva anche una scuola elementare pluriclasse per i figli dei “casoneri”. Ora nell’edificio che un tempo ospitava le aule ci sono sei comode camere dell’albergo diffuso.

Si può così vivere nella magica atmosfera della laguna senza rinunciare alle comodità (aria condizionata, riscaldamento per i giorni più freddi e molto altro) con splendida vista, magari andando a pescare assieme ai titolari della trattoria: per mangiare il pesce che direttamente dal mare passa sulla griglia

Proposte della tradizione lagunare quelle della trattoria, realizzate da Cristiano Tognon, che fino allo scorso anno lavorava assieme al fratello Piero prematuramente scomparso. Assieme avevano vinto il concorso Il Campanile d’oro a La prova del cuoco di Antonella Clerici.

Un must gli spaghetti al gransoporo, che arrivano in porzioni molto abbondanti assieme a una tavoletta di legno e a un martello per rompere il carapace (il guscio del granchio). L’ambiente è semplice, la convivialità viene spontanea, talvolta si deve condividere il tavolo anche con altri ospiti, ma questa è anche la caratteristica piacevole del locale. Nei mesi più centrali dell’estate (apertura tutti i giorni) c’è una lunga lista d’attesa per gustare i piatti della cucina, e, per non far nascere discussioni, chi arriva deve segnare il proprio nome su una lavagna e attendere il proprio turno. Ma ne vale veramente la pena. Un buon bicchiere di Santonego (liquore all’assenzio marino) aiuta a digerire il tutto... compreso il conto.

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