Taste of Roma: cronaca di una golosa al festival del gusto

Taste of Roma: cronaca di una golosa al  festival del gusto.

Si è chiusa la kermesse del  gusto:Taste of Roma. 4 giorni all’insegna dell’esaltazione e appagamento  dei  tre sensi. L’alta cucina si è trasferita nei  giardini pensili  dell’Auditorium Parco  della musica, con il compito di trasportare il  pubblico  curioso e goloso verso  la cucina elaborata di 12 tra i  migliori  ristoranti  romani. I 12 chef  non solo  hanno  presentato  i  loro piatti più famosi, ma hanno  avuto  a disposizione il palcoscenico, dove hanno potuto  lavorare  esibendo  la loro  maestria in “showcooking” e trasmettere segreti di  cottura, elaborazioni di piatti  noti  e non. 60 produttori  e aziende hanno  offerto  selezioni gastronomiche di  gran  pregio.  Formaggi, salumi, oli e il piccolo  bistrò dove la cioccolata regnava in tutte le sue forme, fondente, al latte, al peperoncino, all’arancia.  In  più Capresi tradizionali e rivisitate,  con mandorle, noci  e nocciole: stava al  goloso  compratore aggiungere sopra la glassa calda che più  desiderava. Hanno brillato per i loro  piatti  gli chef

Riccardo Giacinto del Ristorante All’Oro che con il  suo  Tiramisù di baccalà e patate con lardo  di Cinta senese  mi ha fatto  sospirare d’amore; secondo  posto per lo Chef Kotaro Noda del  Magnolia restaurant che con i  suoi doppi ravioli farciti di baccalà, fagioli del Purgatorio in guazzetto  di vongole è riuscito  a farmi  sentire una bambina  viziata. Il simpaticissimo  e sempre sorridente chef Arcangelo Dandini del ristorante L’Arcangelo

 

con il  Supplizio Croccante e Crocchetta, ovvero supplì di riso, croccante di mandorla e alici, crocchetta di patate affumicata, ha fatto di me la sua dipendente a vita. Lo chef Andrea Fusco del Ristorante Giuda ballerino con lo spiedino di gambero in pasta fillo e spuma di mortadella mi ha reso felice.

E ora passiamo alle note amare di  questa prima edizione che spero vadano via via  scomparendo  nelle future edizioni. Iniziamo con il  costo  del  biglietto, troppo  caro, 16 € per l’entrata del pranzo e altri 16 per l’entrata della cena, compreso nel prezzo  partecipare a showcooking o  ai  corsi  di  cucina  (fino a esaurimento posti); preciso  tuttavia che dalla cifra erano escluse  naturalmente le degustazioni  dei piatti, che avevano un costo  dai 5 ai  7 Euro a piccola  porzione assaggio.

Era prevista anche una formula Premium dal  costo  di  € 55. Per quanto  riguarda i  vini sono  stata  obbligata  nella scelta di una sola famosa enoteca romana che aveva il  monopolio  della vendita, gli stand erano collocati  su tutto  il percorso proponendo  la stessa lista. Quindi  la delusione e la spesa folle ha preso  il sopravvento, anche se addolcita dai piatti degli  chef che erano  eccellenti nel  gusto  e meno  nella porzione.  Non nego tuttavia che l’esperienza golosa è stata semplicemente unica! Nella foto lo chef Antonio Sciullo.

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